Cosa pensano i giovani di come le istituzioni e le imprese gestiscono la crisi climatica? Un sondaggio di WWF Italia prova a rispondere inquadrando il pensiero e l’azione di un campione di persone dai 18 ai 34 anni
WWF Italia ha realizzato un sondaggio per verificare la fiducia dei giovani rispetto a come il governo affronta la crisi climatica. Al form digitale hanno risposto a febbraio 2023, 800 persone, come campione rappresentativo della popolazione nazionale dai 18 ai 34 anni, distribuiti per sesso, età, istruzione e area geografica. Il 39% delle persone coinvolte studia, il 24% fa lavori impiegatizi, il 14% si trovava in stato di disoccupazione e il 13% lavora come operaio. Le percentuali restanti si dividono tra imprenditori, insegnanti e autonomi.
I giovani e la crisi climatica: cosa ci racconta il sondaggio del WWF
Come si legge nel report, “circa 8 giovani su 10 si dichiarano molto o abbastanza preoccupati dal cambiamento climatico ed è per questo che poco più della metà si impegna a fare scelte più sostenibili, mentre il 44% si aspetta interventi da parte delle Istituzioni. Diffusa la sensazione di impotenza, ansia e incapacità ad agire”.
Il 63% dice che il governo fa poco o nulla per affrontare il cambiamento climatico. In questo contesto, il 36% delle persone intervistate considera l’Unione Europea il soggetto considerato decisivo, più del Governo. Riguardo al mondo imprenditoriale, il 61% dei giovani intervistati ritiene che le imprese, invece di agire per risolvere l’inquinamento ambientale, stiano alimentando il problema.
Il governo di Giorgia Meloni e il cambiamento climatico
Come riportato da Iconaclima.it, Giorgia Meloni aveva annunciato dopo le elezioni la firma della dichiarazione per l’azione climatica del centrodestra, promossa dal Conservative Environment Network, un forum dei conservatori nato nel Regno Unito. Dall’altro lato, però, nel programma del suo partito Fratelli d’Italia, le emissioni non vengono menzionate, cosi come gli obiettivi climatici che l’Italia si è data a livello internazionale. In realtà, proprio la parola clima non compare neanche una volta.
Cosa fanno concretamente i giovani contro la crisi climatica
Oltre il 70% delle persone intervistate nel sondaggio del WWF ritiene che le fonti rinnovabili, solare ed eolico, abbiano un ruolo fondamentale per risolvere la crisi energetica. Le persone intervistate, inoltre, dichiarano di adottare diversi accorgimenti per contribure a ridurre le emissioni. Oltre ad azioni ordinarie come riutilizzare e far durare a lungo gli oggetti, evitare carne e plastica, usare il car sharing e il trasporto pubblico, i giovani scendono anche in piazza per difendere il clima e l’ambiente, specialmente da quel venerdì 20 agosto del 2018 quando Greta Thumberg, giovane studentessa svedese, ha cominciato a scioperare per chiedere al governo di rispettare gli accordi di Parigi sulle riduzioni delle emissioni di CO2.
Gli scioperi globali per il clima
Da allora è nato il movimento internazionale dei Fridays for Future che ha riportato l’azione ambientalista nelle piazze di tutto il mondo. Sono diversi gli scioperi globali per il clima che si tengono durante l’anno, l’ultimo si è tenuto il 3 marzo 2023. Le proposte pratiche non mancano.
Le attiviste e gli attivisti propongono da tempo un’agenda climatica in cinque punti su trasporti e mobilità con trasporti locali gratuiti e grossi sconti su quelli a lunga percorrenza, la conversione di tutto il settore energetico alle fonti rinnovabili con la pianificazione di 8000 comunità energetiche per auto-produzione locale del 50% di energia elettrica. Si parla quindi di CERS, Comunità Energetiche Rinnovabili Solidale. Proposte coerenti con quello che il movimento ambientalista dichiara: “la nostra rabbia diventa energia rinnovabile”.
Patrizia Riso