Wise Society : Biodiversità: quali sono le specie a rischio in Italia?

Biodiversità: quali sono le specie a rischio in Italia?

di Andrea Ballocchi
27 Gennaio 2023

L’Italia è particolarmente ricca di forme di vita, ma il rischio di estinzione è dietro l'angolo. Scopriamo i fattori di rischio che gravano su questo patrimonio di inestimabile valore e, soprattutto, le specie più in pericolo

L’Italia è uno scrigno di biodiversità. Conta il più alto numero e la più alta densità di specie animali e vegetali all’interno dell’Unione Europea, oltre a un alto tasso di endemismo: in poche parole, conta su un’elevata presenza esclusiva e caratteristica di determinate specie animali o vegetali in un’area determinata. Questo patrimonio, però, è oggi a rischio a causa di numerosi fattori: e la perdita di questa varietà di forme di vita è pericolosa da molteplici punti di vista.

Biodiversità in Italia: il lago di Braies

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Italia, un prezioso scrigno di biodiversità

La sua conformazione motiva questa ricchezza di biodiversità: il Belpaese conta su varie regioni biogeografiche, quali la regione alpina, continentale e mediterranea, che presentano differenze climatiche, topografiche e geologiche. Da qui la varietà in termini di flora e fauna.

Tutto questo patrimonio è però a forte rischio, a causa di numerosi fattori che stanno minacciando un patrimonio unico. Si spera che gli investimenti fatti dall’Italia sortiscano gli effetti sperati. Si ricorda che il nostro è il primo Paese in Europa quanto a finanziamenti dedicati a salvaguardare la biodiversità: secondo il report annuale sulla biodiversità di Legambiente, tra il 1992 e il 2020 sono stati finanziati più di 970 progetti determinando un investimento complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro, di cui circa 850 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento.

Lo stato della biodiversità in Italia

Il nostro Paese, come detto, è estremamente ricco di biodiversità. La Convention on Biological Diversity dell’ONU stima che in Italia siano presenti più di 58mila specie faunistiche, per la stragrande maggioranza (95%) costituita da invertebrati. Questo numero potrebbe essere ben più ampio: recenti studi su alcuni gruppi di insetti suggeriscono che il numero di specie animali dovrebbe essere aumentato di almeno il 15%, portando il numero di specie segnalate in Italia a più di 65mila. Ci sono più di 6.700 specie di piante (alghe e muschi esclusi), e circa 20mila specie di funghi conosciute.

La penisola italiana, inoltre, conta su un’alta incidenza di specie endemiche: lo sono circa il 30% delle specie animali e il 15% delle specie di piante. La Sicilia e la Sardegna sono particolarmente importanti da questo punto di vista: la loro flora autoctona rappresenta l’11% di tutta la flora italiana, di cui il 15,26% è endemico.

L’importanza delle aree protette

Questo patrimonio è pressoché presente nelle aree protette e nei parchi che sorgono in tutta Italia. Negli ultimi anni il nostro è il Paese europeo che ha istituito il maggior numero di aree protette ai sensi della Legge Quadro sulle Aree Protette e della Legge per la Difesa del Mare. A queste si aggiungono le aree della Rete Natura 2000, che coprono complessivamente più di un quinto del territorio nazionale.

In Italia sono state istituite 867 aree protette per un totale di 3.140.798 ettari di superficie a terra e 2.830.803 ettari a mare, corrispondenti al 10,42% del territorio nazionale. Relativamente alle aree marine protette, le previsioni normative hanno individuato complessivamente 52 aree di reperimento. A queste si aggiungono le aree Natura 2000, costituite da 2269 Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Inoltre, in Italia vi sono 20 riserve della biosfera (MAB), le aree naturali protette mirate al mantenimento e alla salvaguardia della biodiversità, sia terrestre sia marina.

Tartarughine in spiaggia

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Biodiversità a rischio: le cause e le specie minacciate in Italia

Questa ricchezza di biodiversità è a forte rischio. I pericoli sono molteplici. Se si guarda all’Italia, gli ultimi rapporti ci dicono che è a rischio desertificazione quasi il 21% del territorio nazionale, il 41% del quale si trova nel Sud Italia.  Un problema decisamente più sentito è il consumo di suolo. Tra il 2006 e il 2021 il Belpaese ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale o semi-naturale, sottolinea ISPRA in un rapporto dedicato. C’è poi il rischio che caratterizza tutta la penisola: il rischio idrogeologico. Complessivamente il 93,9% dei Comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera.

Altri fattori trainanti sono la cattiva gestione della silvicoltura e dell’agricoltura, l’abbandono delle attività pastorali con conseguente riduzione degli habitat semi naturali, l’urbanizzazione e il disturbo antropico. Gli incendi intenzionali sono un’altra importante minaccia per la conservazione di alcuni habitat.

Per gli habitat marini, l’inquinamento è al primo posto, seguito dalla modifica degli ecosistemi, mentre il disturbo antropico, la mortalità dei pesci, il trasporto e la modifica degli habitat costieri e litoranei hanno lo stesso impatto. In Italia sono state identificate circa tremila specie aliene terrestri e quasi 900 acquatiche.

Tutto questo ha un impatto pesante sulle specie viventi e sulla biodiversità. Le Liste Rosse Italiane stilate dalla IUCN – Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, rivelano che sono minacciate o a rischio di estinzione il 43% delle 202 specie tutelate dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva Europea Habitat, per quanto riguarda la flora. Il grado di rischio va dalla minaccia critica all’estinzione. ISPRA ricorda a questo proposito:

“Tra i Vertebrati italiani sono a rischio di estinzione il 21% dei Pesci cartilaginei, il 48% dei Pesci ossei di acqua dolce, il 2% dei Pesci ossei marini, il 19% dei Rettili, il 36% degli Anfibi, il 23% dei Mammiferi e il 27% degli Uccelli nidificanti”.

Il quinto Reporting della Direttiva Habitat e i report della Società Italiana di Biologia Marina mettono in luce dati altrettanto preoccupanti: più della metà (52%) delle 570 specie di fauna italiana protette dalla Direttiva Habitat mostrano uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. Il 40% di alghe, licheni, muschi, felci italiane sono a rischio di estinzione. Il 50% delle specie di vertebrati presenti in Italia sono minacciate d’estinzione. Un quarto delle specie di uccelli è minacciato. Un quinto delle specie di mammiferi sono in uno stato di conservazione non favorevole e un quarto delle specie animali marine sono considerate a rischio.

Infine, in termini di habitat, segnaliamo – tra i vari indicatori – che 69% di quelli terrestri italiani di interesse comunitario presentano uno stato di conservazione sfavorevole; mentre un terzo (33%) degli habitat marini italiani di interesse comunitario presentano uno stato di conservazione inadeguato, e solo il 26% è in uno stato di conservazione favorevole.

Uccellini su un ramo

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Cos’è la biodiversità e quali vantaggi comporta

La biodiversità, secondo la Convenzione ONU sulla diversità biologica, è la “variabilità tra gli organismi viventi di qualsiasi origine, compresi, tra l’altro, gli ecosistemi terrestri, marini e acquatici e i complessi ecologici di cui fanno parte: ciò include la diversità all’interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi”. La biodiversità si riferisce quindi alla variabilità della genetica, delle specie, delle popolazioni, degli habitat, degli ecosistemi e dei servizi ecosistemici, all’interno di una determinata area

Sono molteplici i benefici offerti dalla biodiversità. Essa fornisce nutrimento (vegetali e animali), fibre per tessuti (cotone, lana, ecc.), materie prime per la produzione di energia (legno e minerali fossili) ed è la base per i medicinali, ricorda l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Inoltre fornisce numerosi servizi ecosistemici fondamentali per il benessere umano attuale e futuro. Il clima è parte integrante del funzionamento degli ecosistemi e la salute umana è influenzata direttamente e indirettamente dai risultati delle condizioni climatiche sugli ecosistemi terrestri e marini.


Andrea Ballocchi

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