Nell'ambito del piano strategico Dubai Clean Energy Strategy 2050 anche la creazione di una zona franca dell'energia e 27 miliardi di prestiti agevolati
In concomitanza con lo svolgimento della COP21 sono molti i proclami di stati, aziende e città che dichiarano ai quattro venti i loro impegni a ridurre se non eliminare in futuro le emissioni di carbonio. Tra queste Dubai che però sembra fare sul serio.
La città degli Emirati ha stabilito che entro il 2030 tutti gli edifici dovranno dotarsi di una copertura fotovoltaica. Non una semplice dichiarazione di volontà quindi dato che il provvedimento rientra nell’ambito del piano denominato Dubai Clean Energy Strategy 2050, elaborato allo scopo di aumentare gradualmente il ricorso a fonti rinnovabili (raggiungendo il 7% entro il 2020, il 25% nel 2030 e il 75% nel 2050) per diminuire la dipendenza da combustibili fossili. Oltre ai tetti fotovoltaici, nello stesso piano rientrano anche altri provvedimenti come quello della realizzazione di una zona franca chiamata Dubai Green Zone allo scopo di attrarre i centri di ricerca e sviluppo e le aziende emergenti nel campo dell’energia pulita a trasferirsi a Dubai. E la creazione di un fondo verde di 27 miliardi di dollari per prestiti agevolati da erogare a quei soggetti industriali che vogliano investire nell’energia pulita.
«La nostra strategia riflette il nostro impegno a creare un modello energetico sostenibile che può essere esportato in tutto il mondo sostendendo la crescita economica senza danneggiare l’ambiente e le risorse naturali. Il nostro obiettivo è quello di diventare la città con la più piccola impronta di carbonio del mondo entro il 2050”, ha dichiarato Sheikh Mohammed bin Rashid governatore di Dubai.