Nonostante la crisi, 7 cittadini su 10 acquistano bio. Cresce del 8,9% la spesa media annua per mangiare senza residui chimici e l'Italia si conferma il più importante produttore europeo
Il consumo critico batte la crisi: 7 cittadini su 10 acquistano bio. Nonostante la cattiva congiuntura economica, il mercato del biologico continua a crescere e l’Italia rimane il principale produttore europeo, in termini di quantità e diversità delle produzioni con i suoi 1.100.000 ettari certificati. Segno che i consumatori sono diventati più esigenti in fatto di cibo e più sensibili ai temi della salute e della sostenibilità. E segno anche che qualcosa di buono l’Italia lo produce. I numeri, presentati nel dossier “Bio, benessere garantito” di AIAB, Coldiretti e Legambiente parlano da soli.
Sul piano dei consumatori si registra un aumento della spesa dell’8,9% su base annua, in chiara controtendenza con la riduzione complessiva dei consumi di generi alimentari convenzionali. Il cibo bio più consumato in termini di spesa è ancora rappresentato dalle uova, grazie anche al buon incremento registrato rispetto al 2010 (+21,4%), ma gli aumenti nei consumi si rilevano soprattutto per i prodotti lattiero-caseari con una crescita degli acquisti nel 2011 del 16,2% e per altri alimenti come biscotti, dolciumi, snack (+16,1%) e bevande analcoliche (+16%). Meno rilevanti gli aumenti per l’ortofrutta fresca e trasformata (+3,4%), che resta comunque la categoria principale tra i prodotti biologici consumati. Nonostante l’andamento favorevole dei consumi, però, dal punto di vista della spesa pro-capite l’Italia si vede superare dalla Svizzera e dalla Danimarca nella graduatoria mondiale ed europea. Forse, alla fine non è una questione di numeri ma di cultura.