Wise Society : Lezioni di karate in pediatria per combattere il cancro

Lezioni di karate in pediatria per combattere il cancro

di Francesca Tozzi
9 Aprile 2013

Utilizzare le tecniche e la filosofia delle arti marziali per aiutare i bambini malati ad affrontare la malattia e la quotidianità: è questa l'idea dell'organizzazione Kids Kicking Cancer applicata negli ospedali di Pavia, Firenze, Roma e Pisa

La malattia è forse il più temibile degli avversari perché è interno e perché ci costringe a fare i conti con i nostri limiti e ad attivare una forza che a volte nemmeno sospettiamo di avere. E così ogni lunedì mattina all’ospedale San Matteo di Pavia i bambini ricoverati nel reparto di Oncoematologia pediatrica indossano il karategi, la tradizionale divisa bianca usata nel karate, e ingaggiano la loro personale battaglia contro il cancro, un’ora di lezione per allenare il corpo ma anche e soprattutto la mente in un momento in cui si deve fare ricorso alle risorse psichiche più profonde. Gli esercizi aiutano i piccoli allievi a recuperare la motorietà e a riprendere coscienza del proprio corpo.

In Lombardia il San Matteo è stato il primo ospedale a ospitare questo corso che per il momento è attivo solo a Firenze, Roma e Pisa. L’idea di utilizzare le tecniche e la filosofia delle arti marziali per aiutare i bambini malati ad affrontare e gestire meglio la malattia e la quotidianità è dell’organizzazione no profit Kids Kicking Cancer, nata dieci anni fa negli Stati Uniti su iniziativa di Rabbi Elimelech Goldberg, professore di Pediatria alla Wayne State University School of Medicine. Esperto di arti marziali, ha subito una dolorosa perdita: sua figlia è morta all’età di due anni a causa della leucemia. Così ha deciso di usare le sue conoscenze per aiutare i piccoli pazienti oncologici. Nel novembre 2011 è stata costituita l’associazione Onlus Kids Kicking Cancer Italia con l’obiettivo di portare le tecniche messe a punto negli Stati Uniti anche nel nostro Paese, a beneficio dei bambini italiani.

Un altro esempio di come le arti marziali, spesso superficialmente vissute come meri strumenti per scaricare la propria aggressività o imporsi sugli altri in modo violento, siano anche vie di potenziamento e sviluppo armonico del sé. Potenziano disciplina, coraggio e autocontrollo. Richiedono rigore nell’esecuzione e una grande attenzione per evitare di fare male a se stessi e agli altri. Inoltre, dovendo reagire alla mosse dell’avversario, sviluppano la capacità di pensare rapidamente in condizioni di rischio, mantenendo il sangue freddo. È bene quindi che tra i giovani l’interesse sia in crescita: judo e karate sono i più scelti soprattutto dagli under 11, ma altre discipline si stanno facendo largo, per esempio il taekwondo e il ju-jitsu. Gli psicologi dello sport evidenziano che le arti marziali sono molto utili allo sviluppo di bambini e ragazzi perché allenano il corpo in maniera armonica, i muscoli diventano forti ed elastici, le articolazioni si rinforzano e diventano più flessibili, gli istinti e l’energia vengono incanalati secondo regole precise e non tarpati come invece avviene in tante altre attività fisiche.

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