Sostenibilità ambientale e produzione alimentare sono al centro dell'esposizione d'apertura degli eventi di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020
«Noi, il cibo, il nostro pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile» è il titolo della mostra promossa dalla Fondazione Barilla che sabato 11 gennaio ha aperto la stagione di eventi di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020. Fino al 13 aprile negli spazi della Galleria San Ludovico e dei Portici del Grano ospitano un percorso esperienziale il cui obiettivo è approfondire l’attività dell’uomo che contribuisce maggiormente al cambiamento climatico: la produzione di cibo che incide per il 37%, più del riscaldamento degli edifici (23,6%) e dei mezzi di trasporto (18,5%).
Tra interattività ed esperienze immersive, la mostra visitabile gratuitamente è strutturata in modo da sottolineare il ruolo della cultura del cibo nella rapida evoluzione della nostra società. Per farlo analizza alcuni paradossi alimentari e fa emergere il forte legame che esiste tra la tutela della nostra salute e quella del Pianeta. «Mai come in questo momento cambiamenti climatici e sostenibilità ambientale sono al centro del dibattito. Con questa mostra desideriamo far nascere in tutti, giovani generazioni e non, un senso di cittadinanza attiva e una crescente consapevolezza che porti a ripensare i nostri sistemi agroalimentari. Puntiamo a sensibilizzare le coscienze, mettendo al centro una corretta educazione, alimentare e ambientale, elemento fondamentale per questo cambiamento», ha spiegato Anna Ruggerini, direttore operativo di Fondazione Barilla.
«C’è un rischio concreto di estinzione di specie animali e vegetali, le emissioni di gas serra sono quasi raddoppiate rispetto al 1980 portando a un aumento della temperatura di circa 0,8 gradi centigradi rispetto all’inizio del secolo. I cambiamenti climatici, che colpiscono i nostri raccolti, che provocano incendi, inondazioni o anche altre catastrofi ambientali, sono causati in buona parte dal modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo: è sotto gli occhi di tutti è che il nostro modello di vita non è più sostenibile», ha sottolineato Riccardo Valentini, Nobel per la pace 2007 e membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change che noi abbiamo intervistato qualche tempo fa proprio durante un evento di BCFN. Come già messo in evidenza nel corso dell’Expo 2015 fra trent’anni la popolazione mondiale arriverà a 10 miliardi con la diretta conseguenza che per nutrire tutte queste persone servirà più cibo. Tuttavia continuando a farlo con questo ritmo e in questo modo i danni arrecati al Pianeta saranno incalcolabili. Attualmente, per esempio, un terzo del raccolto mondiale di cereali viene utilizzato per dare da mangiare agli animali o per produrre i biocarburanti, nonostante la necessità di sfamare oltre 820 milioni di persone malnutrite nel mondo.
Una sezione della mostra, realizzata con la collaborazione di National Geographic Italia, Sustainable Development Solutions Network Mediterranean (Sdsn Med), Madegus, Civicamente, il contributo di un comitato scientifico multidisciplinare, la curatela di Codice Edizioni e con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Parma, è dedicata al “Piatto Virtuale” e dà la possibilità di scoprire se la nostra dieta è effettivamente sostenibile, per noi e per l’ambiente.