Wise Society : Longevi e in forma? Basta nutrirsi di cultura e buone relazioni

Longevi e in forma? Basta nutrirsi di cultura e buone relazioni

di Sara Donati
19 Marzo 2012

Il legame tra benessere psico-fisico, longevità e leasures activity è sempre più stretto. Soprattutto nelle donne. Ci spiega perchè Enzo Grossi, responsabile scientifico della Fondazione Bracco, che ha svolto su questo tema ricerche approfondite

Enzo Grossi è Responsabile Scientifico per Fondazione Bracco e Docente di Cultura e Salute allo IULM, nuova ed interessante materia, che si occupa di temi legati al benessere, individuando le connessioni con la cultura, intesa come interazione tra persona ed ambiente. Una disciplina molto importante perché non solo permette di raggruppare dati riguardanti il benessere psicologico, ma, di conseguenza, permette di evidenziare il rapporto tra well-being e patologie. Come spiega Grossi, «l’ambiente è un fattore da tenere in conto in maniera sempre crescente quando si parla di malattia».

Una visione olistica della medicina

 

Il paziente, ma prima ancora l’individuo ha bisogno di essere osservato attraverso una lente che ne evidenzi non soltanto le patologie manifeste, ma un intero sistema-ambiente, allargando quindi il campo, piuttosto che restringerlo. La relazione tra psiche, corpo e ambiente nel quale si vive, genera una complessità che permette di valutare la persona nel suo insieme: andiamo sempre di più, infatti, verso una medicina “olistica”, che utilizza un metodo ampiamente interdisciplinare o multidisciplinare. «Toccare discipline che non fanno parte del proprio curriculum, inevitabilmente crea resistenze», spiega Grossi, «per questo ci vorrebbero dei gruppi multidisciplinari, capaci di creare link tra i dati esistenti. Capita che si creino gruppi di ricerca che posseggono tecniche per estrarre dati, ma che non posseggono i dati. Per questo bisogna arrivare a creare una partnership che non abbia timore di mettere in relazione campi apparentemente molto distanti tra loro», aggiunge. Esattamente il principio che muove le ricerche svolte all’interno della Fondazione Bracco, da anni attenta a temi di ricerca specifici.

I risultati di uno studio sulla qualità della vita

 

La ricerca viene affrontata da un punto di vista il più possibile completo; unisce alla ricerca in campo medico, non solo gli aspetti legati alla medicina tradizionale, ma studi che aiutano ad inquadrare la persona all’interno del sistema ambiente, individuando una complessità che è caratteristica imprescindibile per la comprensione delle patologie e del loro manifestarsi all’interno di sistemi articolati. Ne è un esempio una ricerca che ha evidenziato come la cultura abbia un’influenza positiva sul benessere psicologico e quindi indirettamente sulla salute fisica. L’istituto Doxa è stato incaricato di svolgere una lunga ricerca volta ad individuare il benessere psicologico connesso alla partecipazione culturale. Lo studio è stato condotto utilizzando uno strumento di misurazione della qualità di vita sul versante psicologico: lo Psychological General Well-beeing Index, di origine americana adattato alla nostra cultura tramite una validazione linguistica realizzata da un gruppo di lavoro coordinato dall’istituto Mario Negri. Per ogni strato sociale Doxa ha individuato un campione al quale sottoporre le 22 domande del test. Alla fine del 2000 si è giunti alla creazione di un data base normativo in grado di comprendere come è articolata la qualità della vita in Italia, elemento importante soprattutto per ricerche in ambito farmacologico. In una ricerca successiva, svolta su un campione di 3000 cittadini, è stata aggiunta una novità; i cittadini intervistati erano sottoposti ad un questionario di partecipazione culturale (inteso in senso antropologico), ovvero di leasures activity.

Le femmine sono più attente ai piaceri e alle relazioni

 

Da questa ulteriore specifica ricerca si è giunti a comprendere l’influenza straordinaria che tali nuove variabili generano sulla salute fisica e sulla longevità. L’indagine, iniziata nel 2009 ha portato a valutare il benessere psico-fisico in relazione all’ambito culturale, ed ha inaspettatamente messo in evidenza il ruolo netto della cultura nella determinazione del benessere psicologico. La Fondazione ha quindi condotto uno studio a Milano su un campione di 1000 persone, che ha permesso di evidenziare, non solo gli aspetti culturali, di svago e capacità di relazionarsi, come fondamentali per una vita sana, ma anche una differente interazione con questo tipo di stimoli da parte di maschi e femmine. Questo studio si inserisce all’interno di una vera e propria disciplina, la “gender medicine” che sta prendendo piede da alcuni anni, e che tende a mettere in evidenza il diverso spettro di predisposizione alle malattie nei due generi. «Istintivamente la donna ha più desiderio e attenzione verso la bellezza e i rapporti con gli altri. Ne deriva che anche la cultura conta di più per la parte femminile della società. La neurobiologia ci offre le basi scientifiche per circostanziare i diversi meccanismi di manifestazione della cultura nei due generi», aggiunge Grossi. Lo stesso studio è stato svolto valutando l’influenza che la cultura esercita in ambito economico. Sull’economia l’impatto è duplice. La cultura risulta essere motore dell’economia perché mette in moto risorse che riguardano i beni relazionali. Parliamo di un tipo di economia “immateriale” che esiste e che sarebbe utile prendere in considerazione. La spiegazione risiede nello stimolo che determinate iniziative culturali, soprattutto quelle che facilitano la relazione e la comunicazione, esercitano. Aumentando la possibilità che le persone entrino in relazione si facilita la produzione di beni economici. In conclusione l’investimento nella promozione di attività culturali in senso lato è uno strumento potente in grado di migliorare da una parte lo stato di salute dell’individuo e dall’altra la crescita economica.

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