Quando cominciare? che tipo di cibi somministrare? in quali dosi: ecco le risposte a tutti i quesiti delle mamme de dei papà
Le mamme italiane? Quando si parla di alimentazione e svezzamento dei loro figli si scoprono insicure (4 su 10 in ansia) e ipercritiche (solo 2 su 10 giudicano adeguata l’alimentazione dei figli), anche se si occupano in prima persona dei pasti (il 90 per cento li prepara personalmente) e hanno un buon livello di informazione. Chi ha bambini piccoli, in particolare, dichiara di avere spesso dubbi e non sapere a chi chiedere (31 per cento) e il 65 per cento teme che i propri bambini non seguano una dieta equilibrata e completa di tutti i nutrienti. Il dato emerge da una ricerca condotta da Doxa per Unaitalia, l’associazione di categoria che tutela e promuove le filiere agroalimentari italiane delle carni e delle uova.
Svezzamento dei bambini: no al fai da te
Per lo svezzamento dei loro figli, le mamme tendono spesso a documentarsi online (1 su 2) e quattro di loro su dieci ritiene attendibili le informazioni che legge in rete su un alimento. «Ma il fai da te non è mai da consigliare – si raccomanda Giuseppe Morino, direttore dell’unità operativa di educazione alimentare dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma -. Il rischio è quello di proporre un’alimentazione non conforme ai reali fabbisogni del bambino, che può essere carente o eccessiva, e comportare ricadute sulla crescita in statura e in peso, sullo sviluppo neuropsicologico, sulla maturazione del sistema immunitario».
Se il ruolo dei genitori è insostituibile nel dare il buon esempio, è importante seguire le indicazioni del pediatra, che si basano su evidenze scientifiche e le raccomandazioni emanate dalle società scientifiche nazionali ed internazionali.
Gli errori più comuni nello svezzamento dei bambini
Tra gli errori più comuni in questa fase c’è quello di aggiungere sale ai cibi. «Non è necessario, i cibi offerti contengono già quantità sufficienti di sodio – prosegue l’esperto -. Inutile e dannoso è anche aggiungere zucchero o proporre cibi dolci: rischiano di influenzare il grado di piacevolezza al palato del cibo e le preferenze alimentari a lungo termine».
Attenzione anche a non eccedere con le proteine: «Qualora il latte materno non sia disponibile, meglio prediligere per il primo anno latte formulato o artificiale, a contenuto proteico più simile a quello del latte materno e non il latte vaccino». Importante poi è non trascurare la quota necessaria di grassi. «Per questo consigliamo di aggiungere un cucchiaio di olio di oliva fin dalle prime pappe e non inserire latte vaccino parzialmente scremato nei primi due anni».
Svezzamento: quando e come cominciare
Quando partire con lo svezzamento? Si inizia intorno ai sei mesi di età del bambino. Via libera alla frutta, inizialmente mela e pera per abituare il bambino al cucchiaino. Per le successive pappe meglio cominciare con cereali senza glutine (mais, tapioca e riso, prima a forma di semolino e poi pastina), per poi passare, dopo il sesto mese, a quelli con glutine.
I cereali, prosegue l’esperto, «dovrebbero essere serviti con un brodo di verdure, cotte e tritate, come patate, zucchine e carote. Insieme si aggiunge la carne: si inizia con liofilizzati e omogeneizzati di pollo, tacchino, coniglio e agnello, meno allergizzanti, per poi inserire anche vitello e manzo».
Gradualmente si possono inserire anche altre fonti proteiche: come pesce, legumi, formaggi. Tutto ciò, ovviamente, a fronte di una riduzione nel consumo di carne. L’eccesso proteico nei primi anni di vita è infatti considerato da diverse ricerche uno dei principali fattori di rischio per l’obesità infantile.
Attenzione alle porzioni
Qualche idea delle porzioni? Per le prime pappe un bambino di 7-8 mesi si possono utilizzare 50 grammi di passato di verdura (patate, carote, zucchine e lattuga) o 200 millilitri di brodo vegetale, con aggiunta di 14 grammi (due cucchiai da tavola) di pastina o 12 g (due cucchiai da tavola) di crema (riso, multi cereali, mais e tapioca), un cucchiaino di olio extravergine di oliva.
Come fonte proteica si può scegliere tra: 40 grammi di carne omogeneizzata o pesce, 25 grammi di ricotta di vacca, 5 grammi di carne liofilizzata o 12 grammi di lenticchie secche.
Tra i 9 e i 12 mesi si aggiungono come fonti proteiche anche l’uovo, il prosciutto cotto o crudo sgrassato o la ricotta di mucca.
Tra i 12 e i 24 mesi aumentano le porzioni di pasta (28 grammi), riso e semolino (25 grammi) per primo, carne o pesce freschi (30 grammi), legumi secchi (15 grammi), formaggio fresco (25 grammi) per secondo, da servire sempre con verdure miste (100 grammi pasto).
«Quando si parla di nutrizione e corretta alimentazione, sono inutili le forzature – va avanti Morino -. È incoraggiando il bambino a sperimentare, toccare, annusare che si forma un rapporto positivo con il cibo. Fondamentale in questo il buon esempio dei genitori e un approccio multisensoriale».
Twitter @fabioditodaro