Wise Society : Cinque modi per ridurre le microplastiche

Cinque modi per ridurre le microplastiche

di Lucia Fino
25 Maggio 2023

Sono state trovate nel sangue e nella placenta umana. Ridurle è di fondamentale importanza per salvaguardare la salute dell'uomo. Ecco qualche consiglio da attuare anche nella vita di tutti i giorni.

Minuscole, spesso trasparenti tanto che i pesci se ne nutrono in maniera inconsapevole, e molto inquinanti. Le microplastiche sono ovunque, nell’acqua del mare e dei fiumi, nel terreno, nello stomaco degli animali. E fanno davvero male, all’ambiente e a noi: l’ultimo recentissimo studio firmato da un team di ricercatori dell’Università di Dublino e pubblicato sulla rivista Elsevier ha dimostrato ancora una volta la tossicità dei microframmenti di plastica. Quando vengono ingeriti, soprattutto attraverso il consumo di pesce ma anche di altri cibi, causano nel tempo danni ai linfonodi, al fegato e alla milza e possono scatenare reazioni infiammatorie in tutto l’organismo.

Microplastiche sotto lente di ingrandimento

Foto Shutterstock

Come ridurre le microplastiche: 5 consigli

Ma cosa possiamo fare per ridurre le microplastiche nella vita di ogni giorno? Moltissimo: servono solo un po’ di attenzione e scelte più consapevoli nei prodotti che utilizziamo e nei comportamenti che mettiamo in pratica, sia in casa che fuori casa. E allora ecco qualche consiglio utile per evitare di accumulare microplastiche nell’ambiente.

Tessuti naturali e bucato ecologico

Una parte delle microplastiche arriva in mare (e quindi negli organismi marini) dai capi d’abbigliamento in fibre sintetiche come il pile, il poliestere, il nylon e il rayon. Molte di queste microplastiche si disperdono semplicemente lavando i capi in lavatrice: per ogni bucato si arriva a quasi 2.000 particelle. Il primo consiglio, quindi, è proprio quello di preferire abiti in tessuti naturali, lino, cotone, lana che, lavati nel modo giusto e non sprecati attraverso l’upciclying, rientrano nel modo migliore in un armadio sostenibile.

Quando però si devono comunque lavare abiti, tute, maglioni in pile o in altre fibre sintetiche o artificiali si possono usare i sacchi da lavatrice specifici: si tratta di sacchi tecnici in grado di trattenere e filtrare microfibre e microplastiche e sono economici e riutilizzabili moltissime volte. Anche le washing ball, le palline da bucato, possono essere una buona soluzione: sono facilissime da usare (basta metterle nel cestello durante il lavaggio) e filtrano bene le microplastiche imprigionandole. I sacchi e le palline sono in vendita sugli store online.

Consigli in cucina

La cucina, con i suoi molti utensili, è un altro ambiente in cui possiamo limitare le microplastiche, con diversi vantaggi anche per la nostra salute. Possiamo, per esempio, sostituire i sacchetti per alimenti con alternative più “eco” come per esempio le pellicole e i sacchetti di cotone biologico impregnato di cera d’api: sono molto resistenti, lavabili e riutilizzabili. Si trovano in vendita anche pellicole e saccheti di cellophane completamente biodegradabile e compostabile, derivato da cellulosa vegetale, pratico e non inquinante.

Posate, bicchieri e piatti di plastica rientrano fra gli oggetti di plastica monouso messi al bando già da qualche tempo dall’Unione Europea: erano, tristemente, fra quelli più di frequente dispersi nell’ambiente naturale. Al loro posto la scelta è fra stoviglie in bioplastica oppure in materiali naturali come il bambù. Senza dimenticare di usare i classici piatti e bottiglie in ceramica, metallo e vetro tutte le volte che è possibile.
Anche le cialde del caffè di ultima generazione sono compostabili e amiche di salute e habitat naturale: si buttano semplicemente nell’umido.

Apepak

Foto Apepak

Il riciclo

Più plastica viene riciclata, meno ne finisce in mare, nei fiumi, nei prati. Ecco perché, quando compriamo un oggetto in plastica facciamo attenzione che sia creato con materiali di riciclo: dalle sneakers, agli attrezzi sportivi, ai giocattoli per i bambini ormai sono moltissimi!

Cosmesi e routine di bellezza

Anche l’igiene e la bellezza personale hanno a che fare con la questione plastica. Le microplastiche sono bandite dal 2020 dai cosmetici ad azione esfoliante o detergente ma rimangono ancora in molti altri prodotti, come i solari ma anche i mascara, e sono dannose per l’habitat marino, in particolare per i coralli.

La prima cosa da fare allora è leggere attentamente l’etichetta verificando che nell’Inci non siano presenti polietilene e derivati e preferire prodotti di cosmetica “green” che impiegano sostanze di origine naturale: per esempio i filtri fisici nei solari e i vinaccioli di uva o i gusci di mandorle negli scrub. I cosmetici eco-friendly sono sempre di più e trovarli non è difficile: li producono anche le grandi marche.

Sempre in bagno, inquinano meno gli spazzolini da denti in bambù che si gettano via nell’umido, una volta rimosse le setole (che di solito sono in ecoplastica) e i rasoi dove si deve sostituire solo la lametta usando il manico infinite volte, senza buttarlo.

Cosmetici e inci

Foto di Nora Topicals / Unsplash

Arredamento sostenibile

Spesso non ci pensiamo ma anche la nostra casa è piena di plastica. Oggi però l’arredamento può diventare più “sostenibile”. In particolare si può pensare a un nuovo tavolo per la cucina in ecoplastica, derivata da amido di mais e barbabietola da zucchero. In cucina o nella zona studio le sedie in plastica riciclata uniscono un design accattivante a un minore spreco di materia prima. Anche i tappeti possono essere in lana o cotone, fibre naturali, oppure quando serve una particolare resistenza in ecoplastica piuttosto che nel consueto poliestere. Ci sono anche i pouf in plastica ricavata da bottiglie in PET e riempiti con perle in ecoplastica: morbidi ed ecologici. Per non parlare di contenitori, scatole di arredo, scaffali in cartone riciclato e riciclabile di grande effetto e tutti naturali.

Lucia Fino

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