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Wise Society : Global Risks Report 2023: quali minacce dovremo affrontare nei prossimi anni?

Global Risks Report 2023: quali minacce dovremo affrontare nei prossimi anni?

di Andrea Ballocchi
4 Aprile 2023

Il report del World Economic Forum sui rischi globali mette in luce diversi scenari e svariate minacce che dovremo affrontare nei prossimi anni. Occorre farsi trovare pronti e cooperare

I rischi globali segnalati dal Global Risks Report 2023 passano dal costo della vita, che dominerà nei prossimi due anni, al fallimento dell’azione per il clima, che sarà motivo di preoccupazione prevalente nel prossimo decennio. Nella casistica dei rischi, quelli che minacciano l’ambiente sono prevalenti: sei su dieci figurano tra i primi dieci rischi nei prossimi 10 anni. La perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi sono considerati tra i rischi globali in più rapido deterioramento nel prossimo decennio. Un altro grave rischio è quello per la salute umana: nel prossimo decennio focolai di malattie infettive più frequenti e diffusi in un contesto di malattie croniche rischiano di spingere i sistemi sanitari esausti sull’orlo del fallimento in tutto il mondo.

Inondazione

Foto Shutterstock

Rischi globali: cosa sono e di quali dovremo preoccuparci

Il Global Risks Report 2023 del World Economic Forum è frutto di un’indagine condotta su scala mondiale mediante il Global Risks Perception Survey, alla base del report da quasi due decenni, ed è la principale fonte di dati originali sui rischi globali del Forum di Davos. Il GRPS di quest’anno ha riunito le principali intuizioni sull’evoluzione del panorama dei rischi globali da oltre 1.200 esperti del mondo accademico, delle imprese, del governo, della comunità internazionale e della società civile. Il World Economic Forum definisce “rischio globale” la possibilità che un evento o una condizione si verifichi: se accadesse, avrebbe un impatto negativo significativo percentuale del PIL globale, popolazione o naturale risorse.

Il concetto di policrisi

Copertina del Global Risk Report

Immagine World Economic Forum

All’inizio di quest’anno, “il mondo sta affrontando una serie di rischi che sembrano completamente nuovi e stranamente familiari”, scrivono gli analisti del WEF.
Il prossimo decennio sarà caratterizzato da crisi ambientali e sociali, guidate da tendenze geopolitiche ed economiche sottostanti. La “crisi del costo della vita” è classificata come il rischio globale più grave nei prossimi due anni, con un picco a breve termine.

Tra i rischi presenti nella “top ten” sia a breve che a lungo termine ci sono il “confronto geoeconomico” e la “erosione della coesione sociale e polarizzazione della società”, insieme a due new entry: “Criminalità informatica diffusa e insicurezza informatica” e “migrazione involontaria su vasta scala”.

Con la fine di un’era economica, la successiva comporterà maggiori rischi di stagnazione, divergenza e angoscia, scrivono gli analisti del report, aggiungendo che le conseguenze economiche del Covid-19 e della guerra in Ucraina hanno inaugurato un’inflazione alle stelle, una rapida normalizzazione delle politiche monetarie e l’inizio di un’era di bassa crescita e bassi investimenti.

Focalizzando alcuni dei rischi globali, quello a tema tecnologico è tra quelli più sensibili. La tecnologia esacerberà le disuguaglianze (i Paesi che potranno permettersi di investire in intelligenza artificiale, biotecnologie e nell’informatica quantistica lo faranno in modo sensibile, a scapito degli altri), mentre i rischi derivanti dalla sicurezza informatica rimarranno una preoccupazione costante.

Il report riporta un concetto che non fa ben sperare: policrisi, ovvero una crisi che coinvolge più aspetti o questioni. Shock simultanei, rischi profondamente interconnessi e l’erosione della resilienza stanno dando origine al rischio di policrisi, in cui crisi disparate interagiscono in modo tale che l’impatto complessivo supera di gran lunga la somma di ciascuna parte.

Rischi per clima e ambiente

I rischi climatici e ambientali sono al centro della percezione dei rischi globali nel prossimo decennio “e sono quelli per i quali siamo considerati i meno preparati”, si legge nel report. A proposito degli ecosistemi naturali, si parla esplicitamente di punto di non ritorno.

La mancanza di progressi profondi e concertati sugli obiettivi climatici ha messo in luce la divergenza tra ciò che è scientificamente necessario per raggiungere l’obiettivo net zero e ciò che è politicamente fattibile. Le crescenti richieste di risorse del settore pubblico e privato da altre crisi ridurranno la velocità e la portata degli sforzi di mitigazione nei prossimi due anni, insieme a progressi insufficienti verso il sostegno all’adattamento richiesto per quelle comunità e paesi sempre più colpiti dagli impatti del cambiamento climatico.

Poiché le crisi attuali distolgono le risorse dai rischi derivanti nel medio e lungo termine, gli oneri sugli ecosistemi naturali aumenteranno, dato il loro ruolo ancora sottovalutato nell’economia globale e nella salute globale del pianeta. “La perdita costante di natura e i cambiamenti climatici sono intrinsecamente interconnessi: un fallimento in una sfera si ripercuoterà sull’altra”.

Gli ecosistemi terrestri e marini stanno affrontando molteplici pressioni a causa del loro contributo sottovalutato all’economia globale e alla salute globale del pianeta. Purtroppo gli interessi economici “miopi” non riescono a distinguere l’enorme valore portato da ecosistemi e biodiversità. Il problema è che senza significativi cambiamenti politici o investimenti, i complessi collegamenti tra mitigazione del cambiamento climatico, insicurezza alimentare e degrado della biodiversità accelereranno il collasso dell’ecosistema.

La perdita della natura e il cambiamento climatico, intrinsecamente interconnessi, provocheranno rischi a catena: un fallimento in una sfera si ripercuoterà sull’altra.
Ricorda come le ondate di calore e la siccità stiano già causando eventi di mortalità di massa, mentre l’innalzamento del livello del mare e le forti tempeste “hanno causato le prime estinzioni di intere specie”. Il ghiaccio marino artico, le barriere coralline e gli ecosistemi terrestri sono stati trovati più a rischio nel breve termine.

I rischi globali sulla salute umana

La salute pubblica globale è sotto pressione crescente e i sistemi sanitari di tutto il mondo rischiano di diventare inadatti allo scopo. La pandemia ha ulteriormente amplificato le preoccupazioni onnipresenti e i rischi emergenti per la salute fisica e mentale, tra cui la resistenza antimicrobica, l’incertezza sui vaccini e le malattie nutrizionali e infettive causate dal clima.

Date le crisi attuali, anche la salute mentale può anche essere messa a rischio dall’aumento di fattori di stress come la violenza, la povertà e la solitudine. Mentre il Covid-19 si ritira dai titoli dei giornali, c’è un crescente clamore mass-mediatico su future pandemie e altre minacce per la salute globale. “I sistemi sanitari affrontano il burnout dei lavoratori e le continue carenze in un momento in cui il consolidamento fiscale rischia di deviare l’attenzione e le risorse altrove. Focolai di malattie infettive più frequenti e diffusi in un contesto di malattie croniche nel prossimo decennio rischiano di spingere i sistemi sanitari esausti sull’orlo del fallimento in tutto il mondo”, segnala ancora il WEF.

Tutto questo non farà che minacciare la longevità: è vero che le persone vivono più anni, ma il rischio è che lo facciano sempre più in cattive condizioni di salute e presto potremmo dover affrontare un’inversione più sostenuta dell’aumento dell’aspettativa di vita al di là dell’influenza della pandemia.

Crisi climatica

Foto Shutterstock

Global Risks Report: le soluzioni per affrontare la crisi

La mancanza di preparazione per i rischi a lungo termine destabilizzerà ulteriormente il panorama dei rischi globali, portando compromessi sempre più difficili per i responsabili politici e i leader aziendali, che si affrettano ad affrontare crisi simultanee. È necessario un approccio rigoroso alla lungimiranza e alla preparazione, poiché si deve puntare “a rafforzare la nostra resilienza ai rischi a lungo termine e tracciare un percorso verso un mondo più prospero”.

Ogni rischio richiede sforzi concertati, specifici e personalizzati, ma diversi principi trasversali possono supportare la preparazione in tutti i temi. Nella sezione conclusiva vengono delineati quattro principi per prepararsi a questa nuova era di shock simultanei:

  • rafforzare l’identificazione e la previsione del rischio;
  • ricalibrare il valore attuale dei rischi “futuri”;
  • investire nella preparazione al rischio multi-dominio;
  • rafforzare la preparazione e la cooperazione nella risposta.

In una prospettiva di rischi complessi, deve esserci un migliore equilibrio tra preparazione nazionale e cooperazione globale. “Dobbiamo agire insieme, per tracciare un percorso fuori dalle crisi a cascata e costruire una preparazione collettiva al prossimo shock globale, qualunque forma possa assumere”, concludono gli autori del report.


Vuoi saperne di più sul Global Risk Report 2023? Ti invitiamo a leggere il report completo sul sito del World Economic Forum


Andrea Ballocchi

© Riproduzione riservata
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