Wise Society : Clima. Più fatti e meno chiacchiere

Clima. Più fatti e meno chiacchiere

di Sebastiano Guanziroli
6 Ottobre 2010

Riduzione degli sprechi. Diffusione delle energie rinnovabili e consapevolezza dei cambiamenti climatici in corso. Il futuro del nostro pianeta dipende non solo da scelte politiche, ma anche da piccoli gesti quotidiani che tutti possono fare. Parola di Luca Mercalli. Il più noto dei climatologi italiani ci spiega perchè è il momento di agire

L’estate che si è appena conclusa è stata, a livello mondiale, la seconda più calda a partire dal 1880. Parola di Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società Meteorologica Italiana Onlus, autore della pubblicazione “Clima ed energia: capire per agire”, realizzata nell’ambito della campagna Energia Sostenibile per l’Europa, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente. Come a dire: non basta questo ulteriore dato, oltre a tutti quelli degli ultimi anni, per farci intraprendere azioni concrete a proposito del cambiamento climatico? Perché proprio questo è il senso dell’opuscolo informativo SEE: aprire una finestra di riflessione sullo stato del clima oggi, prevedere come sarà, e quindi agire di conseguenza. Contribuendo a colmare una lacuna di informazione che Mercalli ritiene essere molto grave: «Questa mattina ho trascorso alcune ore in viaggio in auto, e saltando da una radio all’altra non ho mai ascoltato una notizia che riguardasse i cambiamenti climatici. Solo chiacchiere. Eppure la nostra vita dipende e dipenderà da questo. Io voglio che si parli di questi temi, che sono strategici e già oggi impattano sulla nostra vita, basti vedere cos’è successo quest’estate con le piogge sulla Costiera Amalfitana». Oppure, su scala più globale, pensando agli incendi che hanno messo in ginocchio la Russia o all’aggravarsi del ritiro della calotta in Groenlandia. «Parlare in modo corretto di questi temi non è catastrofismo – prosegue Mercalli – anche perché i modelli matematici fanno previsioni corrette da vent’anni. Se la calotta si scioglie, si alza il livello degli oceani, e Venezia rischia di andare sott’acqua, tanto per rimanere in casa nostra. Il ghiacciaio che tengo monitorato io, il Ciardo nel Gran Paradiso, quest’estate si è assottigliato di un altro metro. E a Torino, nonostante nella vita di tutti i giorni non abbiamo avuto quest’impressione, è stata registrata la decima estate più calda negli ultimi 250 anni».

Le informazioni dunque non mancano, il problema è che non vengono presentate efficacemente all’opinione pubblica, che di conseguenza non fa pressione sulle classi politiche, che a loro volta rimandano decisioni che a breve termine possono risultare impopolari. Ma queste decisioni vanno prese ora, perché tra cinquant’anni la nostra vita sarà già cambiata. E tutto passa prima dall’informazione. Mercalli ricorda che in Svizzera, ad esempio, hanno stampato un francobollo che mostra in modo efficacissimo la progressiva sparizione del ghiacciaio Morteratsch: un modo semplice per mettere sotto gli occhi di tutti gli effetti del global warming.

Fin qui, per stare al sottotitolo della pubblicazione, siamo rimasti dalla parte del “capire”. E per l’”agire”? «Il momento è ora, basta cercare alibi o cercare di chi sia la colpa se siamo arrivati qui. Dobbiamo mitigare i problemi che già rischiano di sfuggirci di mano. Tanti hanno cominciato: penso ad esempio alle sagge politiche di riduzione delle emissioni avviate in alcune regioni austriache, dove sono state compiute scelte audaci che oggi pagano. Ma bisogna farlo tutti: la Lombardia da sola conta tanti abitanti quanto l’Austria… Mentre si aspettano le grandi decisioni internazionali e globali, si deve cominciare ad agire localmente. Le Alpi, per esempio, si sono proposte come laboratorio di azione».

Come Unione Europea la visione delle azioni da intraprendere sembra molto chiara: un insieme di efficienza energetica, investimento nelle rinnovabili e adattamento ai futuri cambiamenti climatici. Sono obiettivi condivisi anche dall’Italia che, però, quando deve passare dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti, si dimostra ancora indietro. Mercalli scrolla la testa: «In Italia la bilancia energetica è migliorata più grazie alla crisi e alla diminuzione dei consumi che alle politiche concretamente intraprese. Se il nostro paese è messo bene nel computo delle rinnovabili è solo grazie agli investimenti nell’idroelettrico fatti dai nostri nonni! Erano loro quelli lungimiranti, e il nostro rinnovabile quindi è frutto di scelte vecchie. Però almeno il loro spirito dovremmo recuperarlo… tra l’altro siamo messi così male che sarebbe veramente semplice migliorare, con tutti i vantaggi economici che ciò comporterebbe. Per paesi avanzati come quelli scandinavi, invece, paradossalmente è più difficile: hanno preso decisioni sagge da anni, e oggi devono inventarsene di nuove».

Salva

Salva

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: ,
Continua a leggere questo articolo: