Wise Society : Sbiancamento dentale: cos’è e perché affidarsi a un professionista

Sbiancamento dentale: cos’è e perché affidarsi a un professionista

di Fabio Di Todaro
10 Dicembre 2020

I consigli degli specialisti: mai farlo sui minorenni e con sostanze che hanno un ph acido che può danneggiare lo smalto. E naturalmente occhio a bevande e cibi

«Bianco che più bianco non si può». Non è la richiesta di un bucato perfetto, come recitava un vecchio spot. Ma di un sorriso da star come quello di Shakira: giusto per fare il nome di una delle testimonial dei prodotti di sbiancamento dentale.

È questo uno dei desideri più diffusi fra gli italiani, l’unico motivo che li spinge volentieri dal dentista e li fa uscire dallo studio con un doppio sorriso. Centoventimila connazionali ogni anno si sottopongono a trattamenti nello studio dentistico o a casa sotto il controllo dell’odontoiatra estetico.

Ma la procedura dello sbiancamento dei denti non è da prendere sotto gamba, se l’invito alla cautela giunge dagli stessi specialisti. «Lo sbiancamento non andrebbe mai effettuato dai minorenni e con sostanze che hanno un ph acido, che possono danneggiare lo smalto».

sorriso con denti bianchi

Sono centoventimila ogni anno gli italiani che si sottopongono a trattamenti di sbiancamento dentale nello studio dentistico o a casa sotto il controllo dell’odontoiatra estetico. Foto: iStock

Perché i denti si macchiano? 

«Con l’età i denti si macchiano e ingialliscono a causa del consumo dello smalto e dell’azione colorante del fumo e dei cibi – afferma Stefano Patroni, presidente dell’Accademia Italiana di Odontoiatria, Conservativa e Restaurativa (Aic) – . Fra questi soprattutto, caffè e , vino rosso, bevande gassate, succhi di frutta scuri, frutti di bosco, aceto balsamico e pomodoro. I denti macchiati o gialli invecchiano il volto e negli ultimi anni avere un bel sorriso, con una dentatura chiara e armonica, è divenuto un desiderio sempre più diffuso».

I trattamenti per lo sbiancamento dentale

C’è però poca consapevolezza su cos’è realmente lo sbiancamento dentale, su come affrontarlo e come si differenzi dai trattamenti schiarenti fai-da-te. Questi ultimi si limitano a rimuovere la patina superficiale che ricopre i denti. Mentre il processo di sbiancamento dentale, che avviene con la supervisione del dentista, ossigena il dente, favorendo lo scambio di molecole di perossido di idrogeno: che generano la colorazione bianca.  Le procedure costano in media 250-300 euro e il mercato sfiora i trenta milioni, in costante crescita del quindici per cento ogni anno.

Sbiancamento dei denti: attenzione al fai da te

Finora i consumatori, nell’acquistare dentifrici, gel e colluttori, si sono preoccupati di tenere d’occhio soltanto la concentrazione di perossido di idrogeno che, nei prodotti acquistabili in farmacia o al supermercatom non può essere superiore allo 0,1 per cento (mentre nei prodotti usati dai dentisti si può arrivare fino al sei per cento).

Invece conviene tenere d’occhio anche il pH di questi prodotti, che deve essere il più possibile neutro. La normativa vigente consente una soglia minima di quattro. Ma secondo le più recenti sperimentazioni, è l’opinione degli esperti, «dovrebbe essere più aggiornata e restrittiva». Un messaggio rivolto agli stessi pazienti, dal momento che nel nostro Paese non vige l’obbligo di indicare il pH sulle confezione dei prodotti. «Tocca a loro chiedere ai dentisti se un prodotto anche da banco è sicuro».

Sbiancamento dei denti

Le procedure di sbiancamento dentale costano in media 250-300 euro e il mercato sfiora i trenta milioni, in costante crescita del quindici per cento ogni anno. Foto: iStock

Metodi per lo sbiancamento dei denti: trattamenti per avere un sorriso splendente

Prima di intervenire con lo sbiancamento dei denti bisogna tuttavia capire da che cosa dipendono eventuali anomalie di colore, chiazze o tinte relativamente scure. Ma è importante non eccedere nella ricerca di un «ultra-white» impossibile.

«Il gusto del paziente determina la percezione del bianco e oggi anche in Europa la tendenza è verso denti anche oltre il colore medio naturale come accade già da tempo oltreoceano dove i sorrisi sono spesso di un candore abbagliante – sottolinea Federico Ferraris, vice-presidente dell’Aic -. L’effetto dello sbiancamento dei denti è duraturo, ma non permanente. Secondo le abitudini alimentari e di igiene dentale, si consiglia un richiamo ogni 2-3 anni per mantenere il punto di bianco raggiunto».

Esistono varie tipologie di interventi per lo sbiancamento dentale, scopriamo quali sono.

  1. I metodi chimici, quelli generalmente proposti negli studi odontoiatrici, si basano sull’azione di prodotti in grado di agire chimicamente sulle molecole responsabili del colore scuro. I prodotti disponibili hanno concentrazioni diverse e, se utilizzati sotto controllo professionale, hanno dimostrato un’estrema sicurezza e affidabilità.
  2. I metodi meccanici prevedono invece l’utilizzo di paste abrasive che abradono la superficie dentale. Per questo motivo vanno usati dal dentista in maniera controllata per rimuovere le macchie da cibi.
  3. I metodi ottici, infine, prevedono l’impiego di sostanze che spesso sono contenute anche nei dentifrici schiarenti e che creano l’«illusione ottica» di una maggior brillantezza dei denti.

Twitter @fabioditodaro

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