A partire dal recupero delle plastiche dure, l'azienda lombarda Iterchimica ha sviluppato un additivo high tech che rende il manto stradale più resistente. Una miscela innovativa usata da Webuild nella costruzione del Ponte Genova San Giorgio
Un asfalto sostenibile che resiste il doppio del tempo rispetto al tradizionale grazie a una miscela high-tech che recupera plastiche. Stiamo parlando del materiale utilizzato per il nuovo ponte di Genova. Scopriamo di che si tratta perché è così innovativo.
L’asfalto sostenibile del Ponte di Genova
Il Ponte “Genova San Giorgio” – costruito da Webuild insieme a Fincantieri – vanta un asfalto sostenibile le cui prestazioni sono state incrementate grazie a Gipave, un additivo speciale brevettato e realizzato dalla Iterchimica. L’azienda di Suisio, in provincia di Bergamo, dal 1967 si dedica alla progettazione e produzione di prodotti che migliorano le performance degli asfalti e ha realizzato una miscela “sostenibile” a partire dal processo di recupero delle plastiche dure, in una logica di economia circolare.
Gipave: le caratteristiche dell’additivo sostenibile per l’asfalto
Il supermodificante polimerico di ultima generazione a base di grafene e plastiche “dure”, progettato per la costruzione e manutenzione di pavimentazioni stradali durature ed ecosostenibili è stato realizzato attraverso un innovativo processo brevettato di selezione delle plastiche normalmente destinate agli impianti di termovalorizzazione che possono essere riciclate e riutilizzate nei successivi cicli produttivi, creando valore nel lungo periodo.
Gipave® raddoppia la durata delle pavimentazioni stradali, ne migliora le proprietà meccaniche, le prestazioni strutturali (resistenza), riduce i costi di manutenzione e le rende riciclabili all’infinito, mettendo in pratica un modello di economia circolare a basso impatto ambientale.La miscela, che è stata studiata per il manto superficiale, è anche fonoassorbente e permette di ridurre al minimo il rumore dei veicoli, oltre a migliorare le capacità dell’asfalto di sopportare le escursioni termiche e il tempo, la pioggia e il sole.
Tecnologia testata a Fiumicino e scelta da Webuild per Genova
Il progetto è nato quasi cinque anni fa e, lanciato assieme alla Regione Lombardia, è stato testato su alcuni tratti stradali particolarmente critici, come le piste aeroportuali dello scalo di Fiumicino, dopo una lunga sperimentazione il progetto ha dato vita alla tecnologia scelta da Webuild per l’asfalto del nuovo ponte di Genova.
Il prodotto, infatti, raccoglie in sé tutta l’innovazione di questo settore e la propensione di Webuild all’utilizzo di materiali con un forte componente di sostenibilità. Al suo interno sono presenti plastiche da riciclo e grafene, che conferiscono all’asfalto – nelle condizioni già testate – una resistenza maggiore del 250% rispetto a quelli tradizionali.
Iterchimica, dal recupero delle plastiche dure all’additivo finale
«Su questo prodotto – spiega Federica Giannattasio, amministratore delegato di Iterchimica – la nostra azienda ha due brevetti: il primo per il processo di recupero delle plastiche e il secondo per l’additivo finale».
All’interno dell’asfalto vengono, infatti, recuperate le plastiche dei giocattoli o quelle delle panchine, tutti materiali che prima di questo brevetto non rientravano nella filiera del riciclo.
«Si tratta di un progetto sostenibile al 100% – prosegue Giannattasio – e l’Università Milano-Bicocca ha calcolato che, tanto per il recupero delle plastiche quanto per la maggiore durata dell’asfalto, c’è un risparmio di emissioni di CO2 nella produzione e manutenzione di questo materiale del 60%».
Il dono è stato fatto da Iterchimica e dai suoi partner Directa Plus, azienda comasca produttrice di grafene, e G.Eco (gruppo a2a) che ha fornito la componente di plastiche dure da recupero. Nella sede di Iterchimica hanno lavorato in parallelo i chimici e gli ingegneri, i primi sui materiali, i secondi sulla progettazione. Successivamente la miscela giusta dell’asfalto è stata messa a punto dal laboratorio ufficiale Poliedro.