Posata la prima pietra di Confooderatio Helvetica realizzato con materiali sostenibili e che, alla fine dell'esposizione universale, verrà smontato e riciclato
La prima pietra è stata posta venerdì 12 settembre. Ora, nel più grande cantiere a cielo aperto d’Italia che si estende su una superficie di 1,1 milioni di metri quadrati situato alle periferia di Milano dove si svolgerà l’Expo 2015, le gru e le scavatrici si muovono per costruire anche lui, il 39 padiglione di uno dei 53 stati che hanno deciso di costruirselo da soli e coi propri soldi.
Un padiglione che s’intona perfettamente con il tema dell’Esposizione Universale, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. E non solo per quel suo nome – “Confooderatio Helvetica” – che gioca sul nome internazionale della Svizzera. Con una superficie di 4432 m2, la struttura progettata dai giovani architetti dello studio svizzero Netwerch presenta una grande piattaforma aperta con quattro torri visibili da lontano, riempite di prodotti alimentari: sale, acqua, caffè e rondelle di mele che rappresentano la sostenibilità, la responsabilità, l’innovazione e la tradizione svizzere.
I visitatori accedono alle torri attraverso gli ascensori e, una volta arrivati in cima, possono servirsi di prodotti alimentari gratuitamente. Man mano che le torri si svuotano, le piattaforme sui cui poggiano si abbassano, modificandone la struttura. E, attraverso questa esperienza, sono invitati a riflettere sul loro comportamento di consumo considerando che se si porteranno via troppe confezioni non ne resteranno per coloro che verranno dopo di loro. «Questi prodotti sono a disposizione dei visitatori ma è proprio sulla responsabilità dei consumi di ognuno di loro che noi contiamo», ha insistito Dante Martinelli, Commissario generale della Svizzera per Expo 2015 durante la cerimonia della posa della prima simbolica pietra.
Ma la cosiddetta Casa Svizzera che sorgerà al lato delle torri insieme ad un ristorante, all’auditorium e alla sala Vip ospiterà l’esposizione dei cantoni Grigioni, Ticino, Uri e Vallese sul tema dell’acqua denominatore comune di questi territori di frontiera, che ne caratterizza la geografia e dove nascono grandi fiumi, tra cui il Reno e il Rodano che attraversano e nutrono l’Europa prima di gettarsi nel mare del Nord e nel Mediterraneo. Ma anche l’esposizione scientifica di Nestlé (uno dei main sponsor della presenza svizzera a Expo 2015) sull’interazione fra cervello e corpo nella nutrizione. «L’interpretazione architettonica e concettuale che la Svizzera ha dato al tema dell’Esposizione Universale, è interessante e di alta qualità. Le originali torri di alimenti, alle quali i visitatori avranno libero accesso, rappresentano un invito a tutti ad assumere un atteggiamento responsabile e a fare un consumo intelligente delle risorse», ha spiegato Stefano Gatti, Direttore generale della Divisione dei paesi Partecipanti ad Expo 2015 – che sono 147 – anche lui intervenuto come padrone di casa all’inaugurazione.
Ma le torri oltre che tutte da mangiare, saranno a basso impatto ambientale grazie ai materiali impiegati (legno e vetro). Che, una volta terminata l’esposizione universale, saranno riutilizzati nelle città svizzere come serre urbane. Secondo Presenza Svizzera, l’ente del ministero federale degli esteri svizzero che si occupa dell’immagine del paese all’estero, il 75% del materiale e delle infrastrutture del Padiglione Svizzero potrà essere riciclato al termine di Expo 2015.