La proposta è stata avanzata dalla Comunità «Laudato si’» e vede come firmatari le più importanti associazioni ambientaliste italiane. Non mancano le problematiche per realizzare un progetto così vasto.
Un albero ciascuno per salvare la Pianeta. È questa la proposta avanzata dalla Comunità «Laudato si’» – con in calce le firme di Stefano Mancuso (che dirige il laboratorio di neurobiologia vegetale all’Università di Firenze), Carlo Petrini (presidente Slow Food) e Domenico Pompili ( Vescovo diRieti) – per contrastare la crisi climatica. «Con 60 milioni di alberi in più si mitigherebbero fin da subito i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera. Speriamo che il nostro appello possa essere recepito dai cittadini di buona volontà, dalle aziende, da Comuni e Regioni». In teoria, a conti fatti, la proposta ha incassato l’ok da parte di tutti. Il difficile viene adesso, nel passaggio alla fase operativa.
60 MILIONI DI ALBERI: SÌ, MA COME? – L’evoluzione richiede un progetto su scala nazionale che sia basato sui paletti posti dalla scienza. Da qui l’idea di 11 esperti italiani del mondo forestale e ambientale, che accogliendo lo spunto lanciato dalla Comunità «Laudato si’» ha rilanciato un appello. «Non serve soltanto piantare gli alberi, bisogna farlo in modo efficace – si legge in un documento che porta le firme di Marco Marchetti (presidente SISEF), Domenico Brugnoni (presidente Aiel), Sabrina Diamanti (presidente Conaf), Paolo Mori (ceo Compagnia delle Foreste), Gianni Tarello (Coordinamento Forestale dell’Alleanza delle Cooperative italiane), Raoul Romano (Crea PB), Piermaria Corona (direttore CREA FL), Antonio Pollutri (WWF Italia), Davide Pettenella (presidente FSC Italia), Maria Cristina D’Orlando (presidente PEFC Italia), Stefano Ciafani (presidente Legambiente) e Marco Bussone (presidente UNCEM) -. Servono spazi e luoghi idonei, oltre a un materiale vivaistico controllato e alle risorse per gestire le colture. I circa 60mila ettari (pari a 100mila campi da calcio, ndr) che sarebbero necessari per assegnare almeno dieci metri quadri a ciascuna pianta per poter divenire un grande albero non si trovano facilmente».
DUE DIFFICOLTÀ OGGETTIVE – Secondo gli esperti, ci sono almeno due problemi: l’incapacità per molti Comuni di gestire un surplus di alberi, dal momento che per loro la sola situazione attuale non è così semplice da gestire. E poi i vivai italiani non sembrano essere attualmente in grado di produrre un numero così alto di piantine con semi diprovenienza locale. «Le piantine non ci sono e non possiamo inquinare la nostra biodiversità importando seme o piantine da altre aree geografiche – affermano gli esperti -. Servono inoltre cure colturali, se vogliamo che gli alberi piantati possano fissare carbonio per tanti anni e al massimo della loro efficienza». Questo non vuol dire che non si possano piantare 60 milioni di alberi, ma che non siamo in grado di farlo subito. Occorre organizzarsi e per questo gli esperti invitano le parti in causa al congresso della Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale, in programma a Palermo dal 12 al 15 novembre. Obbiettivo: stilare un calendario che abbia come obbiettivo la possibilità di piantare quanti più alberi possibile. Nel più breve tempo possibile.
SERVIREBBE UN ULTERIORE MILIARDO DI ETTARI DI FORESTE – Gli scienziati di tutto il mondo concordano sull’importanza della riforestazione. Piantare alberi è la principale soluzione che abbiamo oggi a disposizione per far fronte al riscaldamento globale. La riduzione delle attuali emissioni e la transizione verso le energie pulite, pur urgenti e indispensabili, da sole non bastano per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 21). Occorre che questi processi di graduale conversione ecologica siano affiancati da che portino ad accelerare l’abbassamento dei livelli di anidride carbonica. Piantare nuovi alberi è una di queste soluzioni che offrono la possibilità di prendere tempo, nell’attesa di un radicale cambio degli stili di vita. Attualmente, secondo la Fao, sulla Terra ci sono 5.5 miliardi di ettari di boschi (dati Fao). Secondo il recente rapporto dell’«Intergovernmental panel on climate change (Ipcc)», per ridurre di 1,5 gradi il riscaldamento globale entro il 2050 sarebbe necessario avere un miliardo di ettari in più di foreste.
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