Wise Society : La mozzarella di bufala dop e certificata antimafia

La mozzarella di bufala dop e certificata antimafia

di Francesca Tozzi
2 Luglio 2012

Il Consorzio di tutela ha approvato un nuovo Codice Etico per produrre la mozzarella di bufala dop in modo legale, tracciabile e onesto. Con un apposito certificato. Lo scrittore Roberto Saviano ha evidenziato che è così che si sottrae la terra alle mafie locali

La mozzarella di bufala campana dop diventa simbolo della lotta alla mafia dotandosi, oltre al già previsto disciplinare di produzione, di un vero e proprio codice etico. La produzione della dop sarà all’insegna della legalità e dell’onestà. Così hanno deciso i soci del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop che si sono riuniti in assemblea per la prima volta in una struttura confiscata alla camorra a Castelvolturno, in provincia di Caserta, dove ha sede il Centro di formazione nazionale del Corpo forestale dello Stato. Il Codice appena approvato prevede che per poter aderire al Consorzio di tutela i produttori presentino, entro la fine di ogni anno, un certificato camerale antimafia. Certificato che mette al bando anche la concorrenza sleale.

 Domenico Raimondo, presidente del Consorzio, ha commentato così la svolta storica voluta dagli stessi produttori: “Sulla legalità abbiamo compiuto un’altra nettissima scelta di campo, senza mezze misure e senza tentennamenti: Il Codice Etico, che già era stato varato all’unanimità dal cda, sarà d’ora in poi la nostra carta d’identità, il nostro biglietto da visita, convinti come siamo che, prima ancora di buon prodotto, valgono le persone che lo realizzano. E queste persone devono essere al di sopra di ogni sospetto. Tutte. Altrimenti non potranno trovare accoglienza né ascolto presso il Consorzio”. Il Codice Etico ha avuto anche il plauso dello scrittore Roberto Saviano, grande amante della specialità, che ha inserito tra le dieci cose per cui vale la pena vivere.

La mozzarella di bufala campana dop sarà quindi anche il simbolo della voglia di riscatto di una terra sottratta alla mafia. Ma non basta. Oltre a consegnare la certificazione antimafia, allevatori, produttori e distributori dovranno osservare i principi di diligenza, onestà, competenza, conformità alla legge e riservatezza. Regole che intendono garantire trasparenza e tracciabilità dall’inizio alla fine della filiera produttiva.

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