Mangiare sano e salvare il mondo con 35 euro a settimana. È la "Livewell Diet," regime alimentare ecosostenibile proposto dal Wwf inglese, in base a uno studio dei ricercatori del Rowett Institute of Nutrition. Per guadagnarci in salute, far bene al portafoglio e ridurre le emissioni serra
Salvare il pianeta con coltello e forchetta. A tavola, la quantità di carne nel pollo al curry, o del latte nella tazzina di caffè possono fare la differenza. Secondo ricercatori britannici che hanno elaborato per conto del Wwf una nuova dieta ecosostenibile, mangiando i piatti da loro proposti, si potrebbero ridurre della metà le emissioni serra di un paese come la Gran Bretagna, guadagnandoci in salute ma anche nel portafoglio.
Mangiare sano e salvare il mondo a un costo di 35 euro a settimana: gli scienziati del Rowett Institute of Nutrition and Health della Aberdeen University hanno battezzato il loro pacchetto di menu settimanali la Livewell Diet e adesso si accingono, con l’aiuto del fondo mondiale per la natura, a far pressioni sul governo di David Cameron perché lo adotti come linee guida per i sudditi di Sua Maestà: «Un hamburger consumato a Londra, a New York o a Roma ha un potenziale distruttivo sulla foresta amazzonica. Se tutti mangiassero come un europeo servirebbero due pianeti per nutrirli entro il 2050», spiega il Wwf.
Un esempio della nuova dieta comincia a colazione: cereali ricchi di fibre con latte semiscremato, toast e marmellata, seguito da minestra di lenticchie, e un sandwich di scampi e maionese su pane nero per pranzo, infine un curry di pollo e riso con una fetta di pita per concludere la giornata. Il cibo che mangiamo fa parte di una complesso ecosistema di cui tutti gli abitanti del pianeta fanno parte, sostiene il Wwf notando che un quinto di tutti i gas serra prodotti al mondo vengono dall’agricoltura.
La Livewell Diet è pensata per essere all’insegna della semplicità, ma impone ai consumatori di scalare drasticamente la marcia sul consumo di carne e cibi pronti all’uso che mettono a rischio il cuore e provocano il diabete ma sono anche killer per l’ambiente. Negli Stati Uniti soltanto il 70 per cento dei terreni agricoli sono destinati a produrre cibo per il bestiame e usano grandi quantità di risorse idriche. In Gran Bretagna un individuo consuma una media di 79 chili di carne all’anno, una quantità giudicata insostenibile dal Wwf che la vorrebbe abbassare a 10 chilogrammi annuali, pari a 203 grammi a settimana.
Ma oltre a puntare su una più alta percentuale di verdura e frutta sul piatto (il 35 per cento contro il 29 per cento di cereali e solo l’8 per cento tra carne, pesce e uova), gli scienziati di Aberdeen hanno cercato di semplificare il percorso al supermercato per i consumatori dal cuore verde. «Attualmente è un terreno minato: quanto fertilizzante è usato per far crescere i pomodori? E quanti gas serra sono stati immessi nell’ambiente dall’aereo che ha trasportato l’agnello dalla nuova Zelanda? È abbastanza per uccidere il più sano degli appetiti», ha detto Colin Butfield del Wwf secondo cui «ci sono troppe scelte, tra organico, locale, stagionale. Troppi messaggi confondono la gente».
Lo studio, commissionato dal Wwf, servirà ora come base scientifica per una campagna di persuasione a livello nazionale e internazionale.