L'Iccam-Cnr di Firenze ha trovato il modo di produrre il polimero solo attraverso la pressione e la fotoattivazione
Ottenere polietilene ad altà densità, ovvero con caratteristiche di resistenza che lo rendono adatto alla realizzazione di oggetti che richiedono lunga durata, come le protesi mediche, senza l’utilizzo di agenti chimici, ma con il solo utilizzo di pressione e fotoattivazione riducendo di gran lunga l’impatto ambientale della produzione. Quello che, fino a ieri, sembrava una chimera adesso è realtà. A mettere a punto il sistema di produzione di Hdpe (High density poly-ethylene), un polimero derivato dal petrolio, sono stati i ricercatori dell’istituto di chimica dei composti organo-metallici del Consiglio nazionale delle ricerche, meglio conosciuto come Iccom-Cnr.
Lo studio condotto dall’istituto di ricerca fiorentino è stato illustrato da Matteo Ceppatelli che ha pubblicato i dettagli su “Macromolecular Rapid Communications” e sul sito “Pubfacts”. «Il risultato più importante di questo lavoro – riassume Ceppatelli – è essere riusciti a sintetizzare grandi volumi di materiale per polimerizzazione dell’etilene a temperatura ambiente, utilizzando solamente pressione e fotoattivazione, in totale assenza di altri agenti chimici e quindi riducendo l’impatto ambientale e anche il costo di produzione». La sintetizzazione è avvenuta in un reattore pilota per le ricerche di laboratorio che, però, concludono dall’istituto di ricerca «è disegnato in modo da poter essere riprodotto su dimensioni molto maggiori per applicazioni tecnologiche».