Caratteristiche, costo e normativa sul corno letame da agricoltura biodinamica
Tra i protagonisti dell’agricoltura biodinamica, troviamo il cornoletame. Anche detto preparato biodinamico 500, è un elemento imprescindibile per la lavorazione della terra in sinergia con i cicli naturali, in perfetto stile steineriano. Ma cos’è il cornoletame 500? E che ruolo ha, esattamente, nell’agricoltura biodinamica? In che modo può essere utilizzato? Ottenuto attraverso un processo naturale di fermentazione del letame, si tratta di un materiale versatile e soprattutto ecologico. Scopriamo in questo articolo le caratteristiche del cornoletame, la legge che lo regolamenta, il suo costo e le diverse applicazioni che può avere per un modo di fare agricoltura ancora più green.

Foto Pixabay – Live Green Magazine
Che cos’è il cornoletame?
Noto anche come preparato biodinamico 500, il cornoletame è un fertilizzante naturale utilizzato nell’agricoltura biodinamica con l’obiettivo di migliorare la qualità del suolo e stimolare la crescita delle piante. Non si tratta dell’unico preparato biodinamico presente oggi, anzi: il numero con cui viene identificato, il 500, corrisponde al primo nel sistema introdotto da Rudolf Steiner, il fondatore di questa metodologia detta biodinamica. Abbiamo altri sette preparati, tra cui un altro per il suolo (cornosilice), cinque per il compost (achillea millefoglie, camomilla, ortica, quercia, tarassaco e valeriana) e uno per la protezione delle piante (equiseto).
Sì, ma nel concreto, cos’è il cornoletame? Si tratta di un composto che si ottiene riempiendo corna di mucca con letame fresco di bovino, preferibilmente proveniente da allevamenti biodinamici, ovvero basati su un approccio olistico e rigenerativo: in ambienti simili, la fattoria è vista come un organismo vivente in perfetto equilibrio, Animali, piante e suolo interagiscono tra di loro con armonia e sinergia.
Una volta riempite le corna, queste vengono poi interrate durante la stagione autunnale. Con l’arrivo dell’inverno e del freddo, il letame subisce una vera e propria fermentazione naturale e si trasforma in un composto ricco di microorganismi benefici e sostanze nutritive: il cornoletame, per l’appunto.
È solo in primavera, però, che le corna vengono dissotterrate e il materiale risultante viene diluito in acqua, dinamizzato attraverso un processo di mescolamento energico per circa un’ora, alternando vortici prima in senso orario, poi in senso antiorario. Dopo aver completato questa procedura, è il momento in cui il prodotto ottenuto viene spruzzato sul terreno per migliorare la struttura del suolo, aumentare la fertilità, l’attività microbica e favorire la crescita radicale delle piante.
SI tratta di un elemento fondamentale per l’agricoltura steineriana, il quale contribuisce a un metodo di coltivazione più sostenibile e volto alla rigenerazione.

Foto Freepik
Le caratteristiche del cornoletame 500
Il cornoletame non è che uno dei tanti fertilizzanti bio che si possono produrre a partire dal letame. Che sembra uno scarto, ma che in realtà non lo è affatto. Anzi, si tratta di una risorsa preziosa che, se saputa usare correttamente, può stravolgere il mondo dell’agricoltura, rendendolo sempre più sostenibile e riducendone l’impatto sull’ambiente.
A differenza dei fertilizzanti chimici, in effetti, il cornoletame 500 vanta un meccanismo d’azione decisamente meno impattante. Mentre i fertilizzanti di sintesi forniscono nutrienti in forma immediatamente disponibile, il cornoletame lavora in maniera più naturale e rigenerativa, stimolando i processi biologici del terreno.
Se i prodotti chimici per il terreno contengono elementi come azoto, fosforo e potassio in forma solubile, che vengono sì assorbiti rapidamente dalle piante, ma che possono anche impoverire il suolo a lungo termine, il preparato biodinamico 500 non apporta direttamente nutrienti. Ciò che fa, invece, è attivare la vita microbica del terreno, migliorando così la capacità del suolo di produrre e rilasciare in modo naturale le sostanze nutritive necessarie.
Tutto il contrario di quanto accade con i fertilizzanti chimici, che invece possono addirittura alterare l’equilibrio microbiologico e ridurre, così, la biodiversità del suolo. Il cornoletame stimola la formazione di humus, aumentando la capacità del suolo di trattenere acqua e nutrienti.
Anche le piante reagiscono in maniera diversa ai due diversi tipi di azione. Con i fertilizzanti chimici, ricevono un’elevata quantità di nutrienti in poco tempo: questa over-nutrizione, però, può condurre a una crescita squilibrata. E, di conseguenza, a una maggior vulnerabilità a malattie e parassiti. Il cornoletame, dal canto suo, favorisce uno sviluppo armonico: ci vuole più tempo, forse, ma ci vuole quello necessario per una crescita sana ed equilibrata, che rende le piante meno dipendenti da trattamenti esterni e più resistenti nel tempo.
Si tratta anche -e soprattutto- di una questione legata all’impatto ambientale. I fertilizzanti chimici possono inquinare le falde acquifere, causando problemi come l’eutrofizzazione dei corsi d’acqua. La loro produzione stessa, poi, è un processo che richiede enormi quantità di energia e risorse non rinnovabili. Al contrario, il cornoletame è un prodotto naturale e sostenibile, che si impegna a ridurre l’impatto ambientale e aiuta a rigenerare i terreni agricoli. Promuove, così, la biodiversità e la salute dell’ecosistema: coltivare la terra sì, ma senza sfruttarla.

Foto Pixabay
L’uso di corno letame in agricoltura biodinamica ha basi scientifiche?
L’agricoltura biodinamica si basa su concezioni ancestrali, e per questo è un tema piuttosto dibattuto dal punto di vista scientifico. Da una parte, i sostenitori della biodinamica attribuiscono al cornoletame -e agli altri preparati steineriani- effetti benefici sulla fertilità del suolo e sulla crescita delle piante, dall’altra la comunità scientifica tradizionale solleva i suoi dubbi sulla sua efficacia, non basata su evidenze scientifiche.
Perché se vogliamo basarci sulle motivazioni di Steiner, un po’ di scetticismo può essere concesso. Nelle sue Lezioni di agricoltura, diceva così:
«La vacca ha le corna al fine di inviare dentro di sé le forze formative eterico-astrali, che, premendo verso l’interno, hanno lo scopo di penetrare direttamente nell’organo digestivo. Proprio attraverso la radiazione che proviene da corna e zoccoli si sviluppa molto lavoro all’interno dell’organo digestivo stesso. […] Così nelle corna abbiamo qualcosa di ben adattato, per sua natura, a irradiare le proprietà vitali e astrali nella vita interiore. Nel corno avete qualcosa che irradia vita – anzi irradia anche astralità.»
Insomma, non quello che si definirebbe un discorso scientifico. Eppure, studi in merito sono stati condotti, come quello pubblicato nel 2013 sul Journal of Biotechnology and Microbiology. Analizzando la composizione microbiologica del preparato 500, è stata rilevata una predominanza di batteri del genere Bacillus, in particolare Bacillus megaterium per il 46,83% e Bacillus safensis per il 44,99%. Questi sono microrganismi noti per il loro ruolo nel miglioramento della fertilità del suolo, promuovendo la decomposizione della materia organica e la disponibilità di nutrienti per le piante.
Allo stesso tempo altri studi, però, ne hanno messo in discussione l’efficacia. Per esempio una ricerca quinquennale condotta in un vigneto commerciale in Svizzera, che ha confrontato l’uso dei preparati 500 e 501 con pratiche di agricoltura biologica standard. Il risultato? Nessun miglioramento significativo nella fisiologia della vita, nella resa, nella qualità delle bacche o nella salute del suolo attribuibili ai preparati biodinamici rispetto alle pratiche biologiche convenzionali.
Cornoletame biodinamico: cosa dice la legge
Dal punto di vista normativo, l’uso del cornoletame è riconosciuto e regolamentato nell’ambito dell’agricoltura biologico e biodinamica.
Fin dal Regolamento CEE 2092/91, l’Unione Europea ha riconosciuto l’idoneità dei preparati biodinamici, tra cui il cornoletame, per l’attivazione del compost in agricoltura biologica, anche se ancora non si parlava propriamente di cornoletame. Successivamente, anche il Regolamento UE 834/2007 ha confermato questa posizione, includendo i preparati biodinamici tra le sostanze ammesse.
Il più recente Regolamento UE 848/2018, entrato in vigore il 1° gennaio 2021, continua a contemplare l’agricoltura biodinamica all’interno delle pratiche biologiche, riconoscendo i preparati steineriani come sostanze tradizionalmente utilizzate in questo contesto.
Per quanto riguarda il nostro Paese, in Italia se ne è parlato nel Decreto Ministeriale 18354 del 27 novembre 2009, dove l’agricoltura biodinamica è stata equiparata a quella biologica. Cornoletame e altri preparati biodinamici sono stati riconosciuti tra i prodotti impiegati come corroboranti potenziatori delle difese naturali dei vegetali. Dopodiché, il 18 luglio 2018, se n’è ulteriormente sottolineata l’importanza nel Decreto Ministeriale 6793, dove si dà credito ai modelli di produzione agricola sostenibili, in quanto mezzi per favorire la biodiversità e la resilienza degli agroecosistemi.
Le discussioni riguardo all’equiparazione dell’agricoltura biodinamica a quella biologica, nel quadro legislativo italiano, non si sono fermate. Nel 2022 la Camera dei Deputati ha esaminato diverse proposte di legge volte a riconoscere in modo ufficiale l’agricoltura biodinamica, suscitando dibattiti all’interno della comunità scientifica e agricola. Ancora oggi, dunque, non è una questione chiusa, ma la direzione pare essere quella giusta.

Foto Freepik
Dove comprare preparato biodinamico 500
Acquistare preparato 500 non è difficile, oggi come oggi. Sono in molte le aziende specializzate in agricoltura biodinamica che vendono il cornoletame, così come altri preparati steineriani, per far sì che i coltivatori biodinamici abbiano una gamma completa di prodotti tra cui scegliere. Aziende come Demeter Italia, che certifica i prodotti biodinamici, sono una realtà sostenibile ed una risorsa utile per chi vuole coltivare con il minimo impatto possibile.
In alternativa, ci sono numerosi negozi online specializzati nell’agricoltura sia biologica che biodinamica, come Agricola Bio o Biodinamica Shop. Qui si vendono direttamente il preparato 500 e altri prodotti correlati. Anche alcuni rivenditori di prodotti naturali per l’agricoltura potrebbero averlo nella loro offerta.
Altrimenti, ci si può affidare direttamente alle associazioni di agricoltori biodinamici e alle fattorie biodinamiche, che potrebbero non soltanto venderlo, ma anche offrire consigli sull’uso e sulle modalità di applicazione.
Quando acquisti il cornoletame, è sempre fondamentale verificare la qualità e la certificazione del prodotto, assicurandosi che rispetti gli standard stabiliti dall’agricoltura biodinamica.
Quanto costa il cornoletame?
Il prezzo del cornoletame può variare in base a diversi fattori: ovviamente la quantità, ma anche marca, fornitore e provenienza del prodotto incidono sul costo finale. In genere, una confezione di preparato biodinamico 500 può oscillare tra i 20 e i 40 euro ogni 100 grammi, che è la quantità tipica utilizzata per preparare una dose sufficiente per trattare una piccola area di terreno.
Un articolo di National Geographic Italia riportava che un chilogrammo di cornoletame veniva venduto online a circa 130 dollari australiani, corrispondenti a circa 94 euro al cambio attuale, sottolineando come anche la spiritualità abbia un prezzo.
Per avere un’idea precisa del costo, è comunque sempre consigliabile verificare direttamente sui siti web di fornitori specializzati in agricoltura biodinamica o nei negozi fisici di prodotti biologici e biodinamici.