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Matera: alta moda dagli scarti

di Rossana Caviglioli
2 Febbraio 2016

Il laboratorio sartoriale Officine Frida trasforma le rimanenze della lavorazione delle industrie e i vecchi vestiti in abiti, borse e collane

«Tutto ciò che si può riutilizzare e riadattare è una risorsa preziosa». È il motto delle Officine Frida Arts & Crafts, un laboratorio di moda e design, con sede nel centro storico di Matera, che realizza abiti e accessori di alta moda partendo dagli scarti e dai materiali di recupero. Qui un campionario di tessuto della scorsa stagione può trasformarsi in un paio di shorts e uno striscione pubblicitario in pvc dai colori accesi in un’originale borsa da donna. I capi, tutti pezzi unici, vengono venduti a costi contenuti grazie al risparmio sulle materie prime, con un vantaggio anche per l’ambiente.

«Tutto è iniziato nel 2013 dalla volontà di creare a Matera un luogo che favorisse scambio di saperi, un laboratorio che unisse sostenibilità e innovazione», spiega la fondatrice Mariella Basile «Le Officine sono nate come un’associazione, per poi trasformarsi in una piccola azienda: il nostro obiettivo principale è sempre stato quello di creare posti di lavoro. Il nome è stato scelto in onore della pittrice Frida Kahlo e del suo particolare rapporto con la natura». Il tessuto usato nel laboratorio proviene quasi tutto da aziende locali che desiderano liberarsi, gratis o a prezzo simbolico, delle rimanenze della lavorazione. Sono bene accette anche le donazioni da privati, che magari vogliono svuotare la soffitta dai vecchi abiti usati. «Tra i nostri fornitori ci sono anche un cravattificio e un’azienda che produce tappezzerie. All’inizio accettavamo tutto ciò che ci veniva regalato. Dopo aver testato e sperimentato tutti i materiali, abbiamo iniziato a fare selezione».

Alle Officine Frida si produce alta moda dagli scarti di vestiti e altri tessuti

Ogni vestito e accessorio fa storia a sé e viene progettato in base ai tessuti e alle decorazioni disponibili al momento. Le sarte cercando di realizzare modelli a taglia unica, come le mantelle e le camicette a kimono, che possano essere ordinate via internet senza essere provate di persona. «Buona parte della nostra produzione viene venduta tramite il nostro sito web, al di fuori di Matera. C’è anche chi viene a farsi preparare un vestito su misura, ma noi vogliamo puntare soprattutto sulla praticità e l’universalità: è l’abito che deve adattarsi alla persona. E deve cadere bene su fisici e corporature diversi». Tra le creazioni “Hand made 100% recycled” anche una vasta collezione di borse e pochette, collane, giocattoli in stoffa e addirittura complementi d’arredo. «Un vecchio foulard si può trasformare in un top raffinato, mentre come decorazione per alcune tende da cucina abbiamo addirittura usato delle spezie e dei legumi».

Tra gli esperimenti più riusciti, la riconversione degli scarti di produzione di un divanificio di Matera, trasformati in coprispalle e bluse. In un altro caso, con un lenzuolo, una tenda e della passamaneria di recupero è stato creato un vestito teatrale in stile Jane Austen. «Il risultato spesso è una sorpresa anche per me. Mia mamma era sarta e so quanto possono essere versatili i tessuti. Ma non avevo idea che anche i materiali non convenzionali potessero dare queste soddisfazioni. Ora stiamo sviluppando nuove tecniche di taglio e confezione per riuscire a sfruttarli sempre meglio». Oltre a sperimentare, Mariella e le sue collaboratrici, la materana “di ritorno” Simona Cuscianna e l’inglese Becky Riches, lucana di adozione, puntano a recuperare le tradizionali tecniche di sartoria, rinsaldando il legame con il territorio

«Abbiamo allestito dei laboratori aperti alla popolazione. È impressionante vedere quanta gente non sa più nemmeno accorciarsi un paio di pantaloni. Noi invece vogliamo che i saperi manuali siano trasmessi alle nuove generazioni. Conoscere le tecniche base della sartoria vuol dire anche riuscire a riparare un capo al posto di buttarlo». Nonostante l’iniziale diffidenza per un’azienda così innovativa, che ha avuto bisogno di tempo per conquistare la fiducia dei materani, i corsi hanno avuto molto successo. Uno dei più frequentati è quello di telaio verticale, molto amato dalle donne. «Gli uomini, specie i ragazzi più giovani, sono incuriositi. Li vedo che spiano, a volte chiedono informazioni ma alla fine si fermano lì. Non osano. Ma so che è solo una questione di tempo».

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