Wise Society : Una barca (e tanti progetti) senza barriere

Una barca (e tanti progetti) senza barriere

di Sebastiano Guanziroli
15 Aprile 2011

Andrea Stella amava la vela e il mare. Durante una rapina, viene ferito e costretto su una sedia a rotelle. Deciso a riprendersi la sua vita, il giovane disegna e costruisce un catamarano accessibile in ogni sua parte. E torna a sfidare le onde per promuovere tante buone iniziative a favore dei disabili e del loro diritto alla mobilità. Con l'associazione che porta il suo nome

Un catamarano sta solcando l’Atlantico. Sulla vela porta scritte le parole dell’articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità: «promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità». Al timone è Andrea Stella, un ragazzo con disabilità che ha disegnato e costruito il suo catamarano partendo da un’idea: «Il mare non ha barriere. Volevo che nemmeno la mia barca ne avesse».

La storia de Lo Spirito di Stella, così si chiama la barca, inizia nel 2000, quando Andrea, in viaggio premio a Miami per la laurea in Legge, viene coinvolto in una sparatoria per rapina. Una delle pallottole lo colpisce alla colonna spinale, rendendolo paraplegico. Ha solo 24 anni, e alle spalle una vita ricca di viaggi e di passione per la vela. Per superare il trauma e l’inevitabile depressione, la famiglia cerca di convincerlo a intraprendere nuovi progetti. Andrea sceglie forse il più difficile: tornare in mare. «Volevo tornare a navigare come in passato, ma ho scoperto subito che non esisteva un’imbarcazione in cui una persona disabile potesse essere autonoma, sia per le esigenze personali sia per partecipare alle manovre veliche». Una famiglia di progettisti e architetti, un padre ingegnere e le possibilità economiche gli danno l’opportunità di realizzare il suo sogno. Andrea trascorre diciotto mesi in cantiere a immaginare “una barca diversa”, con spazi diversi, accessi diversi, soluzioni diverse. Si confronta con altri disabili. Quando Lo Spirito di Stella viene finalmente messa in acqua, ha passaggi e passerella d’accesso sufficientemente larghi per far passare le sedie a rotelle, ha un montacarichi interno che permette l’accesso alle cabine e un telecomando che muove il timone e comanda i motori. Tutte soluzioni che non compromettono l’estetica del catamarano, che rimane quella tradizionale. E ad Andrea viene un altro pensiero: «Se abbiamo reso comodo e funzionale un mezzo di solito inaccessibile, perché non utilizzare la stessa filosofia progettuale per migliorare gli standard di accessibilità delle città, degli edifici e dei mezzi di trasporto? Perché non realizzare progetti che consentano a tutti, indipendentemente da handicap o da altre limitazioni, di vivere meglio»? Da questo pensiero nasce il desiderio di fare un’associazione senza scopo di lucro, che si chiama anch’essa Lo Spirito di Stella e viene fondata nel 2003. Da allora Andrea ha iniziato a incontrare studenti di architettura, disegno industriale e ingegneria delle università italiane per raccontare la sua esperienza e dimostrare che l’attenzione all’accessibilità non è un limite ma un’opportunità di progettazione.

Il sogno di Andrea era riprendere il mare, ed è in mare che la sua associazione promuove i propri progetti. Il suo catamarano ospita altri disabili che vogliono fare l’esperienza della vela: il progetto Spirito libero fa sì che ogni anno circa 700 persone tra disabili, medici e fisioterapisti trascorrano una giornata in barca. L’obiettivo non è quello di insegnare a veleggiare, quanto di trarre un insegnamento: «Io ho vinto i miei limiti – spiega Stella – e vorrei far capire anche agli altri che è davvero possibile farlo. In questo lo sport aiuta tantissimo, soprattutto i disabili. La vela, però, ha qualcosa in più, ed è il senso di libertà che ti dà. Per me tornare in barca ha significato tornare libero. E’ stato come riappropriarmi della mia vita. Essere in grado di andare in mare, per me come per altri disabili,  dimostra che la vita può andare avanti».

La sua vita va avanti col vento nelle vele. Nel 2003 ha fatto il giro d’Italia in catamarano per presentare il suo progetto, poi la prima traversata atlantica da Genova a Miami – compagni di viaggio, tra gli altri, gli skipper Giovanni Soldini e Mauro Pelaschier. Lo scorso dicembre Stella è ripartito di nuovo per attraversare l’oceano, questa volta con il progetto I diritti solcano l’oceano, che vuole promuovere e diffondere la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e il Manifesto per la Promozione del turismo accessibile, i cui principi porta sulle vele. Approdato ai Caraibi, dove ora sta sostando, Lo Spirito di Stella è pronto a riprendere la rotta verso Miami. Lo Spirito di Stella, come il mare, non ha barriere.

 

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