Wise Society : Emergency in corsa per gli Oscar

Emergency in corsa per gli Oscar

di Francesca Tozzi
14 Gennaio 2013

Da Khartoum a Hollywood. Open Heart, il film che racconta la storia di otto bambini ruandesi che lasciano le loro famiglie per farsi operare al Centro Salam di cardiochirurgia di Emergency potrebbe vincere l'ambita statuetta nella categoria "Documentary Short"

Dopo la vittoria nel 1997 del film italiano “La vita è bella”, che portò a casa ben tre statuette, la Notte degli Oscar torna a essere un’occasione per valorizzare una storia che parla di vita, e il lavoro di un’associazione italiana indipendente che da quasi 20 anni la difende e la garantisce nei luoghi più difficili del pianeta.

La storia è quella di otto bambini ruandesi che lasciano le loro famiglie per andare in Sudan e sottoporsi a un delicato intervento al Centro Salam di cardiochirurgia di Emergency a Khartoum. Il film che la racconta, “Open Heart“, con la regia del pluripremiato documentarista Kief Davidson, è candidato al premio Oscar nella categoria “Documentary Short”. Il lavoro di Davidson è stato appena nominato per gli 85esimi Academy Awards che si terranno al teatro Kodak di Los Angeles il prossimo 24 febbraio.

Il viaggio attraverso il continente di questi bambini, alcuni dei quali hanno solo pochi mesi di vita, è un viaggio difficile, verso la vita ma forse verso la morte dato che l’intervento chirurgico a cuore aperto cui verranno sottoposti è ad alto rischio. Le loro valvole cardiache sono state infatti seriamente compromesse dalla malattia reumatica. Essere operati è la loro unica possibilità di salvezza. Ci sono circa 18 milioni di persone affette da questa malattia in Africa che hanno bisogno di essere operate. Il Centro Salam, aperto da Emergency nel 2007, è l’unica struttura che offre cure cardiochirurgiche di elevata qualità e gratuite in tutto il continente. Anche in questo caso si ripresenta un paradosso: mentre nelle ricche nazioni occidentali le malattie cardiache uccidono persone che spesso se le “vanno a cercare” con il fumo e gli eccessi alimentari, nell’Africa subsahariana si diffondono per colpa della povertà, della malnutrizione e delle infezioni che ne conseguono.

Il film racconta anche le difficoltà del cardiologo Emmanuel Rusingiza, che fatica a stare dietro a tutte le emergenze e il cui lavoro è strettamente intrecciato a quello del dottor Gino Strada, capo chirurgo del Centro Salam e fondatore di Emergency, che non deve lottare solo per la vita dei bambini ma anche dell’ospedale stesso per il solito problema dei finanziamenti insufficienti. Se il documentario vincesse, la Notte degli Oscar potrebbe essere davvero una buona occasione per puntare i riflettori su un lavoro tanto importante quanto misconosciuto. Come avviene per molte situazioni e conflitti che riguardano l’Africa. Indifferenza e disparità di trattamenti nella cura delle malattie. A metterlo in evidenza è proprio Gino Strada che nel film dichiara: «Una cosa è avere gli stessi diritti sulla carta. Tutt’altra è analizzare i contenuti di quelli che vengono chiamati diritti. Il mio diritto alla salute come europeo include una TAC e altri diagnosi sofisticate, ma per un africano il diritto a essere curato si ferma a un paio di vaccinazioni e alcuni antibiotici».

Il film “Open Heart” è una coproduzione dell’emittente televisiva franco-tedesca ARTE ed è già stato presentato al Docuweeks di New York, all’Hamptons International Film Festival e al Documentary Film Festival di Amsterdam. In Italia sarà disponibile per la vendita da lunedì 14 gennaio, sia in formato digitale sia come DVD, sul sito Internet di Emergency dove viene spiegata l’attività del Centro. Parte del ricavato della vendita del film andrà a favore del Centro Salam di cardiochirurgia.

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