Wise Society : Milano promuove il libro bianco sullo stress

Milano promuove il libro bianco sullo stress

di di Sebastiano Guanziroli
13 Gennaio 2011

L'assessorato alla salute del capoluogo lombardo ha condotto una ricerca, pubblicata di recente, per misurare il livello e le cause di questo dannoso stato di tensione nella città più frenetica d'Italia. Dove i dati sono allarmanti soprattutto in ambito lavorativo. Ma intervenire si può. In azienda e fuori

Milano. Un venerdì sera qualsiasi, presso l’imbocco della tangenziale. Un fiume di auto si incolonna in uscita dal centro urbano. Le stesse auto, nuovamente incolonnate, torneranno la domenica sera in direzione contraria. Che città è una città da cui, chi può, fugge ogni fine settimana? Può considerarsi vivibile, se i suoi abitanti la giudicano solo un luogo di lavoro da cui scappare il più presto possibile?


Per dare una risposta a queste e molte altre domande l’Assessorato alla Salute del Comune di Milano ha promosso una ricerca che è stata recentemente pubblicata da Franco Angeli, con il titolo Libro bianco sullo stress. Studio per il benessere a Milano. Uno dei temi maggiormente approfonditi dallo studio è lo stress da lavoro, inevitabile in una città che alla produttività e all’efficienza è sempre stata strettamente legata. «Nel capoluogo lombardo la componente lavorativa ha un ruolo fondante», conferma Angelo Compare, che insegna Metodi e tecniche psicodiagnostiche nel dipartimento di Scienze della Persona presso l’Università di Bergamo, «ma bisogna ricordare che l’azione stressante non dipende di per sé dalla città, bensì dall’organizzazione del lavoro», aggiunge il docente. «La città costituisce in realtà un fattore extra lavorativo che può svolgere, anzi, un’azione moderatrice rispetto all’eventuale stress provocato dallo svolgimento delle proprie mansioni quotidiane. Altre variabili dipendono dalle caratteristiche personali: chi ha un’esagerata tendenza alla competizione, per esempio, è più vulnerabile allo stress».

 

Da un’indagine della Camera di Commercio emerge che a Milano, in una giornata media, in azienda si trascorrono cinque ore e dieci minuti davanti al computer o attaccati al telefonino. Con conseguenze pesanti sulla salute: sono circa 390 mila i milanesi che soffrono per il lavoro d’ufficio. Questo è un segnale evidente che si è superata ogni soglia accettabile per quanto riguarda questo tipo di stress. È un fatto inevitabile o si possono mettere in campo valide contromisure? Angelo Compare, che per il Libro Bianco ha curato il capitolo Benessere e salute in azienda sottolinea: «Il tema del well being, cioè il benessere percepito, è un elemento della qualità della vita che sta prendendo sempre più piede nelle politiche dei Paesi europei e non. Alcuni stati come la Francia e il Canada hanno già intrapreso iniziative di rilevamento e monitoraggio del well being, e lo scorso novembre il primo ministro inglese David Cameron ha comunicato l’avvio di una simile iniziativa per il 2011».

 

Le politiche pubbliche rappresentano un passo avanti, innanzitutto sotto forma di presa di coscienza del fenomeno, ma servono anche a dare strumenti alle aziende e ai singoli per decifrare segni di stress che possono danneggiare l’economia e degenerare in patologie. Le cifre parlano chiaro: si stima che lo stress da lavoro colpisca il 22 percento dei lavoratori dell’Unione Europea, circa 40 milioni di persone, e che ad esso sia riconducibile quasi il 60 percento delle giornate lavorative perse. «Il lavoro è una grande occasione per poter realizzare noi stessi», prosegue Compare «tutte le ricerche dimostrano che i lavoratori soddisfatti hanno difese immunitarie più forti. Allo stesso modo, riducono il rischio di stress da lavoro i contesti professionali caratterizzati da gruppi in cui vi sono elevati livelli di autonomia, di collaborazione con i colleghi e i responsabili, di chiarezza dei ruoli e trasparenza comunicativa», conclude il docente. “Milano che produce” è uno slogan che viene spesso usato per definire la capitale economica d’Italia. Con la pubblicazione del Libro bianco c’è da augurarsi che si stiano muovendo i primi passi anche verso una Milano che produca più benessere.

 

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