Lo scienziato inventore del riso Ogm arricchito in provitamina A, racconta come la sua invenzione sarebbe utile all'umanità se non fosse osteggiata da ideologie politiche
Il dibattito sugli Organismi Geneticamente Modificati tra chi è contrario (come il nostro magazine) e chi invece è convinto della sua utilità negli ultimi tempi si sta intensificando.
Nel corso di The Future of Science svoltosi a Venezia, wisesociety.it ha avuto modo di parlare del riso OGM Golden rice con il suo inventore Ingo Potrikus il pensiero del quale vi proponiamo nell’ottica di fornire nuovi elementi alla discussione in corso.
Le posizioni dell’autore non sono quelle del sito wisesociety.it che offre spazio a tutti i punti di vista.
A spaventarlo, più che le conseguenze per la popolazione, è la paura di non farcela a vedere la sua “creatura” sulle tavole dei più indigenti. Ingo Potrykus, fino al 1999, è stato professore ordinario di biotecnologie vegetali all’Istituto di scienze delle piante del Politecnico federale di Zurigo. Ed è proprio negli ultimi anni che ha posto la ciliegina sulla torta della sua carriera con una scoperta che, parole sue, «potrebbe salvare la vita di milioni di bambini». Risale al 2000, infatti, la prima pubblicazione su Science riguardante il golden rice, un riso dal colore dorato e “arricchito” in provitamina A. Una trovata che la comunità scientifica non tardò a definire eccezionale, ma che non vede ancora sbocchi per l’ostracismo da parte di associazioni ambientaliste e contrarie all’applicazione delle biotecnologie all’alimentazione. «Greenpeace e Vandana Shiva hanno compromesso moltissime vite umane», è andato giù duro l’ottantunenne scienziato tedesco nel corso di “The Future of Science”, la decima conferenza mondiale organizzata da Fondazione Veronesi, Fondazione Cini e Fondazione Tronchetti Provera, dal titolo eloquente: “L’eradicazione della fame”. «La fame nascosta, quella data dalla carenza di sali minerali, amminoacidi, micronutrienti, fa più vittime di quella tradizionale. La carenza di vitamina A riguarda cento milioni di bambini nel mondo e causa 2,5 milioni di decessi. Siamo di fronte a un olocausto nutritivo».
Per dare l’esatta misura della scoperta, occorre fare alcune precisazioni. La vitamina A ha, in sostanza, due funzioni: contribuisce allo sviluppo di un corretto meccanismo della vista e, seppur non in prima linea, agisce nella formazione dell’apparato scheletrico. Dove si trova? Principalmente in alimenti di origine animale che risultano quasi sconosciuti in alcune zone del mondo, soprattutto in India. Da qui l’idea di Potrykus: e se si “fortificasse” un alimento molto diffuso a quelle latitudini con un precursore della vitamina A? Così è nato il golden rice: dall’idea di uno scienziato messa in pratica attraverso l’inserimento di due geni “estranei” al riso, il cereale più diffuso nei Paesi orientali. Ciò che ne è venuto fuori, di conseguenza, è stato un organismo geneticamente modificato. Via al fuoco delle polemiche, dunque. «Ma non c’è alternativa alla biofortificazione, ovvero l’utilizzo di geni normalmente assenti nella pianta per aggiungere il micronutriente di interesse, per produrlo. Il riso è privo di vitamina A. E un altro tipo di fortificazione non è tecnicamente possibile».
Sta di fatto che sono trascorsi 14 anni per lo sviluppo del prodotto, ma sulle tavole il golden rice continua a non vedersi. Nel frattempo diversi campi sperimentali sono andati distrutti, soprattutto nelle Filippine. A stoppare la diffusione del prezioso cereale, oltre all’ostracismo di alcune organizzazioni no-profit, vi sono dei vincoli legali. Potrykus, infatti, vorrebbe che le sementi circolassero liberamente nei Paesi in via di sviluppo, ma è la “longa manus” delle multinazionali a spaventare le associazioni ambientaliste. Inizialmente, infatti, nessuno s’era posto il problema dei brevetti. Poi il subentro sulla scena di Syngenta al fianco dell’International Rice Research Institute, sebbene esplicato come «a scopo esclusivamente umanitario», ha fatto drizzare le antenne a Greenpeace. Potrykus, fiducioso di poter ancora vedere i risultati delle sue ricerche applicati in favore delle vittime di un’emergenza sanitaria, sostiene «che l’opposizione ha motivazione politiche e non scientifiche. Gli attivisti si oppongono al golden rice perché, se lo accettassero, dovrebbero discutere ogni caso di Ogm. E allora preferiscono rimanere sulle loro posizioni. Ma così i poveri si ritrovano ostaggi di un’ideologia». Finora nemmeno la benedizione di Papa Francesco è servita a dare il via libera: il golden rice è un organismo geneticamente modificato e, sebbene sia in grado di soddisfare un problema presente su scala mondiale, non s’ha da avere.