Da Bruxelles a Barcellona, sono molte le città europee che hanno intrapreso con successo la via della sostenibilità ambientale. Puntando sulla mobilità alternativa all'auto, il risparmio energetico e il recupero dei parchi pubblici. Una rivoluzione necessaria che si può realizzare anche a partire dai cittadini
Cosa significa oggi, essere un cittadino felice? Ha provato a dare una risposta a questo interrogativo il convegno internazionale Green cities, Happy people (Città verdi per abitanti più felici, che si è svolto a Palazzo Marino al’11 e il 12 febbraio 2011) promosso da Milanosimuove. Al centro dell’iniziativa l’idea di confrontare l’esperienza di cinque centri urbani europei su temi come la qualità dell’aria, la maggior attenzione al verde pubblico e la mobilità con la situazione della capitale lombarda, per trovare possibili soluzioni sulla vita della sostenibilità. Ed è proprio qui che, nello scorso autunno, in nemmeno quattro mesi, sono state raccolte oltre 25 mila firme (molte più di quelle necessarie) per indire cinque referendum dedicati alla salvaguardia della salute e della qualità della vita. In attesa che il Collegio dei Garanti del Comune di Milano si pronunciarsi sull’ammissibilità della consultazione popolare può essere utile dare un’occhiata a cosa succede in altre realtà europee, da Bruxelles a Graz.
Partiamo proprio dalla capitale belga, il cui ministro per l’Ambiente, l’Energia e il rinnovo urbano di Bruxelles (Eveline Huytebroeck) ha illustrato i percorsi virtuosi intrapresi nella propria città, tra l’altro molto simile a Milano come territorio e densità abitativa. L’inquinamento dell’aria a Bruxelles in passato era dovuto per la maggior parte (72 percento) al riscaldamento di scuole, ospedali, palazzi governativi: in soli tre anni sono riusciti, grazie a un nuovo regolamento sul rendimento energetico, ad avere ben 80 edifici pubblici passivi con l’obiettivo di arrivare al 100 per 100 per quelli in via di ristrutturazione o di nuova costruzione entro il 2015. Sul tema della mobilità cittadina oltre a incentivare l’uso delle biciclette si è puntato sulla velocità ridotta dei veicoli a motore imponendo i 30 kilometri orari in zone specifiche. Infine, grande popolarità ha riscosso l’iniziativa rivolta a chi decide di rottamare l’auto e restituisce la targa: può scegliere di ricevere una bici oppure un abbonamento carpool, cioè l’uso dell’auto in comune.
A Monaco tutti in bici
La principale città della Baviera rappresenta uno degli esempi più felici di Città verde: ne ha illustrato l’esperienza il vicesindaco Hep Monatzeder. Monaco ha saputo raggiungere eccellenti risultati soprattutto riuscendo a coinvolgere capillarmente gli abitanti, i gruppi di cittadini, le realtà sociali presenti sul territorio. Alle parole sono seguiti fatti concreti, cercando di condividere le scelte con un numero sempre più ampio di cittadini. Uno degli obiettivi attuati dell’azienda elettrica locale è produrre energia rinnovabile in proprio per riuscire a rifornire tutte le 800mila famiglie di Monaco entro il 2015 e diventare autonoma nella produzione energetica necessaria alla copertura dell’intero fabbisogno della città entro il 2025. Per la Giunta Comunale di Monaco non c’è mezzo di trasporto più ecocompatibile della bicicletta e la città si sta fortemente impegnando per diventare la “capitale” della bicicletta, incentivandone l’uso dall’attuale 14 al 20 percento entro il 2015, senza trascurare il tema della sicurezza stradale.
Spagna e Austria puntano sui mezzi pubblici
A Barcellona per la riduzione del traffico e delle emissioni di gas serra si è fortemente creduto nel potenziamento del trasporto pubblico. A raccontarlo è Imma Mayol i Beltran, vicesindaco. Dall’aumento della frequenza dei convogli, all’estensione della rete delle corsie preferenziali, fino all’aumento delle ore di servizio, anche nel fine settimana, riducendo così anche gli incidenti causati dall’alcool. Per rendere più verde la città si è lavorato intensamente al recupero dei parchi cittadini, (negli ultimi anni sono stati risistemati 29 grandi aree verdi, fra cui il Parco Nazionale urbano Collserola) guadagnando 19 ettari di spazio verde urbano in più. La posizione geografica e il clima mediterraneo hanno favorito a Barcellona la strada del solare termico, con un incremento in metri quadri nell’installazione di pannelli solari del 100 percento (negli ultimi dieci anni). Per concludere con la prossima introduzione della centrale di generazione di energia Free Zone: un servizio di teleriscaldamento che fornirà aria calda e fredda a due interi quartieri.
Una grande metropoli assediata dal traffico, come Parigi, ha iniziato il suo percorso virtuoso semplicemente riducendo lo spazio per le auto a favore dei mezzi di trasporto pubblico e delle biciclette. Ne illustra il cammino Denis Baupin, Vicesindaco. Innanzitutto sono state messe a disposizione dei parigini ben 20 mila e cinquecento biciclette in milleduecento punti della città e il successo è stato tale che in breve tempo si è arrivati a 200mila abbonati al servizio e, solo nello scorso anno, ben 26milioni di noleggi. Le agevolazioni al transito dei trasporti pubblici soprattutto per i pendolari e la valorizzazione di quartieri verdi hanno favorito la riduzione delle emissioni di azoto con un abbattimento del 32 percento (tra il 2002 e il 2007).
Anche il vicesindaco di Graz, Lisa Rucker, ha raccontato come nella città austriaca siano riusciti a far crescere gli spostamenti in bicicletta fino al 28 percento facendo guadagnare alla città l’ottavo posto nella classifica fra le città europee. Questo grazie soprattutto alla motivazione e discussione che ha portato la cittadinanza al cambiamento. Cambiamento iniziato dal basso, nelle scuole promuovendo la soft mobility: dagli scuolabus agli assegni studenteschi per l’acquisto di abbonamenti a mezzi pubblici, fino a mobility games destinati ai più piccoli e ai loro insegnanti. L’aumento di percorsi protetti per i pedoni ha aumentato l’abitudine a passeggiare e fare trekking. Sono state incentivate poi tutte quelle attività correlate alla mobilità sostenibile come training appositi destinati a chi voglia imparare a riparare da solo la propria bici. Per finire con i semafori: più di 7 mila usano i LED. Insomma, dalle misure più semplici alle soluzioni più complesse, è necessario intervenire subito per cambiar faccia alle nostre inquinate e soffocanti città.