Wise Society : Il dilemma del vaccino: consigli per una scelta consapevole

Il dilemma del vaccino: consigli per una scelta consapevole

di Gabriella Persiani
3 Febbraio 2015

L'informazione è necessaria per una scelta consapevole in merito alle vaccinazioni non obbligatorie. E la naturopatia può aiutare

Vaccino sì, vaccino no. L’introduzione di anticorpi nel nostro organismo a scopo precauzionale non sempre è vista di buon occhio e così i vaccini si ritrovano alla sbarra. Di recente questa sorte è toccata a un tipo di antinfluenzale, accusato di aver provocato alcuni decessi in Italia, ma, poi, scagionato. Il procurato allarme, però, ha fatto registrare un crollo delle inoculazioni, anche tra i soggetti a rischio: -30% rispetto al 2013, secondo un’indagine a campione tra i medici di famiglia del Sindacato Medici Italiani.

Un altro vaccino spesso all’indice è quello esavalente, che, viene iniettato nel primo anno di vita, per proteggere, tra l’altro, da tetano, poliomelite, epatite B e pertosse. Non è facile per i genitori, alla luce dei tanti allarmismi sui vaccini, capire quale siano le vaccinazioni da fare. «Sarebbe bene che queste mamme e questi papà, nella loro scelta consapevole, si rivolgessero alle associazioni che operano per la libertà di vaccinazione, per informazioni, consulenze e suggerimenti», consiglia la naturopata Deborah Pavanello, docente di Fitoterapia presso la scuola di Naturopatia Simo di Milano e autrice di “Piante officinali e naturopatia” (ed. Enea).

«La naturopatia – aggiunge – ponendosi in una logica salutogenetica, si chiede come fare a sostenere il sistema immunitario in modo tale che l’organismo non si ammali. Le malattie esantematiche dei bambini sono viste come crisi di crescita, grazie alle quali il sistema immunitario del piccolo affronta e si mette in relazione con quel patogeno, impara e acquisisce un’immunità. Meglio, dunque, dove possibile, fare esperienza della malattia, piuttosto che acquisire difese esterne, per di più a tempo,  visto che molti vaccini, infatti, non offrono una protezione da una certa malattia per tutta la vita a differenza del sistema di difesa, che, una volta acquisita una certa immunità, non dimentica».

La naturopatia  non considera il nostro organismo fragile e da proteggere, ma un sistema complesso, forte, le cui capacità di adattamento vanno semmai potenziate. «È un po’ come quando i genitori tengono chiusi in casa i figli senza permettere loro di far esperienza – spiega -: la prima volta che i ragazzi escono è più facile che incappino in spiacevoli imprevisti: vaccinarsi è, in un certo senso, inibire la capacità del sistema immunitario di capire cosa sta succedendo». «Il nostro sistema immunitario – sottolinea la naturopata -, perché così complesso, ha delle potenzialità che non ci aspettiamo. Ma per attivarle è necessario puntare sullo stile di vita: lo stress non aiuta, ma movimento, sana alimentazione e, in generale, un corretto approccio al proprio benessere sì». «Non pensiamo, però, solo ad aggiungere quello che manca; impariamo a togliere ciò che è dannoso, per rendere la vita il più possibile armonica – chiarisce Pavanello -. Se lavoro come un forsennato per 15-20 giorni, devo avere un altrettanto profondo periodo di rilassamento, bastano anche due giorni da dedicare a se stessi».

In che modo affrontare con la naturopatia il decorso delle malattie? «Se stiamo parlando di influenza, vale la pena far fare l’esperienza al sistema immunitario – risponde Pavanello, – anche se questo non vuol dire sottovalutare i pericoli che possono correre le categorie più deboli, in genere, già affidate alle cure del medico. Per gli altri, se teniamo come esempio un’influenza con febbre, basta sapere che, normalmente, questa reazione del corpo di aumento della temperatura, è una strategia dell’intelligenza immunitaria per impedire ai germi patogeni di proliferare e favorire condizioni ottimali ai meccanismi di difesa. Ma non si può avere la temperatura a 40 gradi per troppo tempo; allora, si può far ricorso alla fitoterapia per contenere il fenomeno, rivolgendosi a piante officinali che vanno ad abbassare l’infiammazione o a sostenere il sistema immunitario, aumentando i linfociti».

Così, «nel caso della febbre influenzale, di solito si consigliano macerati glicerinati di betulla, ontano nero e ribes nero, che, tra l’altro, non interagiscono con i farmaci tradizionali, laddove è necessaria l’assunzione». La missione della naturopatia è, dunque, rendere la persona autonoma e consapevole su quello che sta accadendo e trasferirle delle conoscenze. «Se si prende la decisione di non vaccinare il proprio figlio, – è la precisazione di Pavanello – bisogna essere anche in grado di condurre uno stile di vita coerente con questa scelta, che, per certi versi, richiede di cambiare il proprio modo di guardare a vita e salute. Non si tratta solo di modificare il tipo di alimentazione o di seguire anche una blanda pratica di benessere, ma di rendersi disponibili ad approcciarsi a un ritmo totalmente differente, facendo anche qualche rinuncia rispetto allo stile di vita che viene comunemente proposto. È un impegno in una società come la nostra. Si deve, per esempio, essere consapevoli che il bimbo influenzato non solo va tenuto a casa, ma deve essere seguito con un’alimentazione adeguata, gli si devono somministrare i rimedi necessari con una certa frequenza, magari ogni due ore; va accudito con la diffusione nell’aria di olii essenziali, con impacchi… Questo significa che anche mamma e papà devono rimanere a casa per assisterlo, con tutto quello che significa in termini lavorativi e altre incombenze. Non ha senso fare o no una vaccinazione perché si ha paura; mi vaccino o no perché, dopo le mie valutazioni, ho compreso quale percorso mi è più congeniale».

La naturopatia, comunque, non si contrappone alla cosiddetta “medicina ufficiale”, semplicemente rappresenta un altro punto di vista sulla salute. Essa può essere anche molto utile se affiancata per contenere eventuali effetti indesiderati di vaccini o altri farmaci. «Per esempio, – conclude Pavanello – prugnolo in macerato glicerinato è un rimedio dolce, in genere senza controindicazioni, che può accompagnare i bimbi un po’ prima rispetto al giorno del vaccino e un po’ dopo, per evitare reazioni e febbriciattola».

 

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: ,
Continua a leggere questo articolo: