Wise Society : Succhi di frutta: meglio senza zucchero e non concentrati

Succhi di frutta: meglio senza zucchero e non concentrati

di Fiorenza Da Rold
3 Settembre 2020

I succhi di frutta fanno male? No, a patto che non siano ricavati da succhi concentrati. Ecco una guida pratica alla scelta

Succhi di frutta sì o succhi di frutta no? Gli esperti sono tutti d’accordo: sarebbe sempre meglio consumare la frutta frullata o centrifugati, entrambi preparati artigianalmente in casa: è il metodo perfetto per valutarne di persona la qualità degli ingredienti e per non perdere preziose sostanze come le fibre e la vitamina C.

Ma non tutti hanno tempo e voglia di farlo. Così, spesso anche per i bambini, si ricorre ai succhi di frutta, la cui produzione è in continua ascesa. Tant’è vero che in commercio c’è davvero l’imbarazzo della scelta e tra i consumatori la confusione è tanta. Dai succhi da concentrato al nettare di frutta, e fino alle bevande a base di succo, non è facile orientarsi nell’acquisto. Le differenze, tuttavia, sono sostanziali e leggere le etichette può aiutarci a fare una scelta consapevole e sana.

Succo di frutta

Foto di silviarita da Pixabay

Le etichette dei succhi e le percentuali di frutta

Qual è la differenza fra succo e nettare? Moltissima. E bisogna stare attenti alle parole. Perché come in questo caso, il termine nettare” che nel significato rimanderebbe a qualcosa di sopraffino, indica invece il contrario e nella percentuale di frutta contenuta all’interno della bevanda. Scopriamo di più.

  1. Il succo di frutta deve contenere una quantità di frutta del 100 percento
  2. Il nettare, per definirsi tale, deve avere una percentuale di frutta che può variare dal 25 al 50. Il resto è acqua.
  3. Nelle bevande a base di succo di frutta, il contenuto di frutta può essere anche soltanto il 12 percento, con aggiunta di acqua, zucchero e additivi stabilizzanti.

Meglio fare attenzione, sapendo che nei succhi di frutta lo zucchero aggiunto non può superare i 100g/litro, mentre nel nettare la percentuale può salire fino un quinto del peso complessivo. Praticamente il doppio.

Sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition gli scienziati hanno pubblicato i risultati di un’interessante ricerca: per i soggetti esaminati che sceglievano succhi di frutta al 100 percento non zuccherati, il peso restava nella norma; al contrario, chi assumeva bevande zuccherate manifestava maggiori percentuali di grasso, con una conseguente predisposizione ad essere in sovrappeso.

Succo di arancia

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Perché scegliere succhi di frutta senza zucchero

Anche Franco Berrino (oncologo, epidemiologo di fama mondiale, esperto di alimentazione e direttore del Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) a proposito di succhi di frutta zuccherati mette in guardia i consumatori. Da tempo sostiene che è bene educare i bambini a non berne abitualmente, perché si tratta di bevande che apportano un eccessivo apporto calorico.

Peggio ancora se al posto dello zucchero c’è lo sciroppo di glucosio-fruttosio, che in più impedisce l’azione della Leptina, un ormone prodotto dal tessuto adiposo, la quale indica al cervello che nell’organismo si è accumulato troppo grasso. Chi assume lo sciroppo di glucosio (magari senza saperlo) non è in grado di percepire il senso di sazietà. Inoltre il gusto è molto più dolce dello zucchero classico e abitua il palato a sapori estremamente dolci. Purtroppo questo sciroppo, che è meno costoso dello zucchero, si trova in molti prodotti dell’industria alimentare.

Succo da concentrato: cosa significa?

Gran parte dei succhi di frutta in commercio sono “a base di succo concentrato“, come dichiara l’etichetta. Ma cosa significa? Partiamo dalla definizione: si definisce concentrato un succo che abbia oltre il doppio delle calorie del frutto corrispondente all’origine. I produttori concentrano il succo per non aggiungere zucchero, ottenendo una bevanda molto dolce, appetibile e comunque calorica.

Proprio per questo motivo sarebbe bene consumare succhi non da concentrato ma prodotti con frutta al 100% e senza zucchero

In pratica, per scegliere sugli scaffali il succo più salutare, un buon sistema è guardare le calorie: siccome gran parte della frutta fresca è al di sotto delle 40 kcal/100g, sarebbe meglio evitare i succhi che nelle informazioni nutrizionali indicate sulla confezione oltrepassano questo valore.

succo frutti di bosco

Foto di Francesca Hotchin su Unsplash

Frullati biologici, la nuova frontiera

Una delle ultime novità in commercio sono gli smoothie, anche biologici. Si tratta di frullati cremosi, venduti in bottigliette formato monodose, solitamente da 200/250 mL.

Vellutati, come dice il nome, sono i più ambiti di chi predilige il sano e naturale. Niente conservanti, senza zucchero né acqua aggiunta. Contengono una quantità di calorie simile alla frutta naturale, e spesso sulle etichette ammiccano alla frutta fresca appena colta, anche se ovviamente non è così.

Le qualità organolettiche e nutrizionali cambiano, perché gli smoothie sono comunque il risultato di processi industriali, soprattutto in caso di prodotti a lunga conservazione in cui comunque vengono utilizzati ingredienti semilavorati come succhi concentrati o polpa reidratata. Questo tipo di prodotti, infatti, possono essere custoditi nei banchi refrigerati, oppure sistemati sugli scaffali. Dunque anche in questo caso i parametri da tenere in considerazione sono molteplici-

La qualità è variabile a seconda della marca, così come la quantità di frutta utilizzata. Sono comunque più costosi dei normali succhi di frutta: i prezzi variano da 1,30€ fino a 2,30€ in caso di prodotti biologici, particolarmente pregiati perché si ottengono dalla macinazione a freddo del frutto intero e raggiungono percentuali nutrizionali superiori (fino al 70 percento di frutta utilizzata e valore energetico solo 26Kcal ogni 100 grammi). A livello organolettico, non sono troppo dolci. E piacciono molto anche ai bambini.

 

 

 

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