Wise Society : Quando la dipendenza da videogiochi diventa una malattia

Quando la dipendenza da videogiochi diventa una malattia

di Fabio Di Todaro
26 Gennaio 2018

Già considerata negli USA un disturbo mentale, sarà a breve riconosciuta come malattia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

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Videogiochi: in Italia 240mila giovani trascorrono mediamente più di tre ore al giorno dinanzi al pc, Image by iStock

Il dibattito, negli ultimi mesi, è stato crescente. «È giusto considerare chi fa un uso smodato dei videogiochi una persona malata?», si sono chiesti a più riprese pediatri, pedagogisti e psichiatri: sempre più spesso alle prese con bambini e adolescenti «rapiti» da qualsiasi schermo lumino. Sì era la risposta che davano in molti, sebbene su nessun manuale si potesse trovare una definizione lineare del disturbo. Vista l’emergenza – soltanto in Italia 240mila giovani trascorrono mediamente più di tre ore al giorno dinanzi al pc, ma non è raro vedere ragazzi «impegnati» anche per metà delle ore di una giornata – la comunità scientifica ha deciso dunque di adeguarsi ai tempi moderni. Da qui l’annuncio reso di fronte a più di duemila colleghi da Andrea Fiorillo, Professore associato di psichiatria dell’Università Luigi Vanvitelli di Napoli e organizzatore del congresso della Società Italiana di Psichiatria Sociale, appena conclusosi nel capoluogo partenopeo. «La dipendenza da videogiochi diverrà una malattia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità». C’è anche già una data per l’aggiornamento: tra il 21 e il 26 maggio, quando a Ginevra si terrà l’assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

MASCHI PIU’ A RISCHIO – L’occasione sarà utile per presentare l’undicesima edizione della classificazione internazionale delle malattie (Icd-11), all’interno della quale si parlerà per la prima volta della dipendenza da videogiochi. Già, ma come riconoscerlo? «Il disturbo è caratterizzato dalla tendenza persistente o ricorrente nel comportamento da gioco – afferma Fiorillo, che con il suo ateneo ha contribuito all’aggiornamento del documento che sarà diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità -. Il riconoscimento è possibile quando viene data priorità assoluta ai videogiochi, rispetto ad altri interessi o attività quotidiane e nonostante il verificarsi di conseguenze negative». Questa nuova forma di dipendenza, prevederà due forme distinte: una online (quando il soggetto deve essere necessariamente collegato a Internet) e una offline (in cui il gioco è svolto prevalentemente in solitudine). La prima principalmente appannaggio delle donne, tramite i social network: quali Facebook, Twitter ed Instagram. La seconda una peculiarità principalmente maschile, considerando comunque che gli uomini sono considerati a maggior rischio di sviluppare il disturbo rispetto alle donne.

NEGLI STATI UNITI IN AUMENTO GLI ACCESSI IN PRONTO SOCCORSO – La dipendenza causa gravi conseguenze per la salute psicofisica della persona, tra cui: riduzione delle relazioni interpersonali, riduzione/assenza di hobbies, cattiva igiene del sonno, calo delle prestazioni lavorative, calo nelle prestazioni scolastiche, calo nelle abilità attentive, aumento dell’aggressività e dell’ostilità, aumento dello stress, riduzione della memoria verbale, solitudine, aumento di peso. Da un punto di vista delle relazioni interpersonali, chi soffre della forma da dipendenza online preferisce trascorrere il tempo libero con gli amici conosciuti in rete e ritiene che queste relazioni siano più vere e intense rispetto a quelle della vita reale. La decisione di includere il disturbo da videogiochi tra i disturbi mentali è dovuta all’aumento degli accessi in pronto soccorso in seguito a maratone da videogiochi. Recente è il caso di un giovane «streamer» americano di 35 anni che è deceduto dopo aver giocato online per 22 ore di seguito.

Twitter @fabioditodaro

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