Per decenni i paesi ricchi della terra hanno inviato i propri rifiuti più fastidiosi da riciclare in India, oggi, grazie a un imprenditore newyorchese poco più che trentenne, sta avvenendo il processo inverso. Ogni giorno quintali di foglie secche cadute dagli alberi di palma del Karnataka anziché venire bruciati vengono trasportati in uno dei due stabilimenti della VerTerra, una società fondata meno di tre anni fa da Michael Dwork.
Per decenni i paesi ricchi della terra hanno inviato i propri rifiuti più fastidiosi da riciclare in India, oggi, grazie a un imprenditore newyorchese poco più che trentenne, sta avvenendo il processo inverso. Ogni giorno quintali di foglie secche cadute dagli alberi di palma del Karnataka anziché venire bruciati vengono trasportati in uno dei due stabilimenti della VerTerra, una società fondata meno di tre anni fa da Michael Dwork. Qui, attraverso una serie di processi, vengono trasformate in solidi, eleganti e costosi piatti usa e getta interamente biodegradabili, pensati per essere esportati verso gli stessi paesi ricchi che a lungo hanno trattato l’India come una discarica.
«Tutto è iniziato nell’estate del 2006» racconta Dwork «mi trovavo a cavallo tra il primo e il secondo anno del mio Mba ed ero in India per uno stage. Un giorno ho notato due donne che fabbricavano dei piatti utilizzando acqua e foglie e sono rimasto folgorato. Ho pensato che era la cosa più cool che avessi mai visto. I miei amici indiani hanno provato in ogni modo a dissuadermi dicendo che erano piatti da mendicanti ma io non li ho ascoltati».
Due anni e mezzo più tardi Dwork può vantarsi di aver fornito i propri prodotti allo stadio dei Dallas Cowboys, a catene come Whole Foods e a party come quello organizzato dalla Nba per l’All Star Game. I tassi di crescita sono così elevati che per tracciare la traiettoria delle vendite conviene ragionare in termini di mesi anziché di anni. Nell’estate del 2008 VerTerra fatturava circa 10mila dollari al mese. Un anno dopo quella cifra era già cresciuta di 15 volte. E oggi Dwork sta installando nuove macchine per arrivare a produrre 5 milioni di pezzi al mese, così da poter tagliare drasticamente i prezzi di vendita.