La città olandese è la prima mondo ad aver approvato una legge che vieta la pubblicità che promuove prodotti derivati dai combustibili fossili. Ma altre città e realtà si sono mosse o lo stanno facendo, in tutto il mondo, stimolate da campagne e iniziative e dall’invito del segretario ONU
Niente più pubblicità legate ai combustibili fossili a L’Aja, prima città al mondo ad aver approvato una legge che vieta la pubblicità che promuove prodotti derivati dai petrolio, gas e carbone. Come evidenzia il Guardian, è la prima volta che una città proibisce la pubblicità ad alto contenuto di carbonio tramite una legislazione locale.
Il Consiglio comunale della città olandese, la terza più grande dei Paesi Bassi, ha infatti pubblicato un avviso relativo al Memorandum quadro sulla pubblicità esterna dell’Aia 2024-2029. Esso stabilisce che «la pubblicità sui fossili sarà esclusa dalle gare successive».
La promotrice della proposta, Leonie Gerritsen, membro del consiglio dell’Aja per il Partito per gli Animali ha spiegato così la storica decisione: «non capita spesso che noi in consiglio comunale si possa parlare di prima mondiale. Eppure, se questa proposta per fermare la pubblicità sui fossili avrà successo, stasera saremo la prima città al mondo a farlo. Sicuramente molte città ci seguiranno, soprattutto dopo l’appello di António Guterres». La scelta della città olandese non è l’unica. Come vedremo, già altre città nel mondo si sono mosse e si stanno muovendo su questo proposito.
L’esempio de L’Aja
Lo stimolo per arrivare alla decisione della città de L’Aja lo ha offerto, lo scorso giugno, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. In un discorso in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, il segretario generale ONU ha esortato ogni Paese «a vietare la pubblicità delle aziende di combustibili fossili». Nell’occasione ha anche invitato media e aziende tecnologiche a smettere di accettare pubblicità sui combustibili fossili.
La città dei Paesi Bassi ha preso l’invito alla lettera «perché consentire la promozione di un’industria che sta distruggendo in modo così evidente la salute del nostro pianeta e dei suoi abitanti è illogico e insostenibile. L’Aja dimostra che ciò è possibile attraverso la legge locale. Questa decisione potrebbe avere un effetto valanga in tutto il mondo».
Le nuove norme disposte dalla città di L’Aja si applicheranno da gennaio 2025 ai cartelloni pubblicitari e agli schermi pubblicitari indipendenti.
Non solo all’Aja: gli stop alle pubblicità sui combustibili fossili si moltiplicano
Ancora prima dell’iniziativa de L’Aja va ricordata la proposta fatta da Amsterdam. La capitale dei Paesi Bassi ha messo agli atti l’intenzione di non pubblicizzare più mezzi di trasporto alimentati da combustibili fossili, come auto o aerei, nella metropolitana e nel centro cittadino. Tuttavia, riporta sempre il Guardian, l’intenzione non è stata tramutata in legge.
La proposta è stata stimolata dal gruppo Reclame Fossielvrij (Advertising Fossil Free). Esso ricorda che varie città si sono mobilitate. In Australia alcuni consigli comunali, tra cui quello di Sydney, hanno votato a favore di una serie di restrizioni sulla pubblicità e sulle sponsorizzazioni dei combustibili fossili.
A Toronto, in Canada, la consigliera comunale Dianne Saxe ha pubblicato una mozione che propone di limitare la pubblicità “falsa e fuorviante” da parte di gruppi di lobby del petrolio e del gas sui trasporti pubblici, lo scorso 10 settembre 2024. La mozione è stata approvata nello stesso mese.
Il consiglio comunale di Edimburgo ha votato per vietare la pubblicità sui combustibili fossili sulle proprietà cittadine, minando la capacità non solo delle compagnie petrolifere, ma anche dei produttori di automobili, delle compagnie aeree e delle navi da crociera, di promuovere i loro prodotti. Come segnala il Washington Post, il divieto ha preso di mira anche i produttori di armi.
È interessante notare che il divieto di Edimburgo riguarda anche i SUV elettrici, in seguito a un rapporto della IEA (Agenzia Internazionale per l’Energia) che ha dimostrato che tutti i SUV consumano il 20% di energia in più rispetto alle auto più piccole.
Anche a Sheffield, sempre quest’anno, si è deciso di mettere al bando, sui cartelloni pubblicitari di proprietà comunale, pubblicità per una vasta gamma di prodotti e marchi inquinanti, tra cui compagnie aeree, aeroporti, auto alimentate a combustibili fossili (incluse le ibride) e aziende di combustibili fossili, ai sensi della nuova Politica pubblicitaria e di sponsorizzazione del Consiglio comunale cittadino.
Le iniziative si moltiplicano, da Greenpeace all’Università di Cambridge
È già da qualche anno che sorgono iniziative che intendono portare al divieto di prodotti dannosi per il clima. Già nel 2020 Greenpeace France, Climate Action Network e Resistance to Advertising Aggression (RAP) hanno pubblicato un rapporto in cui emerge l’urgenza di una “legge Évin Climat” volta a vietare la pubblicità che promuove il settore dei carburanti, a cominciare da quello aereo, automobilistico, marittimo.
Va ricordata anche la campagna Badvertising, nata per fermare pubblicità e sponsorizzazioni che alimentano l’emergenza climatica, comprese quelle per auto, voli aerei e combustibili fossili. La campagna era originariamente nata per vietare la pubblicità del tabacco.
Non sono comunque solo le città a vietare questo tipo di advertising. La scorsa estate l’Università di Cambridge, attraverso il proprio Consiglio, ha concordato una nuova procedura per valutare i finanziamenti provenienti dalle aziende di combustibili fossili. In base ad essa, l’Università non accetterà finanziamenti per la ricerca o per attività filantropiche da aziende operanti nel settore o i cui modelli non siano in linea con l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, “a meno che non vi siano circostanze eccezionali”.
Andrea Ballocchi