Wise Society : Terra Madre – Salone del Gusto vuole “bene alla terra”

Terra Madre – Salone del Gusto vuole “bene alla terra”

di Mariella Caruso
17 Maggio 2016

A Torino dal 22 al 26 settembre l'edizione 2016 della manifestazione di Slow Food . Petrini: «Rapporto con la terra da ricostruire»

“Voler bene alla terra”: è questo il tema cui sarà dedicata l’edizione 2016 di Terra Madre – Salone del Gusto, appuntamento che dal 22 al 26 settembre invaderà per la prima volta le strade di Torino. «Voler bene alla terra significa prendersene cura, occuparsene con gentilezza e amore: coltivare e custodire l’ambiente deve essere il segno distintivo di questo momento. Serve una mobilitazione delle anime di tutti noi, un movimento globale che prenda in mano le disuguaglianze economiche ed ecologiche e si impegni per risolverle. Questa è una riflessione importante perché ventidue anni fa quando iniziammo con il Salone del Gusto dissi che avremmo potuto essere contenti quando nel mondo si sarebbe parlato molto di cibo, purtroppo mai come oggi si è parlato di cibo, ma mai come oggi la nostra agricoltura è in sofferenza. Non è ammissibile per un contadino dover cedere il latte a 22 centesimi e il grano a 20 euro a quintale», ha sottolineato il presidente internazionale di Slow Food, Carlin Petrini, presentando all’Osteria del Treno di Milano la nuova edizione e cercando di spiegare a fondo il perché della scelta di un tema così impegnativo. «Questo appello riguarda i contadini, i cittadini, i bambini – ha continuato Petrini – Il nostro obiettivo è quello di tornare a mettere in sintonia la città col contado che, a se ci si pensa, è stata la grande rivoluzione dell’umanesimo italiano. Oggi si tratta di un rapporto da ricostruire e il punto di partenza di partenza sono i giovani che hanno più sensibilità della gente della mia età».

EDUCARE I GIOVANI – Questo è uno dei motivi per cui molti degli eventi di Terra Madre (che diventa predominante) – Salone del Gusto 2016 avranno come protagonisti i più giovani, le famiglie e la scuola dove, da qualche anno, Slow Food porta avanti il progetto degli “Orti in condotta”. «Oggi gli orti scolastici nati come conseguenza del progetto sono 550», ha detto la “maestra” Rita Tieppo, che dopo aver insegnato per anni in una scuola dell’infanzia a Moncalieri, oggi organizza corsi per insegnanti e genitori per valorizzare l’importanza degli orti scolastici maestra negli ultimi dodici anni nell’orto scolastico. «Quando cominciai questo percorso non sapevo coltivare – ha raccontato –. Ho imparato da chi lo sapeva fare riscoprendo il valore della comunità, che è anche comunità dell’apprendimento. È stato importante per me e lo è, in particolar modo, per i bambini che hanno la possibilità di comprendere il valore del lavoro ed entrano in contatto con il cibo che poi consumano. Certo è stato complicato portare il cibo in mensa, ma è ci siamo impegnati a farlo perché è importante per i bambini mangiare l’insalata che hanno coltivato e raccolto».

SI CAMBIA – A differenza delle precedenti edizioni, svoltesi nel rassicurante perimetro di Lingotto Fiere, infatti, a ventidue dalla prima edizione del 2004 l’appuntamento biennale con il cibo buono, giusto e pulito cambia sede. «Abbiamo deciso di uscire da una dimensione fieristica per estenderci in tutta la città – ha spiegato Carlin Petrini -. Un esperimento già fatto con Cheese a Bra e Slow Fish a Genova e che, adesso, tentiamo anche a Torino». Il nuovo format prevede che Terra Madre – Salone del Gusto (a ingresso gratuito) si appropri degli spazi cittadini, a partire dal Parco del Valentino, fino alle piazze e ai luoghi più istituzionali come Palazzo Reale, che ospiterà l’enoteca, il Museo Egizio, che proporrà un percorso per mettere a confronto le buone pratiche dell’antichità dimostrando la loro validità a distanza di millenni, e altre realtà del territorio. «Proprio perché organizzato in città in sinergia con il territorio il calendario sarà in continuo aggiornamento fino a settembre», hanno spiegato da Slow Food che porterà la manifestazione anche nei quartieri periferici, nelle scuole e al Cottolengo perché, come ha sottolineato Petrini, «la qualità del cibo non deve essere solo per chi ha i soldi, ma per tutti».

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