Wise Society : Terremoto: i rischi psicologici per le popolazioni colpite

Terremoto: i rischi psicologici per le popolazioni colpite

di Fabio Di Todaro
30 Ottobre 2016

Angelo Gemignani, docente di psicologia clinica e della salute e ricercatore del Cnr spiega come, a seguito di un sisma, posso sorgere alterazioni del sonno, ipertensione e tachicardia

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Dopo un terremoto sono molte le conseguenze psicologiche, foto Flickr

«Un terremoto pone chi lo vive in una condizione di forte stress. I rischi per la mente sono legati all’insorgenza di malattie anche gravi, come la depressione e il disturbo post-traumatico da stress». Angelo Gemignani, docente di psicologia clinica e della salute all’Università di Pisa e ricercatore dell’istituto di fisiologia clinica del Centro Nazionale delle Ricerche, è un profondo conoscitore dei meccanismi di reazione alle situazioni estreme.

Quali sono i rischi psicologici correlati a un sisma?

«Un terremoto provoca una serie di effetti, legati all’esposizione cronica allo stress. Nel breve termine nelle persone si osservano alterazioni del sonno e variazioni significative dei livelli di alcuni ormoni nel sangue: quali il cortisolo, le catecolamine e gli estrogeni. Nel tempo possono comparire l’ipertensione, la tachicardia e, nei casi più gravi, anche l’infarto del miocardio».

Quali emozioni innesca il terremoto in chi lo subisce?

«La paura, gli attacchi di panico e soprattutto l’ansia, che ha due facce. Può spingere l’individuo ad adattarsi e a dare il massimo, ma pure limitare la sua esistenza, inducendo alterazioni che aumentano il rischio di sviluppare alcune malattie. Le calamità naturali riescono a modificare la fisiologia e la morfologia del cervello. In un gruppo di cinesi colpiti dal terremoto del 2008, alcuni colleghi hanno riscontrato un’iperattività a livello del sistema limbico e della corteccia prefrontale e una ridotta connettività nelle aree limbiche frontali e nelle regioni striatali, coinvolte nel processa mento delle emozioni».

Che tipo di assistenza è necessaria per queste persone?

«Le vittime vanno supportate subito, dopo lo shock. Un attacco di panico prolungato nel tempo può evolvere in un disturbo post-traumatico da stress, soprattutto nei giovani».

Quali insidie si nascondono dietro questa sofferenza?

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Secondo Angelo Gemignani, i bambini dopo un terremoto possono subire disturbi cognitivi e somatici

«Si tende a rivivere l’evento traumatico, perdendo il contatto con la realtà e provando un disagio molto intenso. Nelle situazioni più gravi si possono verificare comportamenti di autolesionismo, legati alla visione negativa del futuro. Reazioni simili possono manifestarsi anche mesi o anni dopo il trauma. Su questi pazienti si interviene con una terapia di tipo cognitivo-comportamentale, per aiutarli a elaborare la tragedia».

Qual è la categoria della popolazione più a rischio?

«I bambini: l’intervento precoce è la chiave per evitare che la cristallizzazione della paura e dell’ansia possano nel tempo provocare disturbi cognitivi e somatici».

Twitter @fabioditodaroTerre

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