Wise Society : G7 Agricoltura: i punti del documento finale

G7 Agricoltura: i punti del documento finale

di Valentina Neri
30 Settembre 2024

Il summit che quest'anno è stato presieduto dall'Italia si è appena chiuso: andiamo a ripercorrere, punto per punto, il documento finale per capire cosa è stato deciso nel corso del vertice

Sovranità alimentare, intelligenza artificiale, collaborazione con i Paesi africani, distribuzione del valore nella filiera. Con, sullo sfondo, l’enorme tema dei cambiamenti climatici che cambieranno – anzi, stanno già cambiando – il nostro modo di produrre il cibo. Sono tanti i temi discussi al G7 Agricoltura, il summit dei ministri delle sette maggiori potenze economiche globali, ospitato quest’anno dalla città siciliana di Siracusa. Prima di approfondire cosa è stato detto e deciso durante il summit, andiamo a capire meglio cos’è il G7 agricoltura e a cosa serve.

G7 Agricoltura: bandiere degli stati

Foto Fly Of Swallow Studio / Shutterstock

G7 Agricoltura, un po’ di informazioni utili

Impossibile non avere sentito nominare il G7 da giornali e telegiornali, ma cos’è nello specifico e quali poteri ha? La prima cosa da chiarire è che non si tratta di un’istituzione propriamente detta, bensì di un forum informale che riunisce i rappresentanti delle sette più importanti potenze economiche mondiali: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti. Tra il 1998 e il 2014 ha preso il nome di G8 perché ne faceva parte anche la Russia, poi esclusa in seguito alla guerra di Crimea. La presidenza dura un anno e spetta a rotazione a ciascuno dei membri: nel 2024 è il turno dell’Italia. È un ruolo delicato perché prevede di definire le priorità, coordinare le attività, organizzare le riunioni e pubblicare i documenti.

A partire dal 199 esiste anche un forum più allargato, chiamato G20, di cui fanno parte anche Russia, Turchia, Sudafrica, Arabia Saudita, India, Indonesia, Cina, Australia, Corea, Messico, Brasile e Argentina. E, come organizzazioni internazionali, la presidenza dell’Unione europea, la Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. Oltre, ovviamente, agli stessi Paesi che compongono il G7.

Se si sente parlare non solo genericamente di G7 ma anche – per esempio – di G7 Ambiente, energia e clima, G7 Finanze e G7 Agricoltura, è perché da un lato c’è il vertice propriamente detto a cui partecipano i capi di Stato e di governo; dall’altro lato, si organizzano anche appuntamenti tematici in cui i ministri degli Stati membri si confrontano sulle proprie aree di competenza.

L’appuntamento del 2024 del G7 agricoltura si è tenuto dal 26 al 28 settembre 2024 nell’isola di Ortigia, a Siracusa. A presiederlo, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida. Oltre ai ministri dell’Agricoltura dei Paesi del G7, vi hanno preso parte anche il commissario europeo per l’Agricoltura, la sua omologa dell’Unione africana, nonché i vertici di Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Programma alimentare mondiale (Wfp), Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale (Cgiar).

Agricoltura: trattore in un campo

Foto Shutterstock

Il documento finale del G7 Agricoltura

Il frutto del G7 Agricoltura di Ortigia è una dichiarazione congiunta che si articola su cinque punti che riguardando l’agricoltura, l’importanza della tecnologia per il settore, la necessità di coinvolgere le nuove generazioni, la pesca sostenibile e lo sviluppo di un’agricoltura resiliente in Africa. Andiamo a vedere nel dettaglio ogni punto.

Rafforzare l’agricoltura per sistemi alimentari redditizi, resilienti, equi e sostenibili 

Su esplicito invito della presidenza italiana, qui compare per la prima volta il concetto di sovranità alimentare. “Abbiamo sottolineato il bisogno di combinare il commercio internazionale e regionale e la produzione domestica per diversificare le catene di fornitura e promuovere la sicurezza alimentare per tutti”, si legge. Nel quadro degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, si pone l’accento sulla necessità di rafforzare le filiere alimentari per offrire cibo nutriente, di qualità e a un prezzo accessibile, senza per questo contribuire alla deforestazione e al degrado del suolo.

Il testo nomina anche la necessità di intervenire contro l’antibiotico-resistenza, le specie aliene invasive e le epidemie. Il documento afferma la necessità di redistribuire in modo più equo il valore tra gli attori della filiera e di far sì che il commercio internazionale resti libero, equo, regolamentato e trasparente, libero da dazi ingiustificati.

Scienza e innovazione in agricoltura per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici

Il secondo pilastro del documento si concentra sul contributo che la scienza può dare per rispondere alle grandi sfide dei nostri tempi, la perdita di biodiversità e la crisi climatica. L’intelligenza artificiale, in particolare, ha il potenziale per “trasformare i sistemi agricoli e alimentari ottimizzando i processi e le risorse”, scrivono i ministri del G7. Impegnandosi a “lavorare insieme per rispondere alla rapida evoluzione nell’uso delle applicazioni dell’AI e per promuovere un ambiente internazionale in cui l’AI e le tecnologie digitali per l’agricoltura rispettino la dignità e i diritti umani e contribuiscano a rafforzare la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricoli e alimentari”.

Le nuove tecnologie, in quest’ottica, si integrano con i metodi tradizionali, tutelando le produzioni tradizionali e la loro varietà. Anche le comunità locali e i popoli indigeni hanno pieno diritto di partecipare a questi processi decisionali. C’è un riferimento – seppure stringato – all’agroecologia, chiesto con forza dal WWF alla vigilia del summit.

Le giovani generazioni come agenti e protagonisti del cambiamento nell’agricoltura e nei sistemi alimentari

Questo connubio tra pratiche tradizionali e innovazioni necessità del contributo attivo dei giovani. Ciò può accadere soltanto se si pongono le basi per un rinnovo generazionale, facendo sì che l’agricoltura – anche nelle aree rurali – e la pesca tornino a essere percepite come opportunità di carriera appetibili. È indispensabile altresì che si abbattano le barriere che ostacolano l’accesso ai servizi, ai terreni, al credito, alla finanza, alle risorse naturali, alle conoscenze e alle tecnologie, soprattutto da parte di donne e ragazze.

Pesca, acquacoltura e sicurezza alimentare sostenibili

I ministri riunitisi per il G7 Agricoltura prendono atto dell’enorme aumento della produzione e del consumo di pesce. I dati della Fao testimoniano infatti come nel 2022 si sia toccato un nuovo record con 185,4 milioni di tonnellate di pesce; negli anni Novanta la produzione totale superava di poco i 110 milioni di tonnellate. Questo pone importanti quesiti in termini di sostenibilità, tanto ambientale, quanto sociale ed economica, considerato il ruolo della pesca per le comunità costiere. Il documento finale del G7 Agricoltura preme per l’entrata in vigore dell’accordo sulle sovvenzioni alla pesca approvato dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), per una gestione sostenibile e trasparente delle risorse ittiche, a salvaguardia della biodiversità marina e per il rispetto dei diritti umani e del lavoro in tutta la filiera. Ricordano inoltre che l’Obiettivo di sviluppo sostenibile n.14 prevede di porre fine alla pesca eccessiva, così come alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

Il contributo del G7 allo sviluppo dell’agricoltura e dei sistemi alimentari in Africa

Il G7 Agricoltura di Ortigia ha dedicato intere sessioni ai sistemi alimentari dell’Africa, a cui è dedicato il punto conclusivo dell’accordo. Quest’ultimo fa riferimento al Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (CAADP), nato dall’Unione africana e dalla Nuova partnership per lo sviluppo africano, cioè il più vasto e ambizioso sforzo mai intrapreso per una riforma del sistema agricolo dell’intero Continente. Le sette economie industrializzate promettono di rafforzare la propria collaborazione con i Paesi africani, creando sinergie e trasmettendo quelle conoscenze e best practices che possono aiutarli a sviluppare resilienza ai mutamenti del clima.

Valentina Neri

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