Wise Society : Quella strage silenziosa di delfini nei mari italiani

Quella strage silenziosa di delfini nei mari italiani

di Redazione
16 Giugno 2020

Oltre 200 i cetacei che muoiono ogni anno spiaggiati a causa di attività antropiche. Il progetto Life Delfi mira a ridurre il fenomeno e a dimostrare che la convivenza tra pescatori e delfini è possibile

I dati sono allarmanti: ogni anno vengono rinvenuti spiaggiati sulle coste italiane circa 200 delfini. Una strage che in un caso su tre esemplari riguarda il delfino costiero (Tursiops truncatus), una specie che rischia di estinguersi. E in base alle elaborazione dei dati riguardanti 2019 il numero degli spiaggiamenti supererebbe la quota di 240 di cui almeno 70 tursiopi. Oltre al tursiope laltra specie più colpita è la Stenella striata.

Foto: Pexels/Pixabay

Perché i delfini si spiaggiano

Se è vero che i delfini muoiono di morte naturale come per esempio per le malattie infettive, è anche vero che la seconda causa dei decessi è da ricondurre all’uomo. Nella maggior parte dei casi, infatti, i cetacei vengono già trovati morti sulla spiaggia o addirittura in stato di decomposizione. Varie le ragioni: spesso i delfini vengono feriti dalle attrezzature dei pescatori o rimangono impigliati nelle reti da pesca magari perché si sono avvicinati troppo alle imbarcazioni in cerca di cibo. Si chiamano incidenti accidentali o bycatch che in un gran parte dei casi possono avere, appunto, conseguenze gravi.

Il progetto Life Delfi

Per far fronte a questa strage è stato elaborato Life Delfi. Un progetto cofinanziato dalla Commissione europea attraverso il programma LIFE, coordinato dal Cnr-Irbim e a cui collaborano Legambiente Onlus, Università di Padova e di Siena e quattro Aree marine protette (Punta Campanella, Isole Egadi, Tavolara – Punta Coda Cavallo, Torre del Cerrano), Filicudi Wildlife Conservation e il Blue World Institute (Croazia). Sono state identificate 10 aree pilota (otto in Italia e due in Croazia) nelle quali la presenza dei delfini è in aumento così come il numero degli incidenti.

In base a un recente sondaggio tra un centinaio di pescatori infatti è emerso che oltre il 90% dei pescatori ha riferito un’alta presenza di delfini soprattutto durante l’estate, mentre due su tre ha notato un aumento della presenza di circa tre volte nell’arco degli ultimi dieci anni.

Il progetto, oltre ad attività di informazione e sensibilizzazione, scenderà in campo in maniera concreta attivando squadre di soccorso in mare in modo da intercettare i delfini in difficoltà in acqua e scongiurare il peggio. «Tra le principali attività di progetto c`è proprio la formazione dei rescue team – dichiara Alessandro Lucchetti del CNR-IRBIM e coordinatore del progetto Life Delfi – Si tratta di gruppi di salvataggio che potranno intervenire in casi particolari per salvaguardare la salute dei delfini, come è ad esempio il caso di delfini che entrano all`interno delle aree portuali, in genere richiamati dalle imbarcazioni da pesca di rientro in porto».

Delfini e pescatori: quella convivenza possibile

Lo scopo del progetto è duplice: salvaguardare questi esemplari certo ma anche limitare le perdite economiche dei pescatori nell’ottica di rendere possibile una convivenza. A causa del comportamento dei delfini che inseguono i pescherecci per approfittare del pesce, sono ingenti i danni provocati ai pescatori. Danni economici che possono arrivare anche a 2000 euro l’anno per imbarcazione a causa di reti da pesca danneggiate, pesce rovinato e banchi di pesci in fuga.

Foto: Helena Volpi/Pixabay

Ecco perché Life Delfi ha elaborato una serie di misure volte ad evitare tutto questo e le nefaste conseguenze che poi portano i delfini a ferirsi anche mortalmente e appunto a spiaggiarsi: utilizzo di dissuasori acustici e deterrenti visivi sulle imbarcazioni che si attiveranno solo nel momento in cui sarà rilevata presenza dei cetacei,  attività di formazione e attrezzature per la pesca a basso impatto ambientale nei confronti dei pescatori. «Ma non solo, perché in favore dei pescatori ci sarà la promozione di attività economiche alternative come il dolphin watching e la certificazione di prodotto», ha dichiarato Stefano Di Marco, coordinatore Progetti di Legambiente. «Il progetto inoltre, coinvolgerà anche il grande pubblico attraverso iniziative di sensibilizzazione e citizen science e realizzerà Linee Guida per identificare le migliori misure di mitigazione e compensazione, che garantiscano l`implementazione di adeguate politiche di conservazione per questa specie, soprattutto nelle aree Natura 2000».

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