Wise Society : A Pechino l’aria pura costa 50 cent

A Pechino l’aria pura costa 50 cent

di Francesca Tozzi
6 Febbraio 2013

Vendere lattine piene di aria pulita ai cinesi come protesta contro il livello di guardia raggiunti dallo smog nella capitale: è l'ultima provocazione del miliardario filantropo Chen Guangbiao. Un grande successo che fa però riflettere

Perché mai un multimilionario cinese dovrebbe vendere lattine di aria pura alla folla su un marciapiede di Pechino? E perché mai i cinesi le dovrebbero comprare?

Eppure è successo. Al grido di “Fatevi avanti, due lattine per ciascuno, aria pulita. Basta aprire e respirare! Vi mantiene la testa fresca per l’intera giornata!Chen Guangbiao, che si autodefinisce come il numero uno fra i filantropi e gli ambientalisti del suo Paese e il cui patrimonio è stimato in 740 milioni di dollari, è riuscito a vendere al prezzo di circa 50 centesimi l’una (che corrispondono a 5 yuan) 8 milioni di lattine di “aria fresca” in pochi giorni.

Il suo è un gesto di protesta che ben intercetta l’emergenza inquinamento a Pechino dove a gennaio il livello di PM2.5 (così si misura l’inquinamento dell’aria in Cina) era attestato sui 500 ed è arrivato a toccare punte di 755. Considerando che per l’Oms danni gravi per la salute cominciano già oltre il livello 300, si può capire come l’aria sia diventata irrespirabile e perché la gente si sia lanciata su quelle lattine piene di aria proveniente da zone remote e non inquinate del Paese come Shangri-La nello Yunnan o Jinggangshan nel Jiangxi. Così almeno dice lui.

«Se non interveniamo nei prossimi 10 anni, i nostri discendenti dovranno girare con le taniche di ossigeno e indossare le maschere per tutto il giorno” ha ribadito il magnate che non è nuovo a questo genere di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo sulla necessità di imboccare la via della crescita sostenibile. La Cina, pur avendo ratificato il protocollo di Kyoto, non sarebbe tenuta a ridurre le emissioni di anidride carbonica perché non è tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che si crede stia provocando oggi il cambiamento climatico.

Eppure le autorità non ignorano che il problema si è esasperato già dall’inizio del 2013 tanto che hanno invitato la gente a non uscire di casa e a ridurre l’uso di fuochi d’artificio per il Capodanno che cadrà quest’anno il 10 febbraio. Chen Guangbiao vuole fare qualcosa di più che lanciare un allarme e protestare, lui vuole finire nei libri di storia. Ecco perché sta utilizzando le fortune messe insieme con il riciclo di rifiuti per diverse iniziative di tipo umanitario. A favore dell’ambiente ma non solo. Nel 2008, per esempio, arrivò nel Sichuan dopo il terremoto con una schiera di macchinari pesanti per estrarre i corpi dalle macerie. E quando nel 2011 lo tsunami colpì il Giappone, distribuì beni e denaro alla popolazione in difficoltà.

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