Wise Society : Caffè: come influisce sulla concentrazione mentale e la percezione visiva

Caffè: come influisce sulla concentrazione mentale e la percezione visiva

di Fabio Di Todaro
9 Ottobre 2020

Secondo un gruppo di ricercatori delle università di Bergamo, Firenze e Padova duecento milligrammi di caffeina al giorno aumentano la percezione visiva globale e non presentano controindicazioni

Ne beviamo molto, soprattutto in Italia: in media quasi due tazzine al giorno a testa, per una spesa annua che arriva a sfiorare i 300 euro. Al caffè molti di noi non saprebbero rinunciarvi. Questione di gusto, oltre che di abitudine al lavoro. La tazzina, per molti, è sinonimo di risveglio. Si prende in mano al mattino, nel corso di una giornata uggiosa, per ricaricare le pile in vista del pomeriggio. Diffusa è la percezione che, senza, non si sarebbe in grado di affrontare i molteplici impegni quotidiani. Ma cosa c’è di vero dietro questa convinzione?

Caffè, concentrzione mentale e percezione visiva

La caffeina è uno degli ingredienti psicoattivi più consumati al mondo. Ogni giorno, a livello globale, vengono ingollate circa 1.6 miliardi di tazze di caffè. Questo anche perché, nel quotidiano, diverse attività ci sembrano influenzate dal consumo di caffeina.

Un gruppo di ricercatori delle università di Bergamo, Firenze e Padova ha deciso di indagare questo aspetto. E ha riscontrato, misurando la differente reazione registrata in consumatori di due caffè al giorno (200 milligrammi di caffeina) rispetto a quella rilevabile in bevitori di ridotte quantità di caffeina, un miglioramento della velocità nella lettura di un testo.

Dunque alcuni vantaggi sembrerebbero esserci e riguarderebbero la lettura e, più in generale, la percezione della scena visiva. Quest’ultima, in grado di essere rilevata a partire dalla scuola dell’infanzia, è direttamente connessa alle capacità di lettura e sotto il controllo dei circuiti dell’attenzione dell’emisfero destro.

«È importante sottolineare che i miglioramenti nelle capacità di lettura erano accompagnati da un cambiamento nella percezione globale degli stimoli visivi, senza che fosse rilevato alcun effetto sulle funzioni di allerta, sulle abilità di orientamento dell’attenzione, sulle funzioni esecutive o fonologiche – afferma Sara Bertoni, ricercatrice Sara dell’università di Padova e tra gli autori del lavoro -. Questo dimostra la presenza di una connessione specifica tra la rapidità nella lettura del testo e i meccanismi dell’attenzione dell’emisfero destro, coinvolti nell’esecuzione di compiti semantici e nella percezione visiva globale».

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Secondo uno studio di un gruppo di ricercatori due caffè al giorno (200 milligrammi di caffeina) consentono  un miglioramento della velocità nella lettura di un testo, Foto: Pixabay

Il caffè fa bene? 

Quando si parla delle proprietà del caffè, si corre spesso il rischio di dividersi tra «guelfi» e «ghibellini». Ovvero tra coloro che ne esaltano le proprietà nutrizionali e chi invece punta maggiormente l’attenzione su alcuni presunti rischi emersi dalle ricerche. Occorre dunque fare chiarezza.

La dose considerata dallo studio non desta preoccupazioni in termini di sicurezza per gli adulti. Questa è la posizione enunciata nel 2015 dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), che in realtà ha considerato dosi quotidiane anche doppie (fino a quattro tazzine al giorno).

La cafferina contenuta in una tazzina

Una tazzina di caffè, di norma, contiene meno di cento milligrammi di caffeina. Quantitativi inferiori si riscontrano nel caffè decaffeinato (3 milligrammi), nel tè (20 milligrammi), nella cioccolata calda (4 milligrammi), in un bicchiere di bevanda analcolica (dai 20 ai 60 milligrammi), in alcune bibite gassate e nei drink energizzanti o a base di guaranà. Anche nel 2009 l’Efsa aveva sostenuto che, nei limiti indicati, non c’era motivo di preoccupazione dal punto di vista della sicurezza.

Quanto caffè bere ogni giorno?

Tazzina di caffè

Se una tazzina di caffè, di norma, contiene meno di cento milligrammi di caffeina, quantitativi inferiori si riscontrano nel caffè decaffeinato (3 milligrammi), nel tè (20 milligrammi), nella cioccolata calda (4 milligrammi), in un bicchiere di bevanda analcolica (dai 20 ai 60 milligrammi), in alcune bibite gassate e nei drink energizzanti o a base di guaranà, Foto: Pixabay

Maggiore cautela occorre invece se ci si rivolge a bambini e adolescenti, oltre che alle donne incinte. Nei primi due casi la prudenza è d’obbligo, perché il cervello è in fase di piena maturazione ed è opportuno non condizionare questo processo con un introito eccessivo di caffeina (a cui soprattutto gli adolescenti ricorrono durante lo studio).

Quanto alle donne in gravidanza, la raccomandazione è di non superare dosi pari alla metà di quelle indicate per tutti gli altri adulti: meglio dunque fermarsi al di sotto dei duecento milligrammi di caffeina al giorno (due tazzine di caffè).

In attesa di ulteriori riscontri, il dato diffuso in risposta a diversi studi che correlavano l’esposizione alla sostanza a un più alto rischio di basso peso alla nascita del neonato, ha anche frenato le raccomandazioni fornite dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che finora aveva parlato di «300 milligrammi di caffeina al giorno per le donne incinte». 

Altre evidenze scientifiche raccolte negli ultimi anni evidenziano una possibile riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e i tumori al fegato e all’endometrio, oltre a escludere una possibile correlazione con l’insorgenza di tumori al seno e infarti (ma occorre ridurre i consumi se se n’è già avuto uno).

Ciò non vuol dire, comunque, che se ne possa raccomandarne l’assunzione allo scopo di proteggere la salute. Quello che si può dire è che il consumo di tre tazzine al giorno, in persone sane, non costituisce un rischio per la salute.

Twitter @fabioditodaro

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