Wise Society : Come usare bene, senza rischi, stufe e camini

Come usare bene, senza rischi, stufe e camini

di Ilaria Lucchetti
7 Febbraio 2012

Il gelo siberiano si fa sentire ormai da giorni su tutta la penisola e la tentazione è di ‘lanciare’ al massimo gli impianti di riscaldamento, senza verifiche preliminari sullo stato di manutenzione. O, peggio, affidandosi a sistemi di fortuna pur di rendere l’ambiente caldo e confortevole.

Ma i rischi sono alti. Basta scorrere le cronache che puntualmente, ogni inverno, ci raccontano di incidenti, spesso mortali, legati a caldaie o a impianti termici difettosi. Cosa fare allora per non esporsi a livelli pericolosi di monossido di carbonio? I consigli arrivano da Legambiente:

1) fare eseguire controlli periodici da un tecnico specializzato per la manutenzione e il controllo di sicurezza di tutte le stufe, gli scaldabagni, i camini e le cucine, nonché del tiraggio dei camini;

2) rivolgersi a un muratore per far applicare il foro di areazione, secondo le norme di sicurezza;

3) applicare un sensore di CO e di allarme vicino al soffitto e a una distanza tra 1 e 3 metri dall’apparecchio da monitorare, avendo cura di controllarlo periodicamente e di sostituire le batterie;

4) prestare molta attenzione alle stufe trasportabili, di cui è comunque vietata l’accensione negli ambienti che non dispongano di un’aerazione adeguata.

 

Se disgraziatamente ci si trovasse comunque coinvolti in un’incidente provocato da inalazioni di monossido di carbonio, ecco alcune dritte utili. Intanto per riconoscerne i sintomi e poi per intervenire.

I segnali sono: leggero mal di testa, vertigini, intontimento, affanno, indebolimento della vista, nausea e vomito.

Che fare quindi? Aprire subito porte e finestre, per non perdere i sensi e poter soccorrere le eventuali vittime, condurre gli intossicati all’aperto o in locali ventilati e allertare immediatamente il 118.

 

 

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