Wise Society : La Commedia di Orlando: l’altra faccia delle donne

La Commedia di Orlando: l’altra faccia delle donne

di Vincenzo Petraglia
26 Aprile 2012

Isabella Ragonese è in tournèe (al teatro Argentina di Roma fino al 20 maggio) con uno pièce ispirata all'opera di Virginia Woolf che fa riflettere sulla condizione femminile

Isabella Ragonese è una a cui piace cambiare e sperimentare e così, dopo tre anni intensissimi di cinema e pellicole di successo che l’hanno vista protagonista in ruoli sempre diversi, ha deciso di prendersi una pausa dal grande schermo e ritornare al suo primo amore: il teatro.

Fino all’inizio di maggio sarà, infatti, in tournée per l’Italia con La Commedia di Orlando, liberamente tratta dall’Orlando di Virginia Woolf, una delle opere più belle della grande scrittrice inglese. E deriva proprio da questo il grande fascino che la Woolf ha sempre esercitato sull’attrice siciliana. «Ammetto di averla subita un po’ al liceo» confessa Ragonese, «quando si è sempre un po’ costretti a studiare anche quello che non ci piacerebbe, mentre l’ho riscoperta leggendo Una stanza tutta per sé, un testo che mi ha molto colpita e mi fa ancora riflettere: le donne sentono sempre di dover essere madri, amiche, sorelle, amanti, ma poi a un certo punto viene spontaneo chiedersi “dove sono io al di là dei ruoli che ho nella mia vita? Dov’è la stanza tutta per me?” Temi, dunque, che toccano la vita e l’intimità di ogni donna».

La commedia di Orlando racconta di una nobile ragazza che riesce, dopo mille peripezie a far pubblicare il proprio romanzo, diventando una scrittrice famosa, sposarsi e ad avere dei figli, metafora della nuova donna, più forte ed emancipata rispetto al passato. In particolare il romanzo della giovane scrittrice racconta di un eroe, Orlando appunto, che attraversa quattro secoli di storia e dopo tante delusioni e avventure, si ritrova protagonista di un’incredibile metamorfosi corporale che lo porterà a diventare una donna. Un viaggio fantastico che la Woolf fa fare al suo protagonista che, come un moderno Ulisse, non si pone limiti al desiderio di sperimentare, agire, conoscere, rincorrere la felicità. Che forse, può arrivare soltanto attraverso una più profonda conoscenza dell’altro da sé.

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