Wise Society : Fracking: trivelle in arrivo a Londra?

Fracking: trivelle in arrivo a Londra?

di Redazione Wise Society
3 Luglio 2013

Una tecnica estrattiva controversa. Il sindaco di Londra propone di usarla nel sottosuolo della capitale britannica. Un progetto serio o una provocazione?

Si chiama fracking ed è una controversa tecnica estrattiva che permette di sfruttare giacimenti di idrocarburi rompendo gli strati rocciosi che li intrappolano nel sottosuolo. E’ così controversa che in molti Stati è stata sospesa o vietata. Eppure Boris Johnson, sindaco di Londra, si è detto favorevole a permetterla addirittura nella sua città. In una lettera pubblicata al Times ha evidenziato come la metropoli sia in continua crescita e, di conseguenza, abbia sempre piu’ bisogno di energia. «Se ci sono riserve di gas da sfruttare a Londra – ha scritto – si dovrebbe rivoltare o rompere ogni pietra pur di mantenere le luci accese. E’ il momento di essere coraggiosi, se serve a fornire energia».

La lettera di Johnson arriva poco dopo l’annuncio del governo britannico secondo cui i giacimenti di shale gas – un tipo di metano presente nelle rocce argillose e che si ritiene possa rimpiazzare le riserve convenzionali di gas in via di esaurimento – sono potenzialmente abbastanza grandi da soddisfare la domanda di energia per quasi 50 anni. Insomma, nel sottosuolo britannico ci sarebbe molto più gas del previsto, e perciò il governo promette incentivi alle comunita’ vicine agli impianti di esplorazione ed è prossimo ad avviare ricerche soprattutto nel nord Inghilterra. La campagna a sud della capitale potrebbe ospitare 700 milioni di barili, e dev’ essere stata questa cifra a motivare l’intervento pubblico del sindaco Johnson, forte di un parere della British Geological Survey secondo cui sarebbe teoricamente possibile trivellare anche in città.

Difficile immaginare le trivelle tra i monumenti di Londra. Certo è che il fracking è una tecnica che negli ultimi anni viene sempre più utilizzata per estrarre idrocarburi che non sarebbe possibile estrarre in altro modo. Miscele di acqua, sabbia e sostanze chimiche vengono immesse ad altissima pressione nel sottosuolo per provocare fratture negli strati rocciosi più profondi del terreno e favorire la fuoriuscita di petrolio o gas. Ambientalisti e parte del mondo accademico sostengono però che provochi conseguenze molto dannose: la distruzione del paesaggio, naturalmente, ma anche l’inquinamento delle falde e addirittura dei piccoli terremoti.

Tra i maggiori utilizzatori della tecnica ci sono gli Stati Uniti. La Germania ha invece deciso recentemente di porvi limiti molto stringenti. L’Europa ne ha respinto la messa al bando, chiedendo al contempo una seria regolamentazione. Nei prossimi mesi si capirà se quella del sindaco di Londra sia una proposta seria o solo una provocazione.

 

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