Wise Society : Un software per fermare il consumo di suolo

Un software per fermare il consumo di suolo

di Redazione Wise Society
30 Luglio 2014

Si chiama "Sam4cp" e permetterà alla Provincia di Torino di valutare in anticipo gli effetti della trasformazione urbana prima di prendere decisioni

Il suolo è la “pelle del pianeta”, una risorsa ambientale limitata e non rigenerabile della quale nessuno si preoccupa. Men che mai le amministrazioni locali che, spesso, considerano il suolo come una risorsa da monetizzare senza curarsi delle conseguenze della continua espansione urbana e del cambio di destinazione d’uso del suolo stesso. Nemmeno le frane, le alluvioni e i continui allagamenti fanno scattare il campanello d’allarme. Eppure è risaputo che un ettaro di suolo non urbanizzato è in grado di trattenere fino a 3,7 milioni di litri di acqua senza che la comunità impegni alcuna risorsa per questo straordinario servizio che il suolo libero rende.

Alberi in pericolo

Foto di Matt Artz / Unsplash

Consumo di suolo: un app ci aiuta a fermarlo

In aiuto alle amministrazioni arriva adesso un software per «valutare gli effetti degli interventi di trasformazione urbana, proponendo altre strade per valorizzare il contributo dei servizi ecosistemici». Il progetto, sviluppato dal programma europeo Life +, si chiama Sam4cp (Soil administration Models 4 community profit) e permetterà alla provincia di Torino (capofila del progetto), in collaborazione con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca (Ispra), l’Istituto nazionale economia agraria (Inea) e il Politecnico di Torino di «avere un quadro degli effetti ambientali del consumo di suolo e di aumentare la consapevolezza dei vantaggi associati alla tutela del suolo e delle sue funzioni», spiegano dall’Ispra.

Si tratta, è stato sottolineato, di «un nuovo approccio alla pianificazione urbana. Il software è una risposta all’impermeabilizzazione del suolo che è la causa principale della perdita di biodiversità e della distruzione dei paesaggi rurali e naturali e – conclude l’Ispra – ai cambiamenti climatici locali favoriti dalla diminuzione di copertura vegetale e dalla diminuzione dell’evapotraspirazione in sinergia con il calore prodotto dal condizionamento dell’aria e dal traffico».

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