A lanciarla i geologi italiani riuniti a congresso a Napoli che chiedono un legge nazionale che individui il patrimonio geologico italiano e lo protegga alla pari di quello culturale
Si chiama Carta per l’italia ed è il documento in dodici punti presentato oggi a Napoli e che mette per iscritto le proposte che i geologi italiani rivolgono alle istituzioni. Rischio sismico, fascicolo del fabbricato, una maggiore informazione sia su come comportarsi in caso di eventi catastrofici naturali sia su come prevenire il rischio di frane, alluvioni, smottamenti. Ma non solo: i geologi italiani chiedono anche anche una Legge nazionale che individui il patrimonio geologico italiano e lo protegga alla pari di quello culturale e l’aggiornamento delle norme sulle attività estrattive.
«Serve un piano per il rischio idrogeologico – dice Francesco Peduto, presidente nazionale dei Geologi – Il 70% delle frane europee avviene nel nostro Paese. È una nota complessa che consegnamo alla politica da cui abbiamo avuto attenzione, speriamo ora di poter fare un percorso insieme a loro». In Italia, evidenzia, «manca una legge organica sulla difesa del suolo, su interventi non strutturali. È quanto meno opportuno provvedere alla prevenzione del rischio». Ma Peduto rilancia la necessità di istituire la figura del geologo territoriale, una «sentinella» sul territorio. «Si tratta di tecnici esperti e specializzati – spiega – e qualcosa qui in Campania è stato fatto perché qualche anno fa, l’Ordine dei geologi della Campania, insieme con gli ingegneri, ha siglato un’intesa con l’Assessorato regionale alla Protezione civile e oggi abbiamo un centinaio di professionisti specializzati, anche se materialmente non sono ancora entrati in azione».
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti interventuo all’evento che si concluderà sabato 30 aprile ai campi Flegrei ha invece insistito sull’importanza del lavoro del geologo caldeggiando l’idea della presenza del geologo nelle scuole: «Il lavoro del geologo può essere la professione del futuro nell’ambito di quella filiera virtuosa della ‘green economy’ che già rappresenta una realtà occupazionale per tanti giovani ma sarà sempre di più lo sbocco lavorativo di molti ragazzi. E’ certamente bella l’idea di un geologo che spieghi ai ragazzi – ha continuato Galletti – con parole semplici ed esempi concreti, i problemi del nostro territorio e cosa fare per prendersene cura. L’educazione ambientale è la grande sfida culturale di questo governo e del ministero che presiedo. E’ giusto e direi anche necessario che all’insegnamento didattico si affianchi la “pratica” sul campo: gli studenti visitino gli impianti del riciclo e i parchi nazionali, ma li si porti anche su quel territorio complesso dove i geologi lavorano ogni giorno».