Quanto verrà deciso alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in Egitto avrà ripercussioni importanti sulla nostra vita e su quella del pianeta. Ci si attende molto, ma le incognite sono tante, anche a causa della guerra in atto in Ucraina. Il punto della situazione
“L’umanità ha una scelta da compiere: o cooperare sul clima o morire, o andare verso una solidarietà sul clima o il mondo rischia un suicidio collettivo”: sono le parole pronunciate dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres alla Cop27, la 27esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tiene a Sharm El Sheikh fino al 18 novembre.
Parole che sottolineano la drammaticità della situazione globale che tutte le nazioni riunite in Egitto devono affrontare per evitare la catastrofe climatica. La precedente Conferenza, svoltasi a Glasgow lo scorso autunno era terminata con l’approvazione di impegni per la riduzione delle emissioni di metano, la protezione delle foreste e la progressiva messa al bando delle fonti fossili. Da allora, a distanza di un anno, gli equilibri internazionali sono profondamente cambiati a causa del conflitto in Ucraina che ha provocato una profonda frammentazione della comunità internazionale che rischia di minare gli obiettivi prefissati e i propositi e la collaborazione degli Stati per affrontare i cambiamenti climatici come una priorità comune globale.
Cosa, dunque, aspettarsi dalla Cop27 in Egitto? Wise Society seguirà l’evolversi della conferenza fino alla fine dei lavori del 18 novembre per dar conto degli accordi presi e delle azioni concrete che ne seguiranno.
Cos’è la Cop27
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, che si tiene a Sharm El Sheikh, in Egitto, nota anche come Cop27, è la XXVII delle Conferenze delle parti: incontri che si tengono ogni anno a partire dal 1994 tra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), che quest’anno compie trent’anni, essendo stata creata nel corso del vertice della Terra di Rio del 1992.
Cop27, le grandi sfide sul piatto per la comunità internazionale
Il primo grande banco di prova della Cop27 è l’assunzione da parte dei Paesi riuniti in Egitto di ulteriori impegni per la riduzione delle emissioni. A Glasgow più di cento nazioni avevano promesso di raggiungere nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni. Ma questi impegni rimangono ancora ben lontani da quelli necessari per raggiungere gli obiettivi concordati alla Cop21 e all’Accordo di Parigi 2015, quando tutti i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a 1,5 gradi. Invece di fornire un percorso per contenere il riscaldamento globale entro 1,5 o 2 gradi centigradi, le politiche uscite da Glasgow dimostrano che nella realtà dei fatti il mondo è avviato sulla strada di un aumento di 2,4 gradi centigradi entro la fine del secolo. Ciò metterebbe seriamente in pericolo persone ed ecosistemi su tutto il pianeta.
I punti chiave della Cop27
La mitigazione del cambiamento climatico è un obiettivo primario per molti Paesi. Le aree prioritarie d’intervento per la mitigazione sono l’approvvigionamento energetico, l’agricoltura, i rifiuti, i cambiamenti nell’utilizzo del suolo e la silvicoltura.
Il successo della Cop27 dipenderà dalla sottoscrizione di accordi capaci di sostenere economicamente i Paesi e le comunità più vulnerabili al climate change, per permettergli di adattarvisi e di aumentare la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici.
Indispensabile sarà ovviamente adesso e nei prossimi anni che tutti i Paesi seguano una transizione giusta ed equa, abbandonino le fonti fossili in favore di quelle rinnovabili e si impegnino concretamente nella salvaguardia della natura e dell’ambiente.
I recenti avvenimenti di politica internazionale, guerra in Ucraina in testa, rischiano di essere un ostacolo importante a una cooperazione vera fra le nazioni alla Cop27. Wise Society ne darà conto nei prossimi giorni, seguendo fino alla fine i lavori della conferenza di Sharm El Sheikh e tirando le somme degli accordi presi e delle azioni concrete che si spera seguiranno.
La Redazione
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