Wise Society : Recoil, la seconda vita all’olio vegetale esausto

Recoil, la seconda vita all’olio vegetale esausto

di Redazione Wise Society
15 Luglio 2014

Un progetto pilota finanziato dalla UE ha permesso di raccogliere in 12 mesi 2000 litri di olio esausto domestico in due piccoli comuni italiani.

Raccogliere l’olio che utilizziamo per friggere nelle nostre case o che si trova contenuto in barattoli e vasetti di conserve per evitarne la dispersione nell’ambiente? Dopo vetro, plastica, carta, umido da oggi si può riciclare anche quello. E Recoil è un progetto che si occupa proprio di questo aspetto

Recoil, il procetto che ricicla l’olio esausto

Lo ha dimostrato il progetto pilota chiamato Recoil e finanziato dalla commissione Europea nell’ambito del programma Life+, con l’aiuto dei cittadini di due piccoli comuni italiani. In 12 mesi gli abitanti di Castell’Azzara in provincia di Grosseto e quelli di Ariano Irpino in provincia di Avellino, hanno raccolto duemila litri di olio vegetale usato porta a porta evitando di immettere in atmosfera 122 kg di CO2 equivalente. Trattasi di residui che se non smaltiti correttamente possono provocare danni all’ambiente, alla flora e alla fauna e se rilasciati negli scarichi fognari rendono meno efficace il processo di depurazione dell’acqua.

Ma possono fare anche peggio: se questi oli vengono sversati direttamente nei corsi d’acqua o in mare possono provocare gravi conseguenze per l’ambiente dato che creano un velo in superficie che impedisce il naturale scambio dell’ossigeno con l’aria. Basta infatti un solo litro di olio vegetale sversato nella falda acquifera per rendere non potabile 1 milione di litri d’acqua.

Olio esausto in Italia: un po’ di dati

In Italia si stima che la produzione di olio esausto sia pari a 250mila tonnellate di cui la metà prodotte da uso domestico. Ma per rendere la sua raccolta un fatto concreto bisognerebbe modificare la legge attuale (Codice Ambientale Dlg. 205/2010).

«Il nostro auspicio – ha commentato Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente che insieme a AzzeroC02, Kyoto Club, Cid Software Studio e CONOE sta lavorando a un vademecum e alle raccomandazioni per quelle amministrazioni che vorranno sperimentare il sistema di raccolta domiciliare porta a porta dell’olio vegetale – è che questa attività possa continuare anche dopo la chiusura del progetto prevista nel 2015».

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