Per essere meno stanchi e più creativi meglio dire no ai “comfort food”. E scegliere cibi mediterranei che diano veramente la carica a mente e corpo
Le nostre abitudini quotidiane stanno cambiando velocemente (e radicalmente). La pandemia ci ha fatto conoscere, per esempio, modalità diverse di lavoro come lo smart working, agile e da remoto. Per vivere al meglio questa “nuova normalità” diventa allora ancora più importante curare l’equilibrio di mente e corpo e, in particolare, imparare a mangiare nel modo giusto. Se ne è parlato nel webinar “Psicologia e Longevità: stare bene a lungo è una questione di stile (di vita)” organizzato da Fondazione Valter Longo Onlus, la prima in Italia dedicata a garantire a tutti, in particolare alle persone fragili e svantaggiate, il diritto ad una vita lunga e sana attraverso la corretta alimentazione e lo stile di vita salutare, e da Mindwork, la prima società italiana per la consulenza psicologica online in ambito aziendale. Ecco quali sono le strategie da seguire per una “dieta della longevità” sul lavoro, sana e gustosa, che migliori le performance professionali e che nello stesso tempo ci aiuti a mantenerci in forma a lungo.
Work Life Balance: il rendimento professionale dipende anche dall’alimentazione
Rendere di più sul lavoro e vivere al meglio il privato, famiglia e relazioni. Chi non lo vorrebbe? Era un desiderio ieri, quando “ufficio” e “casa” erano due luoghi bene distinti, fisicamente e mentalmente, e lo è ancora di più oggi che questi due spazi si sono spesso uniti e mixati con lo smart working che ha fatto un salto epocale (da 500.000 a 8 milioni di lavoratori in Italia secondo i dati della Cgil diffusi dal Sole 24 Ore) e che probabilmente affiancherà anche in un prossimo futuro il classico lavoro in azienda. In ogni caso, che lo si faccia fra le pareti di casa propria o in spazi aziendali condivisi, non si può lavorare bene se non si mangia altrettanto bene.
«Il rendimento professionale è strettamente legato al regime alimentare che si segue» dice Antonluca Matarazzo, direttore generale della Fondazione Valter Longo Onlus. «Lo dimostra il rapporto dell’International Labour Office Food at Work: Workplace solutions for malnutrition, obesity and chronic diseases. Un’alimentazione monotona, poco varia, che purtroppo è proprio quella che spesso si segue per fretta e abitudine, incide negativamente sulla salute dei lavoratori. E di conseguenza sulle aziende che possono vedere la produttività dei dipendenti calare fino al 20%. Per questo agendo sulla dieta, anche le prospettive sul lavoro cambiano, in meglio. La Fondazione Valter Longo Onlus, forte anche della sua esperienza negli Stati Uniti, dove è molto sentita l’idea del “Work Life Balance”, ha fatto già da tempo del benessere in azienda, anche attraverso la dieta giusta, una delle sue missioni».
Mood food: i cibi che fanno bene all’umore e quelli che fanno male
Quello fra cibo e umore è un rapporto tanto controverso quanto stretto e tutti lo abbiamo sperimentato almeno una volta. Un momento di tristezza, di rabbia o di noia e la soluzione diventa mangiare qualcosa “di buono” che ci tiri un po’ su. «E invece è quanto di peggio si possa fare: il sollievo che ricaviamo, infatti, è solo momentaneo e spesso seguito da un brusco calo dell’umore» dice Antonluca Matarazzo.
Cosa è meglio evitare
Alcuni cibi sono davvero dei falsi amici. «Lo mette in evidenza un articolo uscito da poco sul New York Times. La psichiatria della nutrizione ha ormai dimostrato la forte incidenza dell’alimentazione su stati emotivi come ansia, depressione e stress. Proprio i cosidetti “comfort food”, pizza, gelati, dolci, hamburger che facilmente si cercano nei momenti “no”, sono in realtà fra i principali catalizzatori degli stati d’animi negativi, che amplificano. Dannosi per l’umore, quindi, oltre che per linea e salute perché ipercalorici e molto ricchi di grassi, zuccheri e sale».
Cosa mettere in tavola
Sul lavoro, che sia in smart working o “in presenza”, vince invece la dieta mediterranea. «Lo ribadisce anche lo stesso studio» dice Matarazzo. «Frutta, verdura, legumi, semi, frutta a guscio sono potenti alleati della salute mentale e dell’equilibrio emotivo». “Mood food” nel senso giusto, insomma, che ridanno serenità e fanno da anti-stress grazie alle fibre che nutrono il microbiota, agli antiossidanti, vitamine e minerali, alle proteine vegetali e ai grassi buoni. Alimenti dalle alte qualità nutrizionali in cui sono drasticamente e naturalmente ridotti gli zuccheri, i principali responsabili degli up and down dell’umore, oltre che il sale e i grassi saturi che danno una fittizia ed effimera sensazione di forza e creano dipendenza, attivando alcune aree specifiche del cervello, quelle della gratificazione.
Well-being in azienda con Fondazione Valter Longo Onlus
Quello mediterraneo, reinterpretato secondo le ricerche scientifiche più moderne, è lo stile alimentare che Fondazione Valter Longo Onlus promuove. «Un impegno che portiamo avanti anche nelle aziende che vogliono investire nella salute dei loro dipendenti che è fra le loro risorse più importanti» spiega Antonluca Matarazzo. «In questo caso le cifre parlano chiaro: già nel 2002 i danni dovuti allo stress da lavoro (e non si parla solo di assenteismo) erano di 20 miliardi di euro all’anno secondo le stime della Commisione Europea. Una tendenza da combattere. Noi lo facciamo con la diffusione del Well-being in azienda. Organizziamo corsi sulla nutrizione, assistenza nutrizionale personalizzata per ciascun dipendente, cooking show, interventi sulle mense aziendali, suggerimenti per fare la spesa e scegliere i giusti metodi di cottura per gli alimenti. Percorsi e interventi mirati per arrivare a una longevità sana, ridurre lo stress e la probabilità di malattie croniche come quelle cardiovascolari e i tumori che tolgono anni e salute».
Lucia Fino