Wise Society : Il Coronavirus ha messo ko l’inquinamento in Lombardia?

Il Coronavirus ha messo ko l’inquinamento in Lombardia?

di Serena Fogli
27 Febbraio 2020

L'epidemia di Coronavirus sembra aver contribuito all'abbassamento dei livelli di PM10 nell'ambiente. E' così? Nel frattempo è doverosa una riflessione.

Sembra che la Lombardia stia prendendo una bella boccata d’aria. Dopo l’emergenza inquinamento che aveva visto la regione (e molte altre città italiane) alle prese con livelli allarmanti di polveri sottili, l’aria lombarda torna a essere respirabile e i dati dell’ARPA lo confermano.

Siamo di fronte a un altro inaspettato effetto del Coronavirus? E’ ancora presto per dirlo, ma è il caso di approfondire l’argomento.

Coronavirus e inquinamento in Lombardia

Solo lo scorso mese, Milano (e con lei molte altre città italiane) era stata inclusa nell’elenco di Legambiente delle città più inquinate. Basti pensare che fino al 18 febbraio il capoluogo lombardo aveva superato per 35 volte i limiti consentiti di PM10 dall’inizio dell’anno (oltre i 50 µg/m³).

La situazione, ora, sembra essere mutata: è ancora presto per dirlo, ma lo stop imposto dall’epidemia di Coronavirus potrebbe aver contribuito a invertire la rotta della concentrazione di polveri sottili nell’aria che, in poco meno di due mesi, avevano reso la Pianura Padana una zona rossa in quanto a inquinamento.

I dati dell’ARPA Lombardia prima e dopo il Coronavirus

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 febbraio 2020 emanava le disposizioni relative al contenimento e alla gestione del contagio da Coronavirus in Lombardia e in Veneto, sospendendo tutti i servizi educativi e i viaggi di istruzione, chiudendo musei e cinema e invitando la popolazione ad adottare norme virtuose per evitare la propagazione dell’epidemia virulenta.

Sono state molte le realtà lavorative che, alla luce dell’ordinanza, hanno adottato lo smart working e il telelavoro, limitando di fatto gli spostamenti e l’uso di automobili e veicoli a motore.

Consultando i dati forniti dall’ARPA Lombardia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), scopriamo che l’aria, a Milano e non solo, sembra essere diventata più respirabile.

Ecco qui sotto la mappa relativa alla concentrazioni medie di PM10 nell’aria in Lombardia.

Concentrazioni di PM10 di domenica 23 febbraio (giorno dell’decreto)

Dati ARPA su PM10 il 23 febbraio

Dati ARPA su PM10 il 23 febbraio


Concentrazioni di PM10 di mercoledì 26 febbraio (A 3 giorni dal decreto)

Dati ARPA su PM10 il 26 febbraio 2020

Dati ARPA su PM10 il 26 febbraio 2020

Concentrazioni di PM10 di lunedì 2 marzo (a 10 giorni dal decreto)

qualità dell'aria Arpa

Dati ARPA su PM10 il 2 marzo 2020

Coronavirus e mobilità limitata: uno spunto di riflessione

Probabilmente la pianura Padana è stata aiutata anche dai forti venti che, come anticipato da Centro Meteo Lombardo nei giorni scorsi, hanno soffiato copiosi sul territorio. Inutile dire, però, che quello della concentrazione di PM10 nell’ambiente è un argomento caldo, che tocca da vicino la mobilità limitata di questi giorni.

Gli effetti del Coronavirus sulle emissioni, come si è visto in Cina, sono stati ingenti e il paragone con la situazione italiana, seppur in scala ridotta, è presto fatto. Senza giungere a conclusioni affrettate – che avrebbero bisogno di approfonditi studi di settore – il confronto che ci offre l’ARPA con i suoi dati ci fa riflettere e fa tornare più attuale che mai il problema dei veicoli a motore.

Coronavirus o no, una politica più sostenibile in materia di spostamenti e trasporti è auspicabile per rendere più respirabile l’aria della Lombardia, così da limitare i danni dell’inquinamento sulla salute della popolazione intera.

Per ora, non ci resta che sperare che l’aria che si respira in pianura possa rimanere pulita il più a lungo possibile (e magari senza la necessità di dover aspettare situazioni di emergenza come queste per prendere provvedimenti utili alla salute di noi tutti) e attendiamo studi di settore sull’argomento.

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