Le principali carenze alimentari degli anziani riguardano il ferro, i folati, le vitamine e il rapporto tra calorie e proteine assunte. Ma mangiare con gusto è possibile: ecco come
Sono malnutriti, nella maggior parte dei casi. Ma sovente hanno anche qualche chilo di troppo, con tutte le conseguenze del caso: dalle difficoltà nel movimento al rischio più alto di sviluppare il diabete o andare incontro alle malattie cardiovascolari. Gli anziani, che nel 2060 soltanto in Europa dovrebbero essere 215 milioni, rappresentano una categoria particolare, per medici e nutrizionisti. Le esigenze non sono più quelle degli adulti e la soglia di attenzione dev’essere più alta. Soprattutto durante la bella stagione.
SE LA MALATTIA NASCE A TAVOLA – L’invecchiamento è caratterizzato da alcuni adattamenti dell’organismo: il metabolismo e il fabbisogno energetico si riducono, calano la massa magra e il contenuto di acqua, aumenta la massa grassa. «La fragilità dell’anziano è una condizione preclinica che espone a un rischio: quello di diventare disabili – spiega Milko Zanini, ricercatore del dipartimento di scienze della salute dell’Università di Genova e responsabile di Nutricare, un progetto di ricerca che mira a individuare le più efficaci modalità di somministrazione degli alimenti agli anziani con difficoltà di deglutizione -. La scienza si è già espressa: la malnutrizione ha un effetto sulla durata dei ricoveri, sulle infezioni e sulle lesioni da decubito. Tutte condizioni che possono far presagire la morte». Dai 65 anni in poi si tende a mangiare di meno perché cala la sensibilità dell’olfatto e del gusto, si riduce la funzionalità intestinale e il senso di sazietà si manifesta in anticipo. C’è poi da considerare l’interazione tra i farmaci e gli elementi della dieta. Caffè e alcol, per esempio, andrebbero quasi esclusi dalla tavola di chi assume farmaci contro l’osteoporosi, per non vederne compromessa l’efficacia e accresciuta la tossicità.
LE INDICAZIONI DEL NUTRIZIONISTA – Gli anziani possono essere malnutriti per una cattiva alimentazione, ma nella maggior parte dei casi il problema è la conseguenza di uno malattia o della crisi economica. I dati più recenti dicono che al momento del ricovero sono malnutrite per difetto 3 persone su 10 e la percentuale sale al 50-60% negli over 65. Secondo l’Associazione dei dietisti italiani, «oggi in Italia e nel resto del mondo circa il 20% dei pazienti con tumore muore a causa della malnutrizione associata alla malattia». Ciò vuol dire che il problema è sentito soprattutto nelle strutture ospedaliere.
Una piaga sanitaria che peggiora le condizioni del paziente e aggrava i costi del sistema sanitario nazionale. Le principali carenze alimentari riguardano il ferro, i folati, le vitamine e il rapporto tra calorie e proteine assunte. «Negli over 60 il fabbisogno energetico cala del 20%, ma l’apporto proteico deve essere più alto – dichiara Amleto D’Amicis, dirigente di ricerca del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria -. Gli apporti di vitamina D e calcio rappresentano le altre due priorità per non compromettere la salute delle ossa».
SUGLI SCAFFALI MANCANO ALIMENTI “SPECIFICI” – Il tema delle esigenze nutrizionali dell’anziano è stato al centro del convegno “Healthy ageing: il futuro della longevità”, inserito nel palinsesto di Expo Women Global Forum. Dal dibattito è emersa la necessità di progettare alimenti in grado di soddisfare le specifiche necessità degli over 65. Come ha spiegato Marianna Faraldi, project manager di Tecnoalimenti, un consorzio costituito da 21 imprese e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, «stiamo andando verso lo sviluppo di nuovi prodotti funzionali creati su misura del singolo consumatore, partendo dalla solidità delle evidenze scientifiche». Al momento i prodotti lattiero-caseari e quelli da forno sono quelli più “innovati”, anche se mancano alimenti creati su misura dell’anziano.