Wise Society : Un volo per superare le barriere. Della sclerosi multipla

Un volo per superare le barriere. Della sclerosi multipla

di di Sebastiano Guanziroli
11 Novembre 2010

L'iniziativa di un giovane imprenditore-pilota rumeno, in volo tra Usa e Europa su un piccolo Cessna, ha raggiunto anche l'Italia: per sensibilizzare l'opinione pubblica e raccogliere fondi necessari alla cura di questa malattia. Che nel nostro Paese colpisce 60 mila persone, con cause spesso ancora sconosciute

Un piccolo Cessna 340 ha percorso 53 mila chilometri sorvolando per più di 60 giorni consecutivi gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa. Partito l’estate scorsa (il 31 agosto) da New York, è appena tornato alla base dopo aver compiuto la propria missione. Quale? Portare in almeno trenta Paesi del mondo un messaggio di sensibilizzazione sulla sclerosi multipla, grave malattia del sistema nervoso centrale che colpisce più di due milioni di persone al mondo. Ideatore di questa campagna, cui è stato dato il nome FlyMs, è Andrei Floroiu, che ha pilotato in prima persona il piccolo aereo.


Il giovane imprenditore trentottenne di origini rumene, che vive negli Usa, è venuto a conoscenza della sclerosi multipla per motivi professionali: è, infatti, un investitore impegnato nello sviluppo di farmaci. Intervistando più di 600, tra pazienti e medici, per capire quali terapie farmacologiche potessero essere più utili, si è accorto che tutte quelle persone avevano bisogni altrettanto importanti, più legati agli stati d’animo e alla vita quotidiana. Le storie personali, le speranze e la forza di volontà dei malati gli hanno fatto capire che prendere davvero coscienza della propria malattia era tanto importante quanto la ricerca in cui stava investendo. «Quando ho imparato a guidare aerei, sono rimasto colpito dal contrasto tra il senso di libertà di cui potevo godere io e le limitazioni fisiche che affliggevano i pazienti che avevo incontrato», racconta Floriou, «volevo dividere la mia esperienza con loro, e così ho cercato un modo per tener insieme entrambe le cose». Ecco dunque l’idea di volare per il mondo, prendendo a bordo malati cui far vivere un momento di libertà. Alla fine del viaggio sono stati più di 200, alcuni dei quali non camminavano da decenni.

 

Floriou si è messo personalmente alla guida dell’aereo e ha sovvenzionato i costi del viaggio. In ciascun Paese toccato dalla campagna l’obiettivo era anche raccogliere fondi a favore delle associazioni che si occupano di sclerosi multipla. In Italia il Cessna FlyMs è atterrato un mese e mezzo fa (il 6 ottorbe scorso) all’aeroporto di Bresso, alle porte di Milano. Ad attenderlo c’era anche Antonella Ferrari, 40 anni, attrice e madrina dell’AISM, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, colpita dalla malattia da circa vent’anni: «E’ stata un’esperienza bellissima, hanno fatto volare me e altri pazienti da Milano fino al lago di Como. Mi hanno anche chiesto se volevo provare a fare il co-pilota. Andrei e gli altri ragazzi del team FlyMs sono stati davvero bravi, hanno una particolare attenzione per chi sale a bordo con loro: è una cosa importante, che ci fa sentire uguali a tutti gli altri, anche perché per molti di noi – per esempio chi sta sulla sedia a rotelle – volare è sempre complicato. E poi è bello che si occupino di sclerosi multipla anche persone che non ne sono colpite direttamente».

In Italia 60 mila persone soffrono della malattia, di cui 29 mila giovani. La sclerosi multipla colpisce perlopiù tra i 20 e i 50 anni, ma al momento le cause non sono conosciute né ci sono cure. E’ una malattia ancora poco conosciuta in molti sensi, e proprio per questo motivo Andrei Floriou ha deciso di promuovere FlyMs: far crescere la consapevolezza e la conoscenza, sia per i malati che per i non malati, mezzi di comunicazione inclusi. Floriou ricorda che «i malati di sclerosi multipla devono affrontare una serie di sfide. Oltre alle limitazioni fisiche, molti hanno un accesso limitato alle terapie e agli specialisti. In alcuni casi perché i costi sono troppo alti, in altri perché non ci sono proprio». Tim Miller, che ha volato con loro in occasione della tappa italiana, conferma: «Il lavoro di sensibilizzazione fatto su questa patologia da FlyMs è fantastico. In Italia fortunatamente ci sono già conoscenza e sensibilità verso il problema, ma in altri Paesi la situazione è pessima, a volte la malattia non viene nemmeno diagnosticata dai medici». Comprese nazioni ben sviluppate, come l’Irlanda, dove ci sono solo la metà dei neurologi che servirebbero, o la Polonia, dove solo l’1 percento dei 50 mila malati ha accesso a terapie adeguate. Il piccolo Cessna è arrivato anche là: “il cielo non è un limite”, è proprio il motto di FlyMs.

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