Da un'indagine di Eurostat emerge che il carrello della spesa in Italia costa l'8% in più della media Europea.
Riempire il sacchetto della spesa in Italia costa l’8% in più di quello che spendono in media i consumatori nell’Unione Europea.
L’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Ue, ha messo a confronto 500 prodotti alimentari dei 27 stati membri. Dato rilevante: nello Stato più caro, il livello dei prezzi è due volte più elevato rispetto al Paese meno costoso. Le differenze non sono giustificate solo dalla ricchezza delle nazioni. Ad esempio, lo scontrino in Inghilterra è di circa il 10% inferiore della media europea, e lo stesso accade in Portogallo, Spagna, Olanda, Slovenia e Malta.
Per l’Italia, l’indice alimentare si ferma sopra alla media Ue, al 108%, registrando i prezzi più elevati per latte, formaggio e uova (124%); seguiti da carne (112%), quindi da pane e, o cereali (103%). Per le bevande alcoliche, il cui indice è a parte, la percentuale italiana è del 113%. Fatta qualche eccezione, quindi, i consumatori nei Paesi del centro-nord dell’Ue devono destinare all’alimentazione un bilancio superiore. In Francia, Germania, Belgio, Austria, Lussemburgo, Finlandia e Irlanda, i prezzi degli alimenti sono tra il 10 e il 30% più elevati della media europea contro i prezzi più contenuti dei nuovi stati membri dell’Ue (Lettonia, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Lituania), dove si risparmia tra il 10 e il 30%.