Wise Society : Guardi lo smartphone al buio? Attenzione alla cecità transitoria

Guardi lo smartphone al buio? Attenzione alla cecità transitoria

di Fabio Di Todaro
14 Luglio 2016

A sollevare il problema un neuroftalmologo inglese in una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine. A preoccupare però anche i possibili danni al nervo ulnare a causa della poistura del gomito

Smanettare con lo smartphone nel letto non è cosa giusta. Gli specialisti lo dicono da tempo: un simile comportamento rischia di alterare i ritmi di sonno e di veglia, tanto dei ragazzi quanto degli adulti. Ma c’è un altro aspetto legato all’abuso di tecnologia che finora è stato poco indagato: la possibile cecità transitoria. Tenere lo sguardo incollato al display luminoso di un cellulare di ultima generazione in un ambiente buio può infatti provocare una temporanea perdita della visione. Le ricadute di un simile fenomeno restano ancora da indagare, anche se al momento sono da escludere danni permanenti alla vista.

uomo che usa lo smartphone

Foto di Aneta Pawlik / Unsplash

Cos’è la cecità transitoria?

A sollevare il problema della cecità transitoria è stato Gordon Plant, neuroftalmogo del Moorfield’s Eye Hospital di Londra, in un articolo pubblicato sul «New England Journal of Medicine». Il ricercatore ha riportato il caso di due pazienti, di 22 e 40 anni, che gli hanno raccontato di aver perso più volte la vista di un solo occhio, per un periodo di circa quindici minuti. Mentre la segnalazione della ragazza era riferita alle ore notturne, quella della donna faceva riferimento ai primi istanti successivi al risveglio. Ad accomunare le due storie, stando a quanto dichiarato dalle pazienti e verificato attraverso l’osservazione in ospedale, l’abitudine a guardare il proprio smartphone sdraiate a letto con la luce spenta, girate su un fianco: con un occhio semichiuso e l’altro fisso lo schermo del cellulare. In questo modo un organo risultava adattato al buio, l’altro alla luce. In entrambi i casi l’occhio. che per un periodo limitato di tempo non è più stato in grado di mettere a fuoco l’ambiente circostante. era quello con cui le due donne stavano guardando lo schermo dello smartphone.

Non ci sono pericoli per la vista

Questa atipica forma di cecità transitoria, nata dal talvolta eccessivo uso della tecnologia digitale, non sarebbe però pericolosa, secondo lo specialista. A dettarla, il tempo richiesto dall’occhio «attivo» per adattarsi all’oscurità dell’ambiente.  A detta di Plant, sulla base delle abitudini attuali, «presentare un simile quadro potrebbe aiutare i colleghi a riconoscere una condizione che rischia di aumentare, in termini di incidenza». Per quanto non in grado di mettere a repentaglio il senso della vista, la cecità transitoria si aggiunge allo spettro di condizioni che possono aumentare a causa dell’eccessivo utilizzo di smartphone e tablet. Secondo gli specialisti si è riscontrato, negli ultimi anni, un netto incremento dei casi di miopia, soprattutto tra i giovanissimi. Un trend che va di pari passo con la digitalizzazione e non accenna ad arrestarsi: alcune previsioni sostengono che nel prossimo decennio il quaranta per cento della popolazione faticherà a vedere da lontano.

cecità transitoria e usare lo smartphone al buio

Foto di Rui Silvestre / Unsplash

Come proteggere la vista dai device digitali

Il segreto per mantenere intatta la vista e tenere lontani i fenomeni di cecità transitoria risiede nella scelta di trascorrere più tempo all’aria aperta. Negli ultimi anni diversi studi – condotti soprattutto su popolazioni infantili – hanno sostenuto questa tesi. I bambini che trascorrono molte più ore negli spazi esterni sono meno soggetti a diventare miopi rispetto ai coetanei che trascorrono il tempo libero in casa: questa la principale conclusioni di diversi recenti lavori. Per preservare la vista, dunque, occorre dare un taglio alla vita «digitale», che se eccessiva è in grado anche di peggiorare la qualità del sonno, aumentare lo stress e il rischio di problemi cardiovascolari.


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Uno stress anche per gomito e braccio

Non solo cecità transitoria. Negli ultimi giorni i cellulari sono finiti sul banco degli imputati anche per i possibili danni agli arti superiori. Ricercatori dell’istituto di neurologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore hanno infatti dimostrato che usare il telefonino – specie per lunghe telefonate – può mettere a dura prova il nervo del braccio (ulnare) con fastidi, formicolii e difficoltà di movimento che possono estendersi anche alle dita della mano. Il gruppo di ricerca ha studiato gli effetti meccanici determinati dalla postura che normalmente viene assunta durante le chiamate al cellulare. Bisogna considerare, infatti, che la durata di una chiamata con un telefono cellulare può variare da alcuni minuti a qualche ora (nei casi più estremi). In tal modo il gomito risulta piegato per un tempo piuttosto lungo. Questa postura prolungata causa uno stress meccanico sul nervo ulnare, che normalmente si trova proprio dietro al gomito. Un problema che può essere risolto quasi totalmente utilizzando il viva voce e gli auricolari.

Twitter @fabioditodaro

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