Wise Society : Come un’infezione delle vie respiratorie porta all’asma

Come un’infezione delle vie respiratorie porta all’asma

di Fabio Di Todaro
26 Settembre 2017

Uno studio dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam, conferma che un’infezione delle vie respiratorie contratta nei primi anni di vita ci rende più suscettibili all’asma e rischia di compromettere la funzionalità polmonare del futuro adulto.

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Al congresso della Società Europea di Medicina Respiratoria di Milano rivelato come raffreddore, sinusite, tonsillite e otite, le classiche infezioni delle vie respiratorie, aumentano le probabilità che un bambino sviluppi l’asma, image by iStock

Raffreddore, sinusite, tonsillite e otite: sono queste le infezioni delle basse vie respiratorie più diffuse in età pediatrica, che secondo gli pneumologi aumenterebbero le probabilità che un bambino sviluppi l’asma. «Non possiamo ipotizzare la causa, ma il legame appare abbastanza solido», hanno spiegato nel corso del congresso della Società Europea di Medicina Respiratoria, tenutosi a inizio settembre a Milano. Alla base della loro affermazione, una revisione di studi condotta avendo come campione oltre 154mila bambini europei  con età minima di un anno e mezzo. Da qui gli autori, coordinati da Evelien van Meel, epidemiologa dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam, hanno tratto quanto descritto. Un’infezione delle vie respiratorie contratta nei primi anni di vita ci rende più suscettibili all’asma. E, più in generale, rischia di compromettere la funzionalità polmonare del futuro adulto.

DATI SOLIDI, IPOTESI DA FORMULARE – Le due conseguenze sono in realtà indipendenti e indice di una diversa valutazione dello stato dell’apparato respiratorio. Tant’è che un bambino asmatico può non avvertire alcun problema alla propria funzionalità polmonare, sopratutto se ben aderente alle terapie. Mentre invece negli adulti le due condizioni possono viaggiare a braccetto. Quanto osservato è però un dato di fatto, sebbene nessuno al momento se la senta di formulare ipotesi relativamente ai possibili collegamenti. I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 37 gruppi di bambini campionati in diversi Paesi europei: tutti nati tra il 1989 e il 2013. La capacità respiratoria è stata misurata in diversi momenti dell’età evolutiva: da un minimo di quattro a un massimo di quindici anni. Utilizzando diversi parametri per valutarla, escludento altri fattori potenzialmente influenti (peso, etnia, peso alla nascita, status economico e stile di vita), i ricercatori hanno così scoperto come le infezioni delle alte vie respiratorie non siano correlate a un peggioramento della funzionalità polmonare. Diverso invece il discorso per quelle delle basse vie respiratorie. Gli esperti sono ora interessati a capire quail possano essere le conseguenze sulla salute respiratoria nel tempo, sebbene van Meel abbia precisato che «a otto anni, che è l’età media a cui è stata valutata la funzionalità respiratoria, questa è già ben definita e rappresenta un determinante della capacità polmonare del future adulto».

NON FARE CONFUSIONE TRA ASMA E INFEZIONI RESPIRATORIE – Tra le ipotesi soltanto messe sul tavolo, gli scienziati non escludono che a giocare un ruolo cruciale siano gli antibiotici e l’esposizione al fumo passivo. Sul primo punto, nel corso del convegno s’è fatto anche il punto sull’utilizzo non giustificato dall’evidenza scientifica nei bambini affetti da asma. Una scelta che, oltre a non attenuare i sintomi della malattia, contribuisce a ingrossare le fila dei batteri resistenti agli antibiotici: esponendo così il paziente al rischio di non essere in grado di rispondere in futuro a una successive infezione. A determinarla c’è spesso la confusione che si fa tra le manifestazioni dell’asma e quelle di un’infezione respiratoria.

Twitter @fabioditodaro

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